Il Cabalinguista










Marco Roascio, "Revisione Murale": il Sole delle Alpi.








Incontro intimo ma molto interessante, ieri sera, presso "La Meridiana Tempo", l'associazione culturale di cui faccio parte, con il socio Marco Roascio, scrittore, giornalista, fotografo, pittore e soprattutto fondatore di una disciplina, la Cabalinguistica, dalle implicazioni estremamente suggestive e interessanti (vi rimando al sito ufficiale dell'autore, http://www.cabalinguistica.it, dove tale sviluppo è ricostruito con riferimenti, come si può vedere, anche di alto livello ermetico).





Roascio ha presentato ieri il suo lavoro di rielaborazione di graffiti e manifesti urbani di varia natura: partendo da un'immagine originale che rechi traccia dello stratificarsi di segni sui muri della città, egli la rielabora aggiungendo spessore tridimensionale alla piattezza della parete dipinta, quasi a generare una nuova dimensione che si sviluppa dalle suggestioni di mozziconi di frasi, screpolature, ruggini, brandelli e lacerti di comunicazioni ormai perdute.
















Marco Roascio, "Revisione Murale", L'Indipendenza.








Particolarmente interessante ho trovato il suo lavoro sul simbolo del Sole delle Alpi, che è quasi un trattato di sociologia della Seconda Repubblica in questo scorcio di Piemonte Meridionale. Il murale, piuttosto noto nel monregalese, si trova su un cascinale periferico dove i simboli padani campeggiano cubitali in biacca bianca da tempo immemorabile, più o meno dal trionfo locale del movimento, con il probabile beneplacito dei proprietari, ed inneggia all'Indipendenza (per me è sempre un cortocircuito mentale, perché "Indipendenza" sono per me le guerre risorgimentali, e quindi unitariste).





Un primo intervento di writers di segno opposto può essere datato al 2010, in concomitanza con  l'affermazione elettorale della Gancia, prima presidentessa leghista della Provincia cuneese. Il segno è tramutato in una foglia di marijuana, secondo un'ironia diffusa a sinistra, e i padani sono definiti ironicamente "quelli della Gangia", con riferimento al nome gergale della sostanza psicotropa in questione (da qui, la mia attribuzione a quel preciso periodo storico). Si aggiunge infine un "Legalize" dal significato indubbiamente antiproibizionista, ma che al contempo diviene un'ironia sul nome stesso del movimento "Lega".





Sopra questo scontro ideologico-visuale tra i due poli opposti della cultura politica - la maggioranza leghista, ormai saldamente insediata al potere, e la guerrilla antagonista - si pone, quale sintesi trascendente, l'operazione di Roascio, che fotografa il materiale fornitogli dalla realtà e lo rielabora in una onirica e psichedelica sublimazione. Quasi un'operazione alchemica volta a trasmutare i fantasmi simbolici evocati con incuria da maldestri apprendisti stregoni, forse.





E dato il clima di "Impegno Civico" che ultimamente caratterizza il blog, non posso non segnalare una gustosa trouvaille, sui manifesti elettorali dei due grandi sfidanti monregalesi, il centrodestra "leghista" di Viglione e il centrosinistra di Magnino. Anche qui, una fusione sovrapposta di elementi simbolici diversi, che sembrano però alludere alla sintesi di una improbabile unione. Chissà Roascio, se volesse, cosa potrebbe ricavarne.