Astro di Moebius









Moebius, Garage Hermetique, 1976






"Dopo due mesi trovai da Belbo un numero, fresco di stampa, di Parnaso Enotrio, con un lungo articolo, "Rinascita dell'occultismo", in cui il noto ermetista dottor Moebius parlava della miracolosa rinascita delle scienze occulte nel mondo moderno e annunciava che la Manuzio intendeva mettersi su questa strada con la nuova collana Iside Svelata" (Umberto Eco, "Il Pendolo di Foucault"; 1988, p. 211).





E' mancato oggi, all'età di settantatré anni, il grande fumettista francese Moebius. L'idea di registrare un hermetical blog mi è venuta, ovviamente, dal suo Garage Hermetique, che ha rivoluzionato il mondo del fumetto. Un'opera apparsa nel 1976 (il mio anno di nascita) su Metal Hurlant, la rivista-simbolo del moderno fumetto francese di fantascienza, nata l'anno precedente, di cui Moebius aveva allora realizzato il fumetto-simbolo Arzach.











Leon Battista Alberti e Andrea Mantegna, Hypnerotomachia Poliphili (1467-1499)







Pubblicato a puntate per quattro anni, fino al fatidico 1980 che porterà al riconoscimento della New Wave postmoderno anche nell'ambito del fumetto, nel Garage la sceneggiatura è lasciata volutamente fumosa e incomprensibile, generando appunto un effetto di fantascienza ermetica, creando un testo che come le incisioni dell'Hypnerotomachia Poliphili e le sue innumeri imitazioni susseguenti stimola al lettore infinite interpretazioni.









Mauritius Cornelius Escher (1898-1972), Infinite Ladder



Moebius era nato come Jean Giraud nel 1938, e si era avvicinato al mondo del fumetto col western, nel 1954. Qui, come Gir, realizzerà storie impeccabili, soprattutto quelle del suo celebre Blueberry. Ma intanto, dal 1963, adotta lo pseudonimo di Moebius per le sue opere più sperimentali, dal nome del matematico tardosettecentesco August Ferdinand Moebius (1790 - 1868), inventore del celebre nastro, l'otto rovesciato che simboleggia l'infinito. Un simbolo grafico reso noto dal lavoro dello svizzero Escher, che in qualche modo Moebius contribuì a portare nel fumetto, rendendo quelle deliranti e razionalissime architetture lo spazio di narrazioni ugualmente oniriche. L'eroe Jerry Cornelius, difatti, è in effetti un nome open-source offerto al mondo del fantasy più ermetico dal grande Michael Moorcock, ma è anche il secondo nome del pittore svizzero, credo non a caso.



Molti oggi ricordano, complice Wikipedia, come il Dottor Moebius entomologo del "Casanova" di Fellini sia ispirato a Moebius stesso. (update: il blog Fumettologicamente, autorevole fonte di studi fumettistici online, riporta il carteggio preciso a sostegno di tale tesi).



La citazione potrebbe rimandare anche all'originario scienziato Settecentesco, dato che l'opera è (anche) un centone del Settecento letto sub specie  Casanovae. Del resto la consonanza dell'anno è certamente gustosa, e l'opera di Fellini si conclude con un amplesso tra una bambola meccanica hoffmaniana e il grande seduttore, che di certo non sarebbe sfigurata nel cosmo ermetico di Moebius. Ma se dobbiamo cercare coincidenze mistiche, a questo punto preferisco concordare con chi sostiene che si tratti di un omaggio ad Hans Bellmer, venuto a mancare nel 1975, giusto l'anno prima (su questo interessante blog è ricostruito con efficacia il parallelo tra le rispettive opere).








Andrea Pazienza, Penthotal, 1977



Quello che è certo è invece che l'opera ebbe una enorme influenza sulla nostra cultura fumettistica, certo diluita ed annacquata nel tempo, ma indubbiamente presente. In primis Andrea Pazienza, col suo Pentothal del '77, quindi anche Manara, che da Moebius dichiara (e si vede) di aver imparato a disegnare, realizzando anche alcune interessanti incursioni nella fantascienza. E se la fantascienza bonelliana di Nathan Never (1991) nasce in un'ambientazione da Blade Runner in ligne claire, di certo questo è dovuto anche, in gran parte, all'influsso di Moebius sulla nostra cultura fantascientifica a fumetti.










Nathan Never (1991)



Ancor più l'estetica del Garage di Moebius ha influito sul moderno cinema di fantascienza. In collaborazione con il più grande mago bianco moderno, Alejandro Jodorowski, in quello stesso 1976 aveva lavorato a una fantasmagorica trasposizione di Dune di Herbert, che avrebbe dovuto vedere Salvador Dalì nei panni dell'Imperatore della Galassia. Jodorowski sostiene, con qualche fondamento, che quell'estetica, fatta imprudentemente circolare, fosse stata ripresa da Lucas stesso in Star Wars (ma nella fantascienza, da Asimov in giù, è difficile trovare qualcuno che non sia il "vero autore" di Guerre Stellari).








Moebius, Dune, 1976



Moebius era tornato, con gli anni '80, ad accettarla per la penna del più grande esoterista bianco moderno, Alejandro Jodorowski. Con lui, nel '76, aveva preparato il grandioso affresco futuribile di Dune per il produttore italiano Dino de Laurentiis.



L'estetica di Moebius passerà però al cinema tramite Alien (1979) e Tron (1982), i due film che segnano l'avvio del cyberpunk cinematografico nella fantascienza spaziale e urbana. Nel mentre, negli anni '80 Moebius, rifiutata la sceneggiatura, tornava ad accettarla per la penna di Jodorowski nel grande affresco dell'Incal (1981 - 1988), incentrato su una devota interpretazione degli archetipi dei Tarocchi. Jodorowski dedicherà in seguito tutta la sua Opera al restauro filologico del tarocco marsigliese, e allo sviluppo del cosmo dell'Incal in tutti i suoi svariati addentellati futuribili.








Moebius, Silver Surfer, 1989



Nel 1989 anche il fumetto americano riconosce e consacra Moebius: Stan Lee lo chiama come disegnatore di una storia del suo Silver Surver (1966), l'unico supereroe americano che potrebbe quasi esser uscito dalla sua penna (lo sapeva certo anche Moore, quando aveva realizzato il suo Watchmen del 1986). Una cooperazione che quasi riscatta la miscomprensione del suo capolavoro ermetico, titolato in inglese "The Airtight Garage", il Garage A Tenuta d'Aria (le brutte traduzioni non sono un appannaggio esclusivo degli italiani, ovviamente e per fortuna).



Nel 1996 "Il quinto elemento" di Luc Besson è un liberissimo adattamento dell'Incal, che dà seguito a una lunga causa legale persa dagli autori originali. Ma intanto Moebius avvia il suo grandioso progetto "Inside Moebius" (2000 - 2010), un ritorno al suo fumetto puro, oltre la sceneggiatura, che lo tiene occupato per la fase finale della sua esistenza.




Oggi l'astro di Moebius finisce la sua parabola terrena. E pertanto, continua nell'Infinito.