Critica di fumetto sulla sedia del barbiere

Parto con un po' di ritardo sul fenomeno del blogging.


Il movimento parte dal termine web-log, connessione al web. A ogni connessione, lo scrivente pubblica un aggiornamento di stato, disposti in ordine cronologico. Un tipo di aggiornamento semplice e tutto sommato facile da gestire rispetto a siti più strutturati. Nel 1999, con un calembour, il weblog diviene movimento, riscritto we-blog, "noi facciamo blog". Nasce Blogger, la principale piattaforma (questa che mi ospita) e il fenomeno ha un boom in questi anni 2000: nel 2002 il "Rathergate", partito da un gruppo di blogger, mostrò la influenza possibile del fenomeno, e di conseguenza nel 2004 vi fu un boom del blogging in ambito soprattutto politico, e in questa seconda metà della decade anche di blogging "culturale", anche da noi in Italia dove il fenomeno è giunto con un lieve delay.

Avevo da tempo intenzione di iniziare a tenere un blog di fumetto, per la passione che nutro per questo argomento; ora che ho terminato abilitazione e specializzazione all'insegnamento e sono entrato di ruolo ho più tempo per dedicarmici. 

Non sarà un lavoro, ovviamente, sistematico, e sarò quindi piuttosto eclettico come argomenti, temi, produzione. 

Critica di fumetto sulla sedia del barbiere, insomma: e non solo come omaggio allo sconosciuto antenato da cui deriva il mio cognome, che sarà stato appunto barbiere di professione.

Ma anche perché il mio amore per i fumetti è nato appunto da bambino, sulla sedia del barbiere, dove ho avuto la possibilità di conoscere e leggere i primi fumetti "da grandi", che se no mi sarebbero stati preclusi (un po' come le TV locali mi portavano a casa, ogni giorno, cartoni giapponesi tra i più disparati, per nulla rivolti spesso a un pubblico infantile). 

Così, accanto all'abbonamento al Giornalino, ai vecchi Corrierini dei miei, agli sporadici Topolino e agli Asterix presi in biblioteca iniziai a conoscere Diabolik, gli antologici di Lanciostory e Skorpio, e soprattutto il fumetto Bonelli di Tex e Zagor. Era quello che preferivo per formato, per ritmo narrativo, ma non ancora per temi. Poi, nel 1986, in prima media, un compagno di classe mi portò a vedere un fumetto nuovo comprato da suo fratello, dato che disegnavo fumetti in stile splatter imitando gli horror che vedevamo da videoregistratore. Si trattava di Dylan Dog, e da lì fu l'inizio di una vera passione.

Ma di questo parleremo meglio le prossime volte.