Dylan Dog N. 6 - La bellezza del demonio







LORENZO BARBERIS



Spoiler alert as usual.



Proseguo con l'esame della Prima Deca di Dylan Dog. "La bellezza del demonio" vede ancora testi di Sclavi, e disegni di Gustavo Trigo, uno dei rari "giocatori stranieri" Bonelli, il primo ritorno dopo il suo lavoro sul numero 2.



Il tratto argentino di Trigo è perfetto per il noir, e Sclavi, che già in "Jack lo squartatore" aveva ideato una storia noir, gli serve qui su un piatto d'argento i massimi archetipi del genere riletti in salsa horror.



Un classico eroe da hardboiled, Lawrence Varedo, un assassino in cappello e trenchcoat, fa nel 1945 un patto col diavolo, e risponde (evocato?) un poveraccio, che gli chiede di uccidere la moglie fedifraga, Mala (femmena). Varedo obbedisce, dopo esser stato a letto con la vittima, ma il marito, preso dal rimorso, lo denuncia, ed egli diventa il primo condannato a morte del dopoguerra (e il primo arresto di Bloch, allora "bobby" della polizia inglese), nonostante il corpo di lei sia assente.







La bellissima Mala.



Tuttavia sopravvive miracolosamente alla condanna, e si ritrova anche le mille sterline del contratto col "povero diavolo": va in America, dove continua la sua onorata professione, e torna per "ringraziare l'ometto".



Dylan inizia a cercare negli archivi di Scotland Yard, approfittando della bonomia del vecchio Potts, l'archivista, e trovato il faldone degli omicidi del 1945, come drogato dalla polvere dell'antico volume, si perde in una demoniaca sequenza onirica, al termine della quale si trova in infermeria, arrestato.



La scena citata nella cover: con la differenza che il demone, qui, ha un solo corno, non i convenzionali due della copertina.



Bloch però ha fatto esaminare la pistola, che porta a Clarence Oddbody ("strano corpo": e il nome dell'angelo di seconda classe del film di Frank Capra). Raggiunge la casa dell'uomo, dove la Madre (che dovrebbe essere ultracentenaria!) lo ha imbalsamato dopo la sua morte.



Fuggito fortunosamente dalla psychotica casa della follia, Dylan ascolta la colonna sonora di "Phantom of the paradise" mentre riflette. Parla poi con Varedo, che confessa di non aver ucciso la bella Mala, e gli chiede di ritrovarla.







La spiegazione finale.



A casa di Oddbody trova l'indirizzo, Heaven Road 666, dove abitano Stevenson, Conrad, Bourroughs, Wilde e il demone Behemot. Mala Behemot, per la precisione, tassidermista, che offre a Dylan un whisky che egli, astemio dal n.4 ma non ancora ex-alcolista, accetta. Mala si rivela un demone evocato nel 1782 da una dimensione identica alla nostra, solo un po' più crudele: sembra proprio l'Inferno di Buzzati.



La conclusione è dunque che Mala è un demone, si è innamorata di Varedo che ora è un fantasma, e scaduta la sua reclusione sulla Terra - per lei il vero inferno - fugge nella sua dimensione con Varedo. “C’è chi dice che la vita di tutti è soltanto un sogno”, chiosa Dylan, con una morale che diverrà uno degli onirici tormentoni della serie.



La storia ha tuttavia molti elementi che non collimano, forse volutamente. Innanzitutto, Clarence Oddbody, l'ometto che dà il via a tutto dopo che Varedo ha chiesto un patto col diavolo, parte timido ma finisce per ferire l'altro e fargli firmare un patto scritto per l'omicidio che va a compiere. Tutto fa pensare che egli stesso sia un demone/spirito, come denuncia il nome "Clarence", l'angelo che salva il protagonista di "La vita è una cosa meravigliosa", simmetricamente al nostro Clarence che invece dà il colpo di grazia alla vita di Varedo.



"Oddbody", strano corpo, è un rimando al fatto che egli sia imbalsamato (proprio da Mala, tra l'altro). Se quindi anch'egli appare un demone (come la madre, che non può essere normale, essendo centenaria nel 1986 d Dylan) possiamo vederlo come un famiglio minore di Mala, utilizzato da lei per sedurre e dannare Varedo, anima che si porterà con sé nel ritorno agli inferi.



Resta da capire il motivo dell'insistenza sugli Angeli, forse collegabile al tema dell'ambivalenza Angeli/Demoni, Dio/Diavolo che trapela in Dylan, da Xabaras in poi. Gli scrittori sono tutti autori di storie sui fantasmi (Wilde), sul doppio (Stevenson), sui deliri della psiche (Bourroughs), sulla discesa agli inferi (Conrad, "Cuore di tenebra") e quindi la loro è una pura citazione letteraria. Oppure si vuol dire che la letteratura è la porta principale verso gli infiniti mondi fantastici.



Un albo comunque riuscito, in un filone horror-noir. Da notare come Dylan continui a non esser buonista: Varedo gli è simpatico, e per tutta la storia è totalmente indifferente al fatto che sia un omicida prezzolato.