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Visualizzazione dei post da ottobre, 2018

Caput Mundi - I mostri di Roma: Nero / 1 - L'inferno è vuoto.

LORENZO BARBERIS "L'inferno è vuoto, e tutti i diavoli sono qui": la frase di Prospero nella Tempesta di Shakespeare ha una grande fortuna nella ricezione letteraria nelle molteplici declinazioni dell'horror. Data l'ambientazione di questa serie in una Roma cupissima, dove i misteri del Vaticano la fanno da padrone, è plausibile anche una citazione ironica del teologo conciliare Von Balthazar , ovviamente per rovesciarne l'ottimismo distensivo. La serie sarà composta da tre nuovi episodi , in uscita in edicola e fumetteria da Novembre 2018 a Gennaio 2019 ; una seconda stagione comunque fruibile dai nuovi lettori. L'incipit di questa seconda stagione è ad opera di  Dario Sicchio e Michele Monteleone ed è,  se possibile, ancora più truculento e adrenalinico della prima: in una manciata di tavole abbiamo un'orgia, un massacro e un inseguimento ultraviolento. La storia si connette quindi subito, dopo l'esordio in medias res, alla continuity della prim

Chanbara - Il Lampo e il Tuono.

LORENZO BARBERIS E cielo e terra si mostrò qual era:  la terra ansante, livida, in sussulto;  il cielo ingombro, tragico, disfatto:  bianca bianca nel tacito tumulto       una casa apparì sparì d'un tratto;  come un occhio, che,largo,esterrefatto,  s'aprì si chiuse, nella notte nera. In dieci anni di blog, credo di aver parlato raramente, se non mai, di capolavoro rispetto a un albo a fumetti, se non trattando di esempi ormai consolidati nella tradizione fumettistica. Non per una in fondo irrilevante severità analitica, ma per il valore tecnico che il termine assume: il vertice della produzione di un autore o, in relazione a una letteratura, uno dei vertici della stessa.  Ecco: credo che con quest'opera, Roberto Recchioni e Andrea Accardi abbiano realizzato di Chambara un loro capolavoro, sia pure ancora in fieri . I due capitoli precedenti, usciti sulle Storie bonelliane, La redenzione del samurai (2012) e I fiori del massacro (2014) rappresentavano sicuramente dei prodot

Dawn of the Dead – Hotel La Muerte

LORENZO BARBERIS Dawn of the Dead – Hotel La Muerte è un nuovo fumetto dell'etichetta Rustblade che va ad omaggiare il celeberrimo film di Romero in occasione del quarantennale del primo capitolo della serie. Un film che ha rivoluzionato completamente la concezione dell'horror cinematografico, ma ha anche condizionato da vicino il fumetto italiano, costituendo una potente ispirazione per la nascita di "Dylan Dog", che otto anni dopo, nel 1986, esordiva con un numero uno intitolato appunto all'"Alba dei morti viventi", con cui si avviava l'originale citazionismo sclaviano. L'omaggio dello sceneggiatore Andrea Gallo Lassere e della disegnatrice Simona Simone è qui più aderente all'immaginario originario della saga, di cui vanno ad ideare un breve ma efficace spin-off, che reinterpreta liberamente le vicende del mondo sotto assedio dei morti viventi. Se Sclavi, da par suo, approfondiva perfettamente in Dylan Dog la metafora dello zombie come sch

"Madre" di Cavaletto - Simone / Nello splatter del fascismo

LORENZO BARBERIS "Madre" di Andrea Cavalett o, ben supportato dai disegni di Simona Simone, è un interessante fumetto dello sceneggiatore torinese, nel solco dei suoi fumetti più gore e raccapriccianti, a cui ci ha abituato in alcuni degli abissi più profondi del suo Paranoid Boyd . Anche Simona Simone è una delle matite in forza alla EdInk, dove l'orrore più brutale di Cavaletto (e non solo) si è espresso in massimo grado, e non nel modo inevitabilmente più sfumato che presenta nei suoi lavori di Dylan Dog). Molto bella la copertina pittorica ed essenziale di Elia Bonetti , esaltata dalla grafica  di Luca Canale Brucculeri (che si occupa anche del lettering). La scelta è, giustamente, nel senso di produrre tensione, con la carnalità sottilmente malata di un corpo, senza ancora anticipare il "body horror" che, sappiamo, ci attenderà dentro il fumetto. (la donna nel fascismo: la vittima) E anche l'esordio è, come spesso nell'autore, graduale. La Milano f

Nathan Never Steampunk

LORENZO BARBERIS Il nuovo Nathan Never Generazioni mostra fin dalla copertina la sua adesione agli stilemi dello steampunk più classico. L'estetica della cover rimanda infatti chiaramente allo stile dei romanzi di Verne , che costituiscono un rimando immaginario importante per quest'ambito. La citazione per Nathan Never è ancora più specifica, perché l'eroe (che inizialmente doveva essere Nathan Nemo ) ha un debito forte con l'immaginario verniano, specie nelle vicende di Nathan Never anziano.  Il soggetto di Antonio Serra è nuovamente declinato da Adriano Barone , e interpretato visivamente dai disegni di Rosario Raho e dal lettering di Marina Sanfelice , che ha qui un lavoro più complesso dell'albo bonelliano medio. Infatti, l'estetica cyberpunk non si limita alla cover o ai disegni, ma investe tutto l'aspetto dell'albo. Le vignette e, appunto, il lettering è realizzato con stilemi retrò che richiamano il liberty: al semplice contorno squadrato si s