San Fiorenzo


Lorenzo Barberis, "Lucifero di Bastia" (2011)

Considerando per ora esaurite le foto di Firenze, passo a presentare una nuova fotogallery relativa alla Mondovì esoterica. Si tratta probabilmente di una delle più importanti e più esoteriche attrazioni del monregalese, la misconosciuta chiesa di San Fiorenzo presso Bastia Mondovì. Affrescata nella seconda metà del '400 da un gruppo di frescanti della scuola monregalese, facenti probabilmente capo ad Antonio Dragone di Monteregale, la chiesa presenta il più vasto ciclo gotico del periodo, dove riprende e reinterpreta in modo autonomo e originale il tema dell'Inferno. 

Cominciando dal pezzo da novanta, il Lucifero che siede in trono al centro dell'inquietante Ade di Bastia Mondovì, si può notare come esso strazi con le sue molteplici bocche i peggiori peccatori degli inferi, come nel Lucifero di Dante. A differenza del modello dantesco, però, le bocche - a parte quella dell'unica testa - sono dislocate sulla parte inferiore - ed infera, appunto - del corpo del demone, riguardando i ginocchi e ovviamente il luogo dell'organo genitale, ove aveva appunto sede il Demone Meridiano secondo la concezione medievale. I dannati che squarta nella bocca non sono però Giuda, traditore di Cristo, e Bruto e Cassio, traditori di Cesare; ma un Advocatus, morso nei piedi e negli occhi dalle lingue serpentiformi delle bocche dei ginocchi, e numerosi Procuratores, divorati dalla bocca centrale ed anch'essi infestati di serpenti, la testa poggiata sui loro codici menzogneri. Chi amministra la giustizia, dunque, è il peggior traditore della stessa, così come l'avvocato, se non è traditore di Cristo, tradisce piuttosto il suo cliente in questa concezione medioevale.

Appare curioso notare come un procuratore divorato dalla bocca centrale inferiore si regga alle catene che, comunque, imprigionano Lucifero nell'inferno di cui è re; formando un nodo che ricorda un infero Yin Yang. Forse, simbolicamente, Lucifero divora chi ha abusato della Legge, ma al tempo stesso è incatenato a sua volta dalla Legge divina.  L'aspetto del demone è poi decisamente singolare: verde e d'aspetto rettilico, come sottolineano pure le zampe palmate, esso è tuttavia maculato come una Lonza - la frode nell'allegoria di Dante - mentre le orecchie ricordano vagamente quelle di un elefante. 

Non per accondiscendere sempre alla passione ufologica di alcuni lettori del blog, ma va rimarcata una vaga somiglianza con l'improbabilissima rappresentazione dei marziani secondo le ricostruzioni del padre della scientifiction, Hugo Gernsback. I piedi palmati e le orecchie da elefante coincidono; e i numerosi serpenti potrebbero corrispondere alle cinque proboscidi di questi mostruosi esseri viventi.