Discorso sulla Prima Decade di Dylan Dog - 1994 (88 -99)




LORENZO BARBERIS

Spoilers Alert as usual.

Il 1994 passò alla storia nel mondo dylaniato come "l'anno di Chiaverotti". In quest'anno, infatti, Sclavi si prese un anno sabbatico, dopo "Oltre la morte" (88), su un soggetto di Marcheselli (che, pur realizzando diversi capolavori, non compose mai una sceneggiatura, limitandosi ai soggetti). L'opera vede anche l'esordio ai disegni di Marco Soldi, in una delle sue due storie dylaniate. Il tratto di Soldi è efficace, ma non ebbe poi una forte continuità sul fumetto.


Ecco quindi una lunga sfilza chiaverottiana, dall'89 al 94, con storie indubbiamente valide ma senza nessun vero grande capolavoro. La migliore è forse "Titanic" con Piccatto, storia decisamente pregevole; nessuna però tanto da restare davvero negli annali della testata.



Nel numero 95 arriva sulla testata Gianfranco Manfredi, che sceneggia "I giorni dell'incubo" per Siniscalchi, che diverrà poi un frequente contributore (al decimo posto della classifica dei più prolifici autori di Dylan, guidata ancora da Sclavi, nonostante il suo abbandono).


Dopo "La sfida" (96) di Chiaverotti e M&G, "Dietro il sipario" è la prima prova di Ambrosini come autore completo su Dylan, un tentativo che vedrà un ritorno ad aprire la  "fase uno" del rinascimento dylaniato, con "Una nuova vita" (325).


Dopo "Lo sguardo di Satana" (98), altro Chiaverotti - Dall'Agnol, l'ultimo albo prima del 100, la conclusione della serie, è per "Sinfonia mortale" (99), primo albo su due di Michelangelo della Neve, per i disegni di Cossu. Per questo "66 rovesciato" si sceglie la citazione di Uccelli di Hitchcock, ma a parte alcune riuscite scene splatter la storia non colpì particolarmente, e questo giustifica il ruolo minimo di Della Neve nel pantheon dylaniato.

L'abbandono di Sclavi probabilmente si sente. Iniziano a esserci le prime storie poco riuscite, come quest'ultima o "La sfida", mentre si stenta a trovare un vero capolavoro. L'esordio alla sceneggiatura di Della Neve non entusiasma, come pure quello di Mario Soldi ai disegni non è destinato a restare. Forse l'evento maggiore, oltre all'unica storia di Sclavi, perlomeno di alto livello, all'inizio d'annata è Ambrosoli come primo "autore completo" su Dylan Dog.

Una scelta però, anche questa, che non sarà particolarmente reiterata.

Con questi primi otto anni dylaniati si è giunti oramai alla soglia del n.100, la conclusione di Dylan e del ciclo di Xabaras. Dopo, secondo molti, inizierà un lento declino che, tuttavia, ha portato la serie fino ad oggi. Se c'è decadenza, quindi, è molto relativa. Ma certo dopo il 100, se non altro, c'è l'impressione dell'ingresso in una "età argentea", in cui i fasti del passato sono ormai finiti.