The Rose Of Versailles


Il post di oggi è dedicato a un vecchio cartone animato della mia infanzia, che mi è tornato alla mente in questi giorni, il celeberrimo "Lady Oscar" di Riyoko Ikeda, probabilmente il più massacrato degli anime nipponici tradotti qui da noi. 

La vicenda è incentrata, come arcinoto, su una fanciulla che, sotto le mentite spoglie maschili di Oscar Francois de Jarjayes impostele dal padre, un generale devotissimo alla corona realmente esistito, diviene il capitano delle guardie imperiali sotto l'ultima regina di Francia, Maria Antonietta, assistendo così alle vicende della rivoluzione francese. La versione italiana non solo eliminò ogni accenno alla tensione saffica che la situazione viene a generare (fondata su un antico archetipo del poema cavalleresco...), ma addirittura, al di là del titolo ossimorico, diverso comunque dall'originale e più poetico "La Rosa di Versailles", faceva chiamare direttamente la protagonista Lady o Madamigella Oscar nel corso dell'opera, annullando del tutto l'elemento del di lei travestimento maschile.

Il fumetto originale risale al 1972, e costituì un primo tentativo di manga storico di ambientazione europea. L'idea di fondo era potentemente ispirata ad uno dei primi shojo manga (fumetti giapponesi femminili), "Princess Sapphire", realizzato dal dio dei manga, Osamu Tezuka, nel 1952-53, primo shojo manga ad essere animato nel 1967. Sapphire è la figlia del re di Silverland, spacciata per maschio per non lasciare il trono vacante. Ella ha del resto un animus maschile in corpo femminile, prodotto per errore dall'angelo che da allora le sta a fianco, proteggendola da pericoli naturali e sovrannaturali (attratti dalla sua condizione, magicamente potente). Nel regno tutti hanno nomi di metalli e pietre preziose, ma Sapphire, oltre che a Zaffiro, contiene ovviamente anche una allusione a Saffo che i censori Fininvest degli anni '80 non ritennero o non seppero di dover censurare neppure da noi.

Dopo il grande successo del manga della "Rosa di Versailles", l'opera venne animata nel 1979-1980, con un iniziale insuccesso. Tuttavia, trasposta in occidente, la serie ottenne un nuovo successo, legato anche al comprensibile maggiore interesse per l'evento cardine della storia europea, perfettamente romanzato nell'anime. In Italia apparve nel 1982 con il titolo "Lady Oscar" (in quanto tale voluto dalla produzione nipponica: meno poetico, ma forse più accattivante e comunicativo) ed ebbe subito un successo enorme, più che ogni altro paese europeo.

La vicenda centrale dell'opera è lo scandalo della collana, il fulcro ermetico della rivoluzione francese, che viene così divulgato forse per la prima volta anche in Occidente in un'opera di così grande portata popolare, almeno dai tempi dell'omonimo romanzo di Dumas. La collana al centro della vicenda era stata pensata per la duchessa Du Barry, la favorita del re. Morti questi nel 1774, i gioiellieri che speravano di rifilargliela cercarono di venderla a Maria Antonietta, che rifiutò a più riprese, l'ultima nel 1781. I motivi non sono chiarissimi, ma è plausibile che abbia giocato un ruolo l'altezzoso rifiuto di accettare, come seconda scelta, un omaggio pensato per la cortigiana reale.

Nel 1784 si inserisce nella vicenda la contessa Jeanne Valois de la Motte, una fanciulla con quarti di nobiltà ma di umili natali, che convince il Cardinale di Rohan, caduto in disgrazia presso la regina, di essere la sua nuova favorita tramite lettere regie falsificate. Gli estorce così enormi donazioni e lo convince pure a porsi come "intermediario" della regina, che lei gli fa anche intravvedere sotto le mentite spoglie della prostituta madamoiselle D'Oliva, per acquisire la celebre collana: ultimo passo per la sua riammissione a corte.

Rohan compra la collana e la consegna alla Valois; ovviamente però le ricevute dei gioiellieri non vengono pagate dalla corona; nel 1785 Rohan viene prelevato in chiesa, durante la celebrazione, condotto al cospetto del re ed arrestato pubblicamente per la sua azione imprudente. Anche Jeanne Valois e i suoi complici vengono arrestati; la contessa si difese sfrontatamente, sostenendo di aver realmente agito per ordine di Maria Antonietta, e approfittando del processo per rivelare pubblicamente gli amori saffici della regina e le varie perversioni e sperperi della sua corte.

Assistente del cardinale, tra le altre cose, era anche l'esoterista Cagliostro; cosa che ha fatto sempre sospettare di un influsso della massoneria nello scandalo, allo scopo di denigrare la monarchia propiziando così la rivoluzione. Il processo, che si concluse nel 1786, non ritenne comunque Cagliostro pienamente colpevole, ma ugualmente ne ordinò la deportazione dal paese. 

Venne invece scagionato il cardinale di Rohan, con un tremendo schiaffo alla monarchia, che vedeva così impunito il concetto di Lesa Maestà, cosa che poteva lasciar intendere che il Parlamento di Parigi ritenesse false le accuse specifiche della Valois, ma vero il contorno generale. Jeanne Valois fu invece condannata alla flagellazione e alla marchiatura a fuoco come Voleuse, ladra, con una V, e quindi inviata al carcere a vita, da cui però riuscì a fuggire nel 1787, rifugiandosi a Londra. 

Da qui, nel 1788, lascerà trapelare i propri memoriali, insistendo sui concetti da lei espressi nella sua agguerrita e velenosa autodifesa. L'odio verso la regina austriaca giunse al suo apice, e unitamente all'infelice congiuntura causò la rivolta popolare, simbolicamente scatenata dalla frase celebre (falsa, come molte) che sarebbe stata pronunciata dalla regina ("Se non hanno pane, mangino brioches").

Nel 1789 la rivoluzione aveva inizio. Alla riunione della Pallacorda, nel manga di Ryioko Ikeda, Oscar incontrerebbe il giovane Napoleone, rimanendo affascinata dal suo incredibile carisma, poco prima di morire, simbolo della fine di un'epoca, nell'emblematica battaglia della presa della Bastiglia. Oscar Francois, simbolo della monarchia francese, muore per la sua causa, emblema di Maria Antonietta la cui testa cadrà di lì a poco, coronando - è il caso di dirlo - la profezia cristologica già contenuta nell'immagine che di essa ci danno i titoli di testa del cartoon (qui riportati in copertina del post).

Nella realtà, con l'avvio della rivoluzione il conte di Jarjayes, fidatissimo dei reali, svolgerà a partire dal 1790 delle missioni a Torino presso la corte sabauda, preoccupata come ogni monarchia dal crescere della tensione rivoluzionaria. Nel 1793, con la repubblica, si trasferirà qui in via definitiva, servendo il re di Savoia fino alla capitolazione del Piemonte sotto l'esercito napoleonico.

Proprio Napoleone, che avvierà la sua carriera nella battaglia di Mondovì (1796), sarà il protagonista del sequel de "La rosa di Versailles", realizzato nel 1987. Sullo scandalo della collana il corso fatale dichiarò una volta: "La regina era innocente e per rendere nota in pubblico la propria innocenza volle che il Parlamento fosse il giudice. Il risultato fu che si ritenne la regina colpevole." Forse era stato influenzato dalla sua vecchia amica Lady Oscar.