Dylan Dog 2008 (257 - 268). L'esordio di Recchioni.







LORENZO BARBERIS.





Nonostante i tentativi dell'anno precedente, il 2008 di Dylan Dog si trascina abbastanza stancamente.





A Maggio il tentativo di "serializzare" il Lungo Addio, secondo una lunga formula, è affidata alla new entry Di Gregorio, che si era distinto con un interessante "Il numero 63". La storia non è malvagia, ma la connessione all'originale è blandissima, per evitare irritazione nei lettori e, di conseguenza, risulta però poco incisiva.





il 9 Maggio Repubblica richiama una citazione di Eco per parlare del faticoso sviluppo del film che vedrà la luce "il prossimo anno" (in realtà, nel 2010). 





"Posso leggere la Bibbia, Omero o Dylan Dog per giorni e giorni senza annoiarmi". Così diceva Umberto Eco, fan del fumetto creato da Tiziano Sclavi nel 1986 per Sergio Bonelli Editore, da allora diventato un fenomeno popolare (56 milioni di copie vendute in 17 paesi e altrettante lingue)." 





I 56 milioni sono il totale assoluto, certo detto così è impressionante. "Cinquanta milioni di fans di Elvis non possono avere torto", diceva The Pelvis sui suoi dischi. Secondo stime di Recchioni, favorevole a tale approccio (che userà ad esempio per il lancio del suo Orfani, evidenziando l'investimento consistente, in milioni di euro, effettuato), DD ne poteva addirittura vantare 300 milioni.





""Dylan Dog" è un successo anche negli Stati Uniti, dove nel 1997 la Platinum Studios ne ha acquisito i diritti televisivi, cinematografici e di merchandising oltre alla riproduzione dei fumetti. Dopo vari tentativi di trarre un film dalle avventure dell' affascinante detective londinese dalla tipica giacca nera, camicia rossa, jeans e scarpe Clarks, che conquista bellezze mentre indaga su fenomeni paranormali e combatte mostri assurdi - zombi, vampiri, lupi mannari - Dylan Dog giungerà sul grande schermo il prossimo anno. "





Tacendo, ovviamente, della gestazione lunghissima, normale per Hollywood a volte, ma che non è un buon segnale.





Regista sarà Kevin Munroe e protagonista l' emergente attore americano Brandon Routh (che è stato Superman in "Superman returns") nei panni del mitico eroe di Sclavi.





Munroe, regista di TMNT, il remake sulle Ninja Turtles uscito nel 2007, e che inizierà a lavorare su DD in questo 2008, si rivelerà una delusione anche per i limiti produttivi cui sarà costretto, nonostante il millantato budget di 50 milioni di dollari. La sua provenienza dal cinema del divertimento fracassone per ragazzi (le Ninja Turtles) invece che dal New Horror non è certo un bel segnale. 









262 - Giugno





Il 7 giugno (mentre in edicola esce l'Incendiario di De Nardo e Mari) su Repubblica Vittorio Pavesio dichiara: "l' indagatore dell' incubo è un buon testimone della salute odierna dei fumetti: «Vendeva un milione di copie negli anni d' oro, oggi arriva a quattrocentomila. Meno della metà, se vogliamo, ma sono pur sempre cifre impressionanti. Ed è così anche per il resto". Il riferimento è ovviamente al dato complessivo, includendo le ristampe e le uscite speciali, ma dimostra la relativa buona salute ancora presente (il calo più drastico inizierà nel 2010).







