Mostri di ferro nero

Nell'assenza di fatti di rilievo da segnalare, riprendo coi miei post sui luoghi della Mondovì esoterica, Piazza in particolare. "Mostri di ferro nero" è la definizione che dà delle sue due vetture Saverio Vertone nel suo inquieto ricordo della Mondovì degli anni '30, così come appare nel magnifico volume Einaudi dedicato alle Langhe e ai loro scrittori. Nata nel 1886 con un sistema idraulico, nel 1926 la funicolare era stata adattata a un sistema a vapore, che è probabilmente quello che rammenta Vertone; nel 1941 una nuova evoluzione col passaggio all'elettricità, e quindi nel 1960 le ultime vetture, che saranno dismesse nel 1976, l'anno della mia nascita. Io me le ricordo inattive nelle due stazioni di monte e di valle, fino a quando nel novembre 2006 è arrivata la Nuova Fune, progettata dal designer garessino Giorgio Giugiaro, moderna ed ipertecnologica, presente nella copertina del post. Ma anche per tutti i primi trent'anni della mia vita la funicolare mi ha accompagnato come una silente ossessione, perché la sua riattivazione era divenuto il principale cavallo di battaglia dell'opposizione di destra contro il centrosinistra democristiano di mio nonno Memo Martinetti, allora sindaco di Mondovì. Alla fine i liberali vinsero le elezioni nel 1990 (l'anno in cui mio nonno lasciò la politica: ma non credo ci sia una connessione) e da allora iniziarono a cercare di riattivarla, riuscendoci dopo altri quindici anni. Ovviamente ora che c'è - da quattro anni - si vocifera continuamente della sua imminente chiusura. Ma per ora esiste, ed è il segno più visibile di un potenziale "Rinascimento monregalese". Ecco le altre funi, in immagini riprese da Funivie.it.

Funicolare del 1886, con motore ad acqua.



Funicolare del 1960, disattivata nel 1976 sotto l'ultima amministrazione Martinetti. A me ricorda singolarmente il furgoncino di Lost.
