Dylan Dog N. 9 - Alfa e Omega


LORENZO BARBERIS.

Spoiler alert, as usual.

Continuo il mio discorso sulla prima deca di Dylan Dog con questo "Alfa e Omega", titolo cristologico per l'ultimo albo "ad una cifra". Ai testi sempre Tiziano Sclavi, ai disegni torna Roi, dopo la prova di Anna Never. E se Anna Never anticipava potenzialmente Nathan Never (che avrà una figlia di nome Ann), questo albo anticipa la scientifiction bonellian-neveriana con un albo fantascientifico fin dall'inquietante (e messianico) astronauta sullo sfondo in copertina (sempre di Villa, ovviamente).



L'inizio è un classico da anni '50: la coppietta appartata che incontra un UFO, lui è ucciso, lei posseduta dall'alieno, torna e cerca di avvertire l'umanità, ma è presa per folle. La fanciulla in questione è diciassettenne, tra l'altro: "la metà dei miei anni", le dice Dylan, che si conferma così nei dintorni dei danteschi trentacinque che gli sono attribuiti di solito in ambito bonelliano. Il ratto erotico effigiato con enfasi lovecraftiana (ma più il Lovecraft riletto da Moore, molti anni dopo, in Neonomicon...) è quindi particolarmente conturbante, anche se nel complesso castigato (ma non ignaro, forse, di quella corrente tentacolare del fumetto nipponico che avviava i suoi fasti freudiani proprio in quegli anni).


L'incontro con la cliente è l'occasione per il solito, ossimorico mix di battute a sfondo marxista di Groucho (quando non è impegnato a sfottere la Tatcher, gioca sul suo cognome) e battute a sfondo sessista di Dylan. Due elementi poi persi nell'avvento dell'era politicamente corretta del fumetto.

Così Dylan inizia a indagare, scopre che il ragazzo della protagonista è divenuto un replicante alieno ("Invasione degli ultracorpi") che mette fuori combattimento Groucho, che per la prima volta è in punto di morte.

Dylan si reca sul luogo dell'ufo crash, ma come a Roswell le autorità hanno sigillato tutto, e lui e la cliente sono catturati dalla CIA.



Dylan ovviamente fugge, scopre di trovarsi in una fantascientifica Area 51, indossa la tuta spaziale di un certo "Frank Doole" (omonimo del compagno di Bowman in "Space Odissey"...) ed esplora l'ambiente.

Curioso che oggi crei grande polemica il fatto che il numero a colori della nuova fase 2 inizi con una storia fantascientifica, per via dell'"eresia" del Dylan in tuta d'astronauta. Eresia ovviamente possibile (va vista la storia) ma non a priori, dato questo antecedente "antico".

Si scopre finalmente il senso del titolo: l'astronave Omega, lanciata nel 1953 nello spazio per ragioni sperimentali, sta tornando a casa, con al suo interno la scimmia Alfa, inviata sperimentalmente nello spazio dove è impazzita e ha sviluppato una intelligenza superiore, fondendo 2001 e "Pianeta delle scimmie".

Il '53 è una grande annata per la SF, e quindi può essere una citazione: ma se Dylan ha appena detto, nel numero, di avere 34 anni, è nato appunto nel '53 (salvo poi quello che si scoprirà in seguito). Quindi, come viene ribadito nell'albo, la stessa data del lancio di Alfa nello spazio.

Evidente, così, il tema Clarkiano e Kubrickiano evocato: Alfa e Omega, Principio e Fine, sono la Scimmia, ovvero l'uomo come "scimmia nuda", e l'uomo con la tecnologia, il terrificante esperimento di Omega (la scienza in Sclavi è sempre terrorizzante). Il discorso di Blade Runner, puramente copiaincollato, funziona però perfettamente da commiato finale del messia dei primati.

Tra l'altro, in "Nathan Never" vi è la figura di Mister Alfa, creatore occulto dell'omonima agenzia, e dotato di capacità sovraumane. La storia ha ovviamente una spiegazione diversa, ma certo la coincidenza è curiosa.



Oltretutto, come si chiarisce nel finale, riprendendo un tema diffuso nel primo Dylan Dog, la scimmia ha posseduto, in qualche modo mistico (il corpo è prigioniera della tecnostruttura del razzo Omega), la fanciulla Amy, che attende un figlio cosmico da lei. Un Moonchild crowleyano, figlio della messianica scimmia Alfa-Omega, evolutasi fino a superare l'umano. E a differenza di quello di Clarke, è decisamente inquietante.