Camerata Corto Maltese?























Una recente polemica interna al mondo fumettistico ha riguardato la reinterpretazione operata da CasaPound, il centro sociale della "nuova destra", su uno dei più importanti personaggi fumettistici italiani, il Corto Maltese (1967) di Hugo Pratt, con una conferenza intitolata appunto "Camerata Corto Maltese" , ovviamente con la scusa della "provocazione". Ciò ha ovviamente suscitato le reazioni irritate dei collaboratori di Pratt e dei critici fumettistici allineati a sinistra, che citano tutti i passaggi che rendono logicamente irriducibile Corto Maltese al fascismo: dallo scontro coi fascisti in Favola di Venezia (e però con grande stima culturale per D'Annunzio...) al rapporto col fascista Tenente Stella in un avventura africana. Si rievocano inoltre i manifesti effettuati da Pratt per celebrazioni resistenziali e numerose dichiarazioni di progressismo in varie interviste. 

Naturalmente da destra si oppone "lo spirito" idealistico dell'opera contro l'apparente dato fattuale: oltre all'appartenza di Pratt ad una famiglia fascistissima (il nonno fondatore dei fasci veneziani...) e alla sua iniziale, giovanilissima adesione alla X Mas, si evoca il suo fascino per le divise e si ribadisce che Corto Maltese, pur ora pirata, è per divisa e passato Marinaio, quindi inscrittibile a una dimensione militaresca.

Tralasciando le note biografiche prattiane (che, parlando del suo personaggio, non significano alcunché), ricondurre Corto Maltese ad una appartenenza politica è impossibile; tuttavia, come è stato fatto notare nell'interessante dibattito online, il fumetto d'avventura presenta in modo innegabile una sua struttura di per sé anti-progressista: l'eroe, per funzionare, deve quasi immancabilmente risolvere la situazione in modo impulsivo, e in modo comunque sostanzialmente violento, secondo uno schema di valori che deriva da un certo idealismo romantico da romanzo popolare, sopravvissuto nel fumetto moderno che ne ha spesso e volentieri raccolto l'eredità. 

Corto Maltese non solo non fa eccezione, ma come ha notato soprattutto certa critica francese è particolarmente disponibile all'omicidio come risoluzione delle situazioni, anche quando non parrebbe strettamente necessario, e di fronte alla richiesta di giustificazioni si limita a sogghignare un irridente "Perché sono cattivo". Sotto l'apparente progressismo, quindi, Corto Maltese è un principio più distruttivo di quanto si sarebbe disposti ad accettare. 

Non a caso, nel corso del dibattito, c'è stato chi ha evidenziato (Alessandro Di Nocera) come la destra potrebbe riconoscersi, come modello, nelle figure elaborate da un Frank Miller, il cui discorso fumettistico è, almeno superficialmente, apparentemente di destra (a un livello più profondo, ovviamente, bisognerebbe fare un discorso più articolato sull'ironia milleriana nel mettere in scena i suoi granitici vendicatori mascherati). 

L'affermazione è certo condivisibile, ma la cosa curiosa è che Miller identifica in Pratt il suo principale riferimento stilistico sia per quanto riguarda il tratto che, in realtà, anche per l'ipercinetica violenza delle storie. Oltre a dedicargli "Silent Night" del ciclo di Sin City, difatti, nomina "Corto Maltese" l'isoletta contesa da USA e URSS che scatena il possibile olocausto nucleare in Batman (dove Reagan è sfottuto come un incompetente pusillanime, a riprova della difficoltà di inquadrare un'opera letteraria in rigide categorie politiche).

Sopra tutto, la cosa che mi pare si sia trascurata nel dibattito è la dimensione profondamente esoterica di Corto Maltese, il suo costante essere sospeso tra questo mondo e quello fantastico, di cui spesso diviene un campione umano come quando viene evocato da Puck, Merlino, Morgana e Oberon per difendere l'Inghilterra contro gli invasori tedeschi. In questa sua sostanziale irriducibilità al piano puramente umano e immateriale sta probabilmente inscritta anche la ragione di quel tratto di una certa crudele indifferenza verso i comuni mortali che ha forse affascinato i rilettori fascisti, al di là della sua corretta comprensione, ignorando con bonaria superiore ironia le stesse confraternite ermetico-massoniche cui Pratt invece apparteneva con convinzione: alla domanda se era un libero muratore preferiva definirsi con un sorriso sprezzante un "Libero Marinaio".