Fotografare L'Energia


Urfaut 2010


Questo nuovo post è una piccola ma importante anteprima del mio Blog, ed è dedicata al lavoro di Urfaut, l'alchimista digitale.

Urfaut ha appena inaugurato in quel di Bergamo quella che è la prima di un ciclo di mostre intitolato “Fotografare l'energia” (fotografarelenergia.it), per un totale di tre appuntamenti, in ognuno dei quali vengono esposti due set fotografici.

I successivi due saranno dedicati all'Acqua e al Vento; quello attuale, in cui espone (assieme ad Alvise Vivenza), è relativo al Sole (i tre elementi "energici", attivi: Aria, Acqua e Fuoco, con la sola esclusione della Terra, il più "passivo" e ricettivo).

La mostra, seguendo un progetto da tempo elaborato da Urfaut, è la prima mostra di foto a prevedere l'adozione cornici digitali come strumento espositivo per la fotografia artistica.

Organizzata dalla locale società energetica ABenergia, l'adozione di questa tecnica risponde anche ad esigenze ecologiche nell'utilizzo dell'energia, evitando l'uso di acidi di stampa per la realizzazione delle foto; ma risponde innanzitutto all'interesse di ricerca dell'autore per le nuove frontiere tecnologiche del mezzo fotografico.

 Anche il modo di affrontare il tema del sole lo dimostra: Urfaut ha qui scelto di recuperare la tecnica della fotografia all'infrarosso nella sua ricerca "720 NM" (la frequenza del filtro a infrarossi), che lavora sull'eliminazione di particolari frequenze della luce solare per consentire immagini più nitide e definite.

In questo modo, Urfaut va a lavorare sull'essenza stessa della fotografia, che nella sua nascita con la fotoriproduzione di un'incisione di Pio VII realizzata nel 1822 da Nicephore Niepce, si pose fin da subito quale Eliografia, “dipingere con il Sole” (non posso qui esimermi da notare che il papa in questione, catturato da Napoleone, nel 1809 sostò a lungo a Mondovì e al suo Santuario sulla strada verso la prigionia, creando poi, anche nel monregalese, la rete dell’esoterismo cattolico dei Chevaliers De La Foi di Lanteri, a lui fedeli).

 La tecnologia a infrarossi è solitamente adottata dal moderno pittorialismo fotografico, ovvero quella corrente che riprende – in modo ingenuo o consapevole – l'estetica pittorica in quella fotografica. Urfaut lavora così ironicamente sulla tecnica restituendoci in cinque foto cinque diverse declinazioni del pittorialismo.


Urfaut 2010

Parlano direttamente della pittura la ripresa del figurativo Morandi e dell'astratto Mondrian (quasi anagrammi l'uno dell'altro), per proseguire poi con una rilettura delle moderne estetiche della fotografia contemporanea, quasi l'autore volesse ricordarci, come un novello Lichtenstein fotografico, che anch'esse sono passabili di manierismo.

Insomma, una riflessione indubbiamente affascinante, che è quasi, en abime, una pars destruens del vecchio manierismo fotografico che vuole avvertire come la Nuovo Fotografia digitale debba sfuggire anch'essa, come quella tradizionale, dalle sabbie mobili dell'anestetica pittorialistica meno consapevole.

In fondo, ogni giorno, sugli schermi dei nostri laptop, infiniti sfondi di desktop sono una grande mostra permanente dell'immaginario fotografico dell'umanità. La mostra di Urfaut ci consente così di avviare una riflessione per un'ecologia dell'immagine futura, in grado, si spera, almeno di restituirci un maggior grado di consapevolezza.