Mickey Mason


Disney nell'ordine De Molay, cartolina commemorativa. Notare i sette piccoli Oscar assegnati per Biancaneve e i Sette Nani, in bella evidenza al centro.

Interessante discussione, ieri sera, con un giovane valente storico incuriosito dalla mia fissazione sull'esoterismo del buon vecchio zio Walt. La conversazione mi è stata dunque di spunto per elaborare un breve saggio sistematico sui disegni di Disney, quelli animati e quelli occulti.

Disney nasce nel 1901, all'inizio di quel secolo che contribuisce in buona parte a forgiare. Partecipa alla prima guerra mondiale come autista d'ambulanze, dal 1917 al 1919, falsando la propria carta d'identità; al ritorno, inizia a occuparsi di animazione pubblicitaria, nel 1920.

Nello stesso periodo si avvicina alla massoneria; benché ufficialmente non sia mai stato massone, le stesse organizzazioni muratorie americane riconoscono la sua affiliazione all'Ordine di De Molay, fondato nel 1919 per promuovere la massoneria tra i minorenni, in modo da avviare precocemente il reclutamento massonico. Disney entrò a far parte del capitolo madre di Kansas City, all'inizio dunque degli anni '20.

Il riferimento a De Molay rende l'organizzazione non solo massonica, ma piuttosto esoterica. De Molay è l'ultimo gran maestro templare mandato al rogo a Parigi per la sua ipotetica venerazione del demone Bafometto nel 1314 con lo scioglimento dell'ordine: i templari sarebbero quindi sopravvissuti come organizzazione segreta all'interno delle corporazioni muratorie, da cui la massoneria, in attesa di vendicarsi dei loro carnefici, la monarchia francese e la chiesa cattolica.

Una tesi abbastanza "esoterica", e infatti non accettata da tutti i massoni, ma a quanto pare (almeno in forma "simbolica") ripresa dal buon vecchio Disney.

Nel 1922 Disney passa alle animazioni per bambini, forse in connessione alla sua aderenza all'ordine della propaganda massonica giovanile, trasponendo in brevi cortometraggi d'animazione le fiabe più note. Il suo cavallo di battaglia sono le Alice Comedies, ispirato al viaggio iniziatico dell'Alice di Lewis Carroll, indubbiamente ricco di riferimenti simbolici.

Ma il vero successo arriva nel 1928, quando inizia ad applicare tra i primi il sonoro (apparso nel 1927) all'animazione, con le sue Silly Symphonies. Il personaggio di Mickey Mouse, creato lo stesso anno, diviene il più noto e per Disney inizia il vero successo.


Mickey Mason fonda l'Ordine di De Molay (1932)

Nel 1932, ormai autore affermato dello star system hollywoodiano, Disney realizza Mickey Mouse Chapter, un fumetto dove Topolino fonda una loggia massonica per una rivista giovanile del De Molay Order. Il fumetto, in seguito imbarazzante per l'evidente connessione con la massoneria, è oggi sparito sia dagli archivi della multinazionale disneyana sia dagli annali dell'ordine, a quanto pare, e se ne conservano solo poche frammentarie pagine.

Il fumetto esce nel 1933, mentre Roosevelt afferma il Novo Ordo Saeclorum del New Deal stampando il dollaro esoterico tuttora in vigore, mentre dall'altra parte dell'oceano sono i nazisti a cercare di dare avvia al new world order sotto la benedizione di Jung che, con Hitler, proclama aperto il nuovo eone dell'acquario.


Un paio di baffetti e l'Infernale Consigliere è Hitler.

Disney lavora al suo nuovo progetto rivoluzionario, un lungometraggio di animazione, attorno alla favola di Biancaneve e i sette nani, che uscirà nelle sale nel 1938. Ovviamente anche qui sono possibili molteplici analisi ermetiche, ma l'aspetto più curioso è che Grimilde, la regina strega, è ispirata alla margravia Uta, personaggio storico tedesco effigiato in una celebre scultura, eretto a simbolo di arianità dalla Germania nazista, quasi a infrangere il progetto estetico del Reich. Il Dark Magick di Grimilde è rappresentato, tuttavia, senza positivo compiacimento, come quasi sempre la magia femminile (e quindi stregonesca) in Disney.

