Templari a Cuneo

Dato che oggi è stato comunicato che il 17 marzo sarà, una tantum, festa per l'Unità Nazionale (nella ricorrenza della proclamazione dell'unità italiana), inauguro un post relativo alle celebrazioni per l'Unità e relative polemiche. 

La provincia di Cuneo difatti ha di recente approntato una serie di poster rivolti alle scuole per illustrare la storia della provincia stessa dato che, essendo sorta con l'unità d'Italia, anche la Granda vanta centocinquant'anni, seguiti a quanto pare dal professor Aldo Mola, storico autorevole della massoneria italiana (tra l'altro, nessuno avrà mai notato la vicinanza grafica tra Mola e Mola-y?)..

Due docenti dell'università di Torino non hanno mancato di far notare alcune formulazioni a loro avviso imprecise, lamentando soprattutto il fatto che si sia annotato che i Saraceni, la cui invasione è definita peggiore di altre, come Islamici. Tale cosa, per loro, sarebbe segno di istigazione alla discriminazione, con relativa richiesta di ritiro del manifesto dalle scuole. In verità, mi lascia onestamente più perplesso la diffusione del cristianesimo come "rimedio" alle invasioni barbariche, dato anche che, come i due esimi professori hanno notato, i popoli invasori erano già cristiani.

Se vogliamo accentuare le nostre perplessità, l'uso del 476 d.Cr. (e perché non semplicemente d.C.?) come spartiacque del crollo dell'impero è un riferimento forse abusato, così come troppo rapido sembra il salto senza quasi mediazioni da Romolo Augustolo a Staffarda (altro polo di interesse ermetico in zona, di cui si dovrà riparlare...), sia pure in un poster didattico necessariamente dotato di sintesi. Fa invece piacere il riferimento ai templari, tra parentesi come gli islamici. Il Mola non si smentisce, e come in altri saggi che ho avuto modo di apprezzare, dedica sempre la giusta rilevanza alla traccia ermetica delle vicende dei cavalieri del tempio (che, come visto, hanno di recente molto interessato l'ermetismo cattolico).

In una lettura complottista, ovviamente, sarebbe forse questo il vero bersaglio, e la questione dell'islamismo solo una copertura; probabilmente, ci sarebbe da trovare una connessione con i recenti sommovimenti del templarismo cattolico a Mondovì, cui anche il saluzzese Mola si avvicina avendo insegnato qui al Liceo a inizio carriera. Speriamo che il centocinquantenario sia anche un modo per celebrare le trame segrete della terza rivoluzione massonica che produsse il Risorgimento, anche e specialmente qui nel cuneese. La copertina del post, ovviamente, è lo scatto di un lembo del manifesto incriminato.