Ira


photo by Lorenzo Barberis (2011)

Continuiamo i post su San Fiorenzo di Bastia Mondovì con il secondo dei sette vizi capitali incatenati e condotti all'inferno. Dopo l'Accidia, è la volta dell'Ira, che cavalca una belva feroce e si ferisce da sè con il pugnale che porta in mano, a indicare che l'Ira si rivolge sempre verso il soggetto che la esprime (nella Divina Commedia dantesca, frequentemente gli irosi sono rappresentati nel "mordersi i pugni", a indicare la loro rabbia repressa; e ancora oggi, "mordersi le mani" è un modo di indicare una rabbia per un fallimento che viene rivolta simbolicamente verso di sè). Curiosamente, nel disegno medioevale, l'Iroso è qui presentato quasi calmo mentre si sgozza lentamente.