La Collina dei conigli di Medda e Mari, a luglio (263), affronta l'usuale tema della vivisezione, col solito stile buonista che è ormai marchio di fabbrica della serie. Si nota, pur nella buona scrittura di Medda, la tendenza all'eccesso, con scienziati in preda a sensi di colpa per le sperimentazioni su conigli e così via. Il buonismo dylaniato ha preso il sopravvento definitivo sull'orrore, perfino in un autore, come Medda, di solito critico verso il politicamente corretto. Lo stesso Recchioni, solitamente  favorevole allo stile dell'autore sardo, sul suo blog avanza garbate critiche sul dilagare eccessivo di un certo animalismo stucchevole. Può anche essere un parlare a nuora perché suocera intenda, e Recchioni, criticando Medda, critichi invece la nascente gestione Gualdoni (ancora affiancato a Marcheselli, ma ormai in procinto di subentrare) e la sua eccessiva prudenza.









Ad Agosto esce il Color Fest 2. La copertina è prestigiosa, ad opera di Tanino Liberatore (anche qui, si conferma fin dalla fase Gualdoni l'idea di puntare su copertine e colore, due elementi collegati). Notevole anche la storia di Bilotta e Giandomenicoche avvia il ciclo di "Dylan del futuro", ripreso con spin-off apposito nella "fase 2" del rinascimento dylaniato (2014).





La storia di Bilotta riprende il ciclo sclaviano del futuro zombie creato da Xabaras, visto ad esempio in Morgana (n.25), da cui disegna lo "Stano del futuro". Un futuro alla Blade Runner, che per certi versi può aver ispirato anche il futuro cyberpunk del bonelliano Nathan Never (1991). Il Dylan con impermeabile e capelli bianco-grigi sicuramente lo ricorda, e in qualche modo rivendica a DD quella fantascienza inquietante, distopica inizialmente seguita da NN, e poi sostanzialmente abbandonata.









L'ultimo numero dell'anno (268) vede l'esordio di Recchioni, che diverrà poi il nuovo curatore cinque anni dopo. La storia è servita da una copertina fuorviante, e inserisce nella trama le ossessioni per l'high tech che Recchioni cercherà di portare nella fase due del rinascimento dylaniato, tramite il personaggio di John Ghost. 





Qui la parte del cattivo è svolta dalla Iperuranium, una Apple horror che promette un mondo migliore tramite la sua tecnologia (ricorda molto la ditta di Ozymandias in Watchmen). L'esordio però ricorda il Sesto Senso, cosa che viene rievocata dalle scene oniriche in cui abbiamo il sospetto che Dylan sia in coma per la freccia ricevuta dal killer di turno.





Si tratta però di un depistaggio, e il personaggio di Summer sarà poi tralasciato, mentre la Iperuranium è addirittura di origine aliena, e sta eliminando singole persone - tra cui Groucho - riprogrammando la realtà. Dylan riesce a disdire il contratto e liberare il mondo da questo inquietante influsso alieno. La storia, fra l'altro, è disegnata da Brindisi, che aveva illustrato il ciclo alieno di Sclavi, al cui "complottismo" Recchioni sembra collegarsi in modo più ironico. La Iperuranium ha molti tratti della Trapassati Inc. dove operava John Doe, con la differenza che là era, con la morte, parte dell'equilibrio naturale del cosmo, mentre qui sembra voglia ridefinirlo, ottimizzandolo. Pare che per Recchioni fosse importante, avendola già introdotta nella sua breve col serial killer Axel, e di fatto credo che tornerà con John Ghost, in nuove sembianze.





Titolo originale, poi modificato, ""Un Mondo Senza Groucho", certamente molto più di impatto (anche se più fuorviante del modulo A38 di Asterix con cui Dylan chiude la faccenda).










L'albo è uno dei pochi che riesce ad ottenere un riconoscimento dalla stampa generalista, per la sua riflessione sulle polemiche circa battesimo e "sbattesimo" chiesto dagli atei militanti, forti in quei giorni. Ne parla il laico Giorello, in un suo articolo, con favore.





Recchioni dimostra, con questa prima uscita sulla serie regolare, la sua capacità di far circolare, anche subliminalmente, un certo hype nelle sue storie sul personaggio, mentre Medda pare ormai aver esaurito la sua vena metaletteraria, e la Barbato latita, rinunciando al possibile ruolo di erede-guida.