Dylan Dog N. 5 - Gli Uccisori


LORENZO BARBERIS.

Spoiler alert, as usual.

"Gli Uccisori" è un albo particolarmente significativo per me. Si tratta del primo albo che ho comprato di Dylan Dog, restando sedotto immediatamente.

Il numero vede l'esordio di Dell'Uomo, ottima voce media di Dylan Dog, come i Montanari&Grassani, ideale da intervallare a storie dal disegno più "artsy".

La cover mostra gli uccisori come mostri giallastri, per motivi inspiegati (forse vengono dalla dimensione dei Lego, o dei Simpson). In verità, la grande novità della storia è presentare per la prima volta "il mostro della porta accanto": l'uomo della strada, condizionato dagli oggetti quotidiani stregati dalla tecnologia, si tramuta in un Uccisore.

La barca posseduta da Dylan per navigare sul Tamigi sparisce nelle storie successive, e addirittura l'eroe sviluppa il mal di mare. Queste prime dieci storie, del resto, sono ancora di definizione del personaggio.


A lungo nella storia prevale il primo piano, quello della follia gratuita, inspiegabile, che emerge perché parte inscindibile dell'essere umana. La citazione del Burgess di "Arancia Meccanica" (1962) sottolinea questa prima impressione che Sclavi getta in faccia al lettore con l'orrore gratuito: "Non riusciamo a sconfiggerli, perché gli uccisori siamo noi.".



Un secondo piano è quello marxisteggiante, mai così evidente come qui, della violenza quale inevitabile sfogo della repressione sociale. Gli uccisori attaccano e massacrano i ricchi asserragliati nelle loro ville, distanti dalla violenza scatenata dai prodotti di consumo. Non tanto quindi ultraviolenza insita nell'uomo, ma portata da un sistema repressivo.


Sul finale, la vera spiegazione si collega al tema del mind control.tramite una fusione di tecnoscienza e occultismo portata avanti dalla Todd Corporation, presieduta dall'omonimo Lord Todd. Politica e industria si intrecciano nelle ricerche segrete per tecnologie militari, nel segno della morte (Tod = morte in tedesco). Simboli alchemici inseriti in un programma di computer scritto in latino consentono di creare gli oggetti di ogni giorno che istigano all'uccisione.

Un terzo piano di lettura, per paradosso quello più rassicurante.

A opporsi alla corporation malvagia, è apparsa per la prima volta in questa storia la figura di Lord Wells, distinto gentiluomo inglese, Lord deputato, che affiancherà spesso Dylan nei suoi casi.


Dietro alla Todd, comunque, c'è sempre lui, il Dottor Xabaras, scampato alla distruzione finale in modo di assurgere a quel nemico dualistico che sarà per Dylan in tutta la serie. Questo riapparire di Xabaras sottolinea l'importanza della storia nel ciclo dylaniato.


Non a caso il finale, poco dopo la rivelazione, è tra i più crudeli mai manifestatisi: Dylan rivolge contro la multinazionale le loro stesse armi, costringendo i membri del consiglio di amministrazione ad uccidersi a vicenda.

Una crudeltà molto presente nel primo Dylan, in seguito attenuata da un maggior buonismo, che lo avvicina ad un altro eroe ambiguo, come il Corto Maltese di Hugo Pratt. Visto come figura "poetica" di navigante, Corto non si fa mai scrupoli ad uccidere con ironica freddezza, giustificandosi con un sarcastico "Perché sono cattivo" di fronte a domande di spiegazione. Dylan è, fin da subito, più umano e tormentato: e una certa facilità con cui passa al lato oscuro è spiegabile nella sua connessione a Xabaras stesso.