Jonh Doe 3

Letto il terzo numero della nuova serie di John Doe (allerta spoiler as usual). Dopo un secondo numero che non mi aveva colpito particolarmente, devo dire che questo terzo capitolo della serie, sceneggiato da Marco Uzzeo, mi ha soddisfatto completamente. Il titolo vertoviano del numero, "L'Uomo con la macchina da presa", fa riferimento al tema portante dell'episodio, il rapporto tra uomo e Dio all'interno del mezzo cinematografico. 

L'apertura azzardata con un monologo di Bill Hicks, probabilmente una delle cose più divertentemente blasfeme uscite su un fumetto bonelliano mainstream, rimanda forse alle polemiche intervenute sulle "citazioni" di Luttazzi, di cui ampiamente si è discusso online; la scelta di Clint Eastwood come eroe feticcio di John Doe è perfetta, così come l'assenza di esitazioni nel mettere in scena l'abiezione del protagonista.

La centralità di Asteroid nel ricostruire il rapporto padre/figlio così come vissuto dall'ignorata divinità, cosa che si riflette sul rapporto Dio/umanità nella sua concezione, contribuisce a dare alla storia il giusto senso postmoderno, e la conclusione è meno scontata di quel che si potrebbe immaginare. Divertenti le citazioni di Melies - in fondo immancabile in un fumetto come questo - e quella del buon vecchio Earl Hickins, che fa capolino in una selezione sul set.

Insomma, John Doe continua a non deludere e anzi sembra arrischiare sempre più in quest'ultima stagione che, comunque vada, chiuderà un'era dell'italico fumetto.