 

Il buon vecchio zio Walt, il Nero Incappucciato.

Il Pinocchio dell'anno seguente, invece, fu sgradito al regime mussoliniano per l'appropriazione indebita del legnoso burattino di Collodi (massone anche lui, del resto), mentre la magia della Fata Turchina è ancora discreta e dietro le quinte, come nell'originale italico. Nei fumetti di Topolino, però, appare invece Macchia Nera, malvagio mastermind incappucciato che, si svela nel finale, ha il volto di Disney stesso per un inside joke della ditta, ma che potrebbe alludere appunto al ruolo di criptomassone dello zio Walt.


Solo sotto la guida del Maestro l'Apprendista può giungere a controllare la forza degli Elementi.

Nel 1940 la allucinata raccolta "Fantasia" costituisce una decisa svolta artistica verso lo psichedelico, il magico, il sovrannaturale e l'inquietante. Disney cerca invano anche una collaborazione con Dalì, introduce fauni e demoni  nelle sue animazioni a fianco delle tradizionali silly symphonies, qui di alligatori e ippopotami danzanti. "L'apprendista stregone", traspone inoltre abbastanza fedelmente un classico di quel gran massone di Goethe, tutto incentrato sul rapporto tra il Maestro e l'Apprendista, uno dei pilastri dell'iniziazione massonica, specialmente nella chiave di Disney affiliato dell'ordine De Molay.

Nel 1941 un primo sciopero mette in crisi la Traumfabrik disneyana; ma l'anno seguente l’America entra in guerra e i Disney Studios, come i supereroi, “do their duty” nella propaganda antinazista e antinipponica, distinguendosi con feroce compiacimento nella distruzione simbolica dell’avversario.

Inizia qui l’integrazione vera della Disney col complesso militar-industriale statunitense, che prosegue anche nel dopoguerra maccartista: nel 1947, all’avvio della Cold War, Walt approfitta della witch hunt del senatore (Disney stesso è inizialmente sospettato, per il padre socialista e l’iniziale vicinanza roosveltiana) e denuncia come quinta colonna comunista i propri dipendenti animatori degli scioperi del ’41, assieme ad altri "sospetti comunisti" di Hollywood. Dato che i suoi due dipendenti licenziati e denunciati erano di origine ebraica, il Daily Worker accusò Disney di antisemitismo, un sospetto rimasto a lungo sospeso sul personaggio.


Alice iniziata ai misteri di Or dal Brucaliffo: è il Fungo che ti consente di controllare la Realtà.

Lo psichedelismo messo in scena con Fantasia ritorna in "Alice in Wonderland" (1951), in cui si rende più esplicito - fedelmente al modello carroliano - la connessione tra psichedelia e droghe. Gruppi conservativi americani hanno quindi accusato Disney di contribuire - ovviamente intenzionalmente, all'interno di un piano sciente di "youth corruption"... - di favorire la successiva diffusione delle droghe nei lisergici '60-'70 con la sua compiaciuta rappresentazione della psichedelia. Anche chi si oppone a tale interpretazione, del resto, riconosce un certo compiacimento della ditta nello psichedelismo del proprio "Disney Magick".



Di nuovo, solo sotto la guida del Maestro l'Apprendista può giungere etc etc...

Appare invece indiscutibile la propaganda occulta di Disney in favore dell'elite "illuminata" degli USA del periodo: l'apertura di Disneyland (1955) vede la presentazione della meraviglia del Sottomarino Atomico come primo tassello di propaganda filonucleare, unita all'endorsement del programma spaziale dell'amico Von Braun con le animazioni didascaliche "Man in space" e "Man on the moon", sempre nel '55, e poi "Mars and Beyond" e "Our friend the Atom", del 1957. 



"Semola" sotto un simbolico "triangolo con l'occhio", posto di fronte a un teschio, nel suo primo incontro con Merlino.

Il testamento spirituale di Disney, "La spada nella roccia" (1963), amplifica il discorso del Maestro e l'Apprendista: il  giovane Artù (colui che conquisterà il Graal templare, nel ciclo bretone...) viene educato dal druido Merlino tramite un percorso di iniziazione magica basato sul bilanciamento degli opposti ("bianco e ner, falso e ver, questo il mondo fa girar...") e la progressiva trasformazione nei tre stadi progressivi del regno animale, pesce, animale terrestre (scoiattolo, nella fattispecie) e uccello. Lo scontro con la magia nera di Madam Mim (la nostra Maga Magò) rimanda ad un'antica tradizione massonica di ostilità all'irrazionale magia matriarcale, dal Flauto Magico di Mozart in poi.


Epcot, la City of Tomorrow.

Mentre va in porto anche la celebrazione dei bravi ragazzi dell'FBI in FBI Operazione Gatto (1965), Disney si dedica dunque al suo ultimo progetto, Disneyworld, in cui dovrà apparire l'EPCOT, l'Experimental Project "City of Tomorrow". A tale scopo la Disney acquista oltre cento kilometri quadri dalla Florida e ottiene anche la modifica di alcune leggi in modo di avere sul nuovo territorio un'autorità quasi civica. Ma la scomparsa del grande animatore nel 1966 provoca un ridimensionamento del progetto, che solo in seguito sarà, in parte, realizzato. L'ordine di De Molay celebra Disney con la citatissima cartolina commemorativa qui riportata in apertura.


Angela ne sa a pacchi: nonostante l'illustrazione dica l'opposto, la stella la tiene ovviamente rovesciata.

La Disney successiva continuerà ad essere più o meno esoterica, e merita una menzione almeno "Pomi d'ottone e manici di scopa" (1971) in cui la attempata strega protagonista si procura un sigillo angelico appartenuto a John Dee che permette di evocare il - realmente attestato - demone Astoroth, permettendo di animare gli oggetti inanimati e riuscendo, in questo modo, a respingere i nazi dalla Britannia (allusione, per alcuni, ai riti di Dion Fortune ed altri maghi bianchi durante il secondo conflitto mondiale).


La donna nuda subliminale alla finestra dà un retrogusto perverso a tutta la scena.

Ma poi il declino interviene inevitabilmente negli anni '80, tra animali pacioccosi che non cercan più, ahimé, di trascinare gustosamente i fanciulli a un po' di sana arte occulta. Al limite, dal '77 in poi, la celebre finestra in Bianca e Bernie avvia le citazioni sessuali che tanto ossessionano e deliziano il complottismo più tradizionalista. 


Per il resto, solo l'insuccesso clamoroso di Taron nel 1985 (in italiano, infelice fin dal nome) mostra un briciolo di evocazioni demoniche, fino alla rinascenza con La Sirenetta (1989), che sarà citata anche da Dan Brown nel suo notissimo "Codice Da Vinci" per i suoi simbolismi, che ho già ampiamente trattato (vedi link). 




L'infelice Taron, il clone fantasy di Semola.


Da allora, i grandi successi disneyani dei '90 trattano temi spesso intrisi di Disney Magick, dando grandi soddisfazioni ai complottisti reazionari, perennemente alla ricerca del tentativo di cogliere la Disney, è il caso di dirlo, in fallo. Ma non è più il vero esoterismo disneyano, e ogni vero appassionato di storia ermetica guarda con sincera nostalgia alla loggia fondata da Mickey Mason nel lontano 1932. Alla fine, nel 1995, verranno le creature digitali della Pixar a raccogliere il testimone della tradizione animata: ma se c'è un esoterismo sotto di loro, è più quello del cyberpunk ante litteram di un Philip K. Dick, con le loro macchine che s'ignorano, a partire dal capostipite Buzz Lightyear. Ma il vero spirito occulto di zio Walt, appunto, è ormai lontano anni luce.