NeoComicon


Neonomicon di Moore, copertina interna.
Sotto i Tentacoli si cela il Serpente.

"Neonomicon" (2010) è  l'ultima graphic novel del più grande autore contemporaneo di comics, Alan Moore, che ha affrontato qui il grande maestro del genere pulp, H. P. Lovecraft. Considerata da molti un'opera minore, la ricezione dell'opera è stata condizionata dalla presenza di scene estremamente crude (per quanto necessarie alla trama) che ne hanno falsato la percezione. La scena italiana della critica, tra l'altro (più che quella statunitense) si è lasciata ipnotizzare dalle parole di Moore stesso, che ha definito quest'opera minore e "alimentare" (parola feticcio ricorrente nelle recensioni: in un certo idealismo italico la colpa maggiore è trarre profitto economico dal proprio lavoro). Le stesse parole però mi hanno insospettito, proprio in virtù del noto esoterismo mooriano, e mi hanno spinto a verificare se non fossero una necessaria "mascheratura ermetica" e sotto non vi fosse ben di più.

Ho inteso dunque tentare una analisi sistematica dell'opera - a quanto so, assente online, almeno in italiano - evidenziando i punti di interesse. Tutto questo breve saggio, dunque, va inteso come un lungo spoiler del Neonomicon stesso. Come detto, alcuni elementi sono piuttosto crudi e, per quanto li abbia qui edulcorati il più possibile, ne sconsiglio la lettura alle persone particolarmente delicate (ancor più il fumetto originale, ovviamente).

Neonomicon, il Nuovo Libro dei Nomi, è un evidente gioco di rovesciamento ed elisione del Ne-cr-onomicon. L'opera ha una struttura abbastanza lineare per gli standard di Moore, almeno in superficie, che sembra inseguire, anche nel gusto per l'eccesso che si manifesterà nello sviluppo, il gusto dell'allievo Garth Ennis, rinnovatore del suo John Constantine. Anche il valido Jacen Burrows, scelto per il lavoro, richiama molto da vicino lo stile di Steve Dillon, il disegnatore feticcio di Ennis stesso. Ma sotto l'apparente ricalco dell'allievo, forse, si cela in Moore la graffiante zampata del maestro.




Neonomicon, Copertina esterna

Tutto inizia col prequel de Il Cortile, un racconto mooriano del 1995, trasposto in fumetto dieci anni dopo, nel 2004 (l'anno di setting del fumetto stesso). Il protagonista, l'agente FBI Aldo Sax, esperto in Teoria delle Anomalie, è in missione ad Harlem. Sax è un esplicito alter ego di Lovecraft, con cui condivide una discreta somiglianza sia fisica che psicologica, nella sua brillante capacità di collegare elementi distanti e farli collimare in una nuova teoria e nella sua algida assenza di empatia verso gli esseri umani che lo circondano (tutta la situazione rimanda poi alla storia Horror at Red Hook, del 1925, ispirata a un reale soggiorno di HPL in un quartiere popolare). Il nome Sax, comunque, è un evidente omaggio al Dottor Sax (1959) di Kerouac, l'occultista che lotta contro il risveglio del serpente cosmico in quello che Jack riteneva il suo romanzo migliore.

Segnali sottilissimi ci indicano di essere in un Bronx alternativo: si festeggia il Farrakhan Day, il giorno del leader della Nation Of Islam americana, che per ora non è oggetto di un culto personale; gli abitanti del quartiere nero newyorkese hanno chiesto di rimuovere il nome di Clinton Street (reale, e già presente in Lovecraft) perché Clinton è intervenuto (perdendo) in Siria, nel 1995. Una distopia, dunque, dal punto di vista di Sax e Lovecraft, una realtà divaricatasi dalla nostra, probabilmente, proprio nel 1995 (quando Moore, non a caso, pubblicava il racconto da cui il fumetto è tratto). 

Poco più avanti, Sax ascolta i neri festeggiare sotto l'Harlem Dome, la Cupola di Harlem: una tecnostruttura (simile a molte altre in questa distopia) costruita per proteggere dagli effetti di una aggravata catastrofe ambientale, spiegata meglio, pare, nel racconto e lasciata molto sullo sfondo nel fumetto. "Cupole splendenti e finestre di cristallo" sono un elemento ricorrente della Rlyeh di Lovecraft (che come Moore ci rivelerà, è la nostra stessa realtà): e in effetti, anche se viene raffigurata come una rovina neoclassica, a leggere bene le descrizioni di HPL rimandano piuttosto al parallelo mito dell'Atlantide tecnologica, da Bacone in poi. Se non bastasse, Sax dice che apprezza  quei "suoni da fantascienza".


The Courtyard, cover. Il prequel del Neonomicon.
La "corte" di accesso, appunto.

Dopodiché, il protagonista entra in azione recandosi al luogo cui sono collegati (in modo, appunto, anomalo) tutti gli autori degli omicidi: il Club Zothique, obliqua citazione lovecraftiana come molte altre di cui è disseminato il fumetto. Sullo sfondo vediamo l'agente Brears, della seconda parte dell'opera, nella fase dei suoi problemi di sex addiction. Sax incontra Johnny Carcosa, dall'età indefinibile, rafforzata dal ciuffo rockabilly e dagli abiti addirittura settecenteschi (un rimando, questo, ai moderni romanzi di vampiri, l'antico che ancora veste come al suo tempo, nell'indifferenza della masquerade). 

La bocca di Carcosa è coperto da un velo, come a dissimulare una mandibola disumana. In verità essa E' la sua mandibola disumana, è parte della sua faccia, come sarà chiarito nel finale: anche perché egli è il somministratore dell'Aklo, la Parola, il linguaggio "inventato" da Lovecraft, che assunto sotto un blando ma opportuno psicotropo apre le porte della percezione. La Parola è la vera sostanza psicomagica, come sanno i gruppi di rock diabolico che suonano allo Zothique. Ma anche la Parola associata all'Immagine, dato che, con un gioco metaletterario, Carcosa offre a Sax il Necrotica, un album di incisioni di Pickman (pittore allucinato del mito lovecraftiano).

Sax si reca quindi da Carcosa, notando nel Cortile che dà il nome al racconto un murale "che sembra estendersi oltre il muro". Un portale transdimensionale, ovviamente: ma anche un riferimento, forse, al "magick of comics", dove le vignette sono portali che, tramite la closure, dischiudono le porte di altri mondi. La casa di Carcosa, nuovamente, è tappezzata dai dipinti di Pickman, che "trasporta gli orrori di Bosch nella metropolitana" di New York. Evidente il riferimento alla stessa operazione compiuta da Moore e Jacen Burrows. Sax acquisisce l'Aklo, e la sua abilità nella percezione di anomalie si ritorce contro di lui, guidandolo alla completa follia o, meglio, alla completa visione della realtà, incluse le pieghe spazio temporali che ci sono precluse. Per illustrarlo alla sua vicina, Germaine, egli ne distrugge il corpo visibile così come facevano i serial killer su cui si trovava ad indagare. Tutto la storia è un racconto operato da Sax stesso, mentre compie l'omicidio, in una chiusa circolare (piccola nota di raffinatezza, il vestito ad inizio della storia ha una piccola differenza rispetto alle tavole iniziali, dato che subito il protagonista è a torso nudo sotto la camicia, mentre nella seconda immagine ha una canottiera).



Neonomicon, le cover degli albi originali.

Con un palese gusto horror comics anni '50.


Qui finisce il prequel de Il Cortile, e si apre il Neonomicon vero e proprio. Anche questo avrà struttura circolare, e si apre con un'immagine degli "spazi cosmici" che nel finale saranno risignificati. Sono passati alcuni anni dai fatti precedenti: l'agente Merril Brears e lo stolido compagno nero Gordon Lamper si recano a interrogare Sax, che ha ucciso due persone (un'altra, dunque, oltre a Germaine) e un detenuto. Nella sua ala sono rinchiusi sei altri che presentano la sua psicosi. Sax si è tracciato una svastika in testa, come Manson, e parla solo più in Aklo.

L'interrogatorio non va a buon fine, e Merril va a fare rapporto al caposquadra Carl Pearlman, che si rivela perfin peggiore di Lamper: ha approfittato della sex addiction della sottoposta e sonda subito se c'è spazio per continuare. La cupola, presente solo narrativamente nel racconto del 2004, è qui mostrata nel dettaglio, a coprire l'intera città. Scopriamo che Sax ha asportato una mano a Pearlman, che l'ha presa sul personale. Inutile Sax, si fa irruzione al Zothique, dove si arresta la cantante Randolph Carter. Poi al cortile di Carcosa, grazie a un informatore: ma egli svanisce all'interno del murale: da presenza tridimensionale si tramuta in un disegno sul muro. Il gioco metaletterario sul fumetto è abbastanza evidente.

A rimarcarlo, mentre Merril ha una comprensibile crisi nervosa, uno zoom verso l'alto, verso la cupola, che mostra i nostri racchiusi in un pannello della sua griglia. Dato che griglia (o meglio gabbia, "cage" in originale) è termine tecnico del fumetto per indicare la scansione in vignette, il simbolismo è chiaramente ribadito: i personaggi sono "prigionieri" della gabbia fumettistica come delle cupole che li proteggono dall'inquinamento, e da cui non possono allontanarsi.

Il secondo capitolo si apre con Brears che dice che è tutto un gioco letterario su Lovecraft. Lo fa, tra l'altro, stringendo in mano una copia del Necrotica di Pickman, l'albo di incisioni amato da Carcosa. Appare evidente il livello metaletterario: l'affermazione di Brears può riguardare la serie di delitti, ma anche l'albo che tiene in mano, correlativo oggettivo dell'albo di Moore nel mondo fumettistico del Neonomicon (che viene invece tenuto in mano dal lettore). Chiarito questo livello, non ci si tornerà più nel corso del fumetto, limitandosi allo sviluppo della storia secondo una progressione abbastanza lineare (e inquietante nell'estremizzazione della sua rappresentazione).


La sobria cover del  terzo atto.
Ben diverso l'interno dell'albo...

Dall'appartamento di Carcosa è emerso dunque un collegamento con Salem, da cui egli si fornisce dei gadget pornografici che smercia (l'elemento era già introdotto nel Cortile, ma censurato per errore o pudicizia: qui infatti nella versione italiana Carcosa offre a Sax un "anello di Innsmouth", celebre località lovecraftiana, mentre nell'originale inglese è "a cockring of Innsmouth", non da applicare alle dita dunque, con ulteriore perverso gioco di parole su In-Mouth).

I due vanno dunque a Salem, di cui vediamo la parallela cupola. Abbiamo qui modo di notare come ci sia un ascensore che conduce dalla città ai bracci principali della cupola, dove, nello scorso episodio, avevamo visto che passa una sorta di treno su binario, probabilmente legato all'esigenza di manutenzione. Il negozio da cui Carcosa si forniva è una sorta di sexy shop sadico-lovecraftiano, che ospita i riti di sex magick di una setta guidata dal proprietario. Ciò avviene nei sotterranei, foderati di metallo "come un accumulatore orgonico". Oltre al riferimento alle teorie di Wilhelm Reich, la spiegazione sottolinea il parallelo con le cupole di metallo, che a loro volta potrebbero svolgere la stessa funzione a livello globale.

I cultisti si denudano, ripugnanti nella mediocrità dei loro corpi (è da notare che, e qui va reso merito speciale a Burrows, da vestiti non emergeva una loro particolare disgustosità, che viene invece evidenziata nell'avvio dei loro "blasfemi culti"); essi hanno scoperto tutto, ed eliminano l'inetto Gordon, violando poi Merril per offrirla, infine, a un Antico. Finisce qui il terzo capitolo.

Nel quarto, mentre i federali cercano i due agenti dispersi, Brears ha una visione di Carcosa, che in Ryleh la chiama Merry (ovvero Mary, "Maria") e le proclama la sua Annunciazione. Si dissocia dai "cultisti di Dagon", e la proclama loro sorella. Merrill si riprende e vede il Dagon, che la trascina in acqua e la possiede nuovamente (il Dagon è l'unico dio pagano "autentico" che Lovecraft, a inizio carriera, recupera da miti reali. In Moore, tutto ciò si lega al fatto che gli altri dei devono ancora arrivare). Il Dagon poi però ha modo di verificare, diciamo così, il DNA di Brears (la cosa è anche l'ennesimo gioco di parole di Moore su In-mouth...). Egli scopre che, come già detto da Carcosa, avatar di Nyarlathotep, l'araldo degli dei, Merry è Rlyeh, Rlyeh Ktulu Ftagn (Ryleh dove dorme Chtulu): ovvero, una donna umana in grado di ospitare il DNA alieno, rimanendo incinta nella loro unione. A questo punto, egli la aiuta a fuggire dalla prigione in cui i cultisti l'avevano rinchiusa.



Nel quarto capitolo, Merry esce nella baia poco fuori Salem / Insmouth. Vediamo per la prima volta una cupola con massima chiarezza, vedendo che è come sospesa, non sigillata, sulla città. Una parte di essa non ne è coperta, ma non pare abbandonata; quindi, la sua natura di scudo protettivo è perlomeno dubbia; in cima ci sono degli edifici, forse una specie di centrale di controllo, raggiungibile con le ferrovie che abbiamo già visto. Visto che il design è accurato, nasce il sospetto che la cosa abbia un significato, forse che il suo unico ruolo è quello di accumulatore orgonico.

Ad ogni modo, l'FBI interviene, eliminando i cultisti (che non a caso li insultano come "sionisti ebrei": non è solo lo stereotipo del pazzo nazista, è che Dagon appare nella Bibbia come stigmatizzata divinità pagana), mentre il Dagon li sta sterminando dall'interno per il loro sacrilegio, prima di essere ucciso a sua volta dagli SWAT terrorizzati. Alcuni mesi dopo Merril, che sta cambiando psicologicamente, modificata dalla sua gravidanza aliena, va a parlare nuovamente con Sax: ora può parlargli, in Aklo, appreso per via dell'unione e del proprio figlio. Sax le rivela dunque quello che lui ha scoperto per la sua compenetrazione più profonda nell'Aklo: in verità il mondo è sull'Altopiano di Leng, non un luogo specifico ma una piegatura spaziotemporale, per cui il tempo è solo una nostra illusione.


L'Altipiano di Leng. Dove tutti noi viviamo.

Anche in Lovecraft, il Leng, che custodisce il Kadath, l'olimpo rovesciato dei suoi terribili dei, è collegato al nostro mondo: l'Arkham di Lovecraft è fondata dai fuggiaschi dai processi di streghe di Salem in Massachussets (e tutto il Massachussets è al centro dell'emergere dei culti di Chtulu, attorno all'immaginario Miskatonic). Vicino alla Salem del Maine, invece, con una piega linguistico-spaziale, si trova il monte Katahdin (1606 m), possibile ispiratore del Kadath del Leng (In questo continuo gioco di rimandi, non è forse un caso che al Maine sia legato il moderno "erede" dell'horror americano, il "re" Stephen King).

E nel finale, dunque, in una chiusa circolare, vediamo che il luogo dove dormiva, fin dall'inizio, Chtulu, è in verità il ventre di Merry, pronta a dare alla luce colui che porrà fine alla decadente era umana. Per la prima volta, anche su influsso del figlio, Merry è serena: ha scoperto il senso della sua esistenza, la sua sex addiction (sex slavery, le scappa una volta, rivelatoriamente) ha un significato.

Appare evidente, sotto il mito lovecraftiano, il recupero di più remoti miti esoterici: Merry è la prostituta di Babilonia dell'Apocalisse, che si unisce al Drago, rimando alle ierodule babilonesi e alle loro unioni con gli dei sulle sommità delle antiche ziggurath, qui forse richiamate dalle cupole orgoniche dell'umanità morente. Aggiungiamo che Moore si proclama "ironicamente" adepto del dio serpente Glicone, e l'impressione che se ne ricava è che la rivitalizzazione del mito lovecraftiano da lui operata sia tutt'altro che casuale.

Lovecraft / Sax, così, diverrebbe solo una specie di rovesciato Giovanni Battista, un dottor Sax razionalista che ha inutilmente tentato di mettere in guardia l'umanità dall'avvento della "progenie stellare" di Chtulu, incontro tra i Dagon e gli umani. Ma il suo più grande successo, per l'occultista Moore, sarebbe quello di non essere riuscito a fermare i suoi serpentiformi tentacoli, il cosmico serpente che occhieggia, solo all'apparenza incongruente, nella vera copertina del romanzo, nascosta dalla sovraccoperta lovecraftiana. E se nella realtà parallela di Merry l'avvento della progenie è reale, nel nostro essa avviene solo per tramite del simbolico Neo(c)omicon di Moore. Con quali conseguenze, ovviamente, è tutto da verificare.