Fée Verte

"Fée Verte Presentation" (2011)

Buon successo alla mostra dedicata alla "Fata Verde" inaugurata questa sera nella bella cornice dell'Antico Palazzo di Città a Mondovì Piazza. Dopo il saluto alla città del nuovo assessore alla cultura, Giancarlo Battaglio, mi è toccato di dire qualche parola sulla avvincente esposizione. Non avevo molto da aggiungere sui singoli artisti a quanto avevo scritto per il minicatalogo della mostra, testi che riporterò qui nei prossimi giorni, e quindi ho ripreso il discorso del blog di ieri sulla fusione sinestetica delle quattro arti in un solo discorso a più voci. 

I potenti ready made in ferro dello scultore di Boves, Gianni Maunero, hanno unificato le tre sale degli ospiti monregalesi, oltre ad essere presenti in una quarta sala autonoma. L'urlo di Munch ripreso dall'artista in un  originale bassorilievo metallico o l'urlo zannuto della colossale figura antropomorfa della prima sala parevano dialogare con le tavole di Gianni Bava dedicate all'Urlo (1955) di Allen Ginsberg, punto di mediazione essenziale tra il simbolismo tardoottocentesco della fata verde e i suoi epigoni del 2000. Ma anche le liriche di Alessandro Dattola, reinterpretate dal poeta con inserti di ready made, si amalgamavano bene con il donchisciottesco paladino della seconda sala e gli altri object trouvé mauneriani. Quanto alla terza sala, le energiche fotografie di Bruno Capellino, fervide fiamme fluttuanti di fuoco, spiccavano sulle pareti di azzurro glaciale evocando l'alchemic fire da cui i metallici automi di Maunero sono stati assemblati: lo stesso della spada  fiammeggiante dell'arcangelo Michele nel dipinto che presiede all'antico palazzo civico, e che è possibile ammirare sullo sfondo della foto di copertina del post.

(Il link del PDF del catalogo de "La Fata Verde" sul sito del comune di Mondovì, salvo cancellazioni, è qui)