From Hell


Ho finalmente ultimato "From Hell" (1991-1996) di Alan Moore.
(Spoiler alert, as usual).

Avevo già provato a leggerlo in inglese, prestato dall'amico Numbersix, ma non avevo colto ogni sfumatura.
Per scriverne, ho atteso quindi l'edizione italiana:
ora che è uscita, me la sono fatta regalare in occasione di una ricorrenza a me cara.
Il volume, ovviamente, è ampiamente all'altezza delle aspettative.



Fin dalla cover, minimale e inquietante, che rievoca inevitabilmente quella di V for Vendetta di Moore.
La toeletta del mostro: là, il terrorista futuribile, qui il serial killer del passato.
Più vicini di quanto si pensi: entrambi infatti compiono un'azione rituale per modificare l'immaginario.
Riuscendovi.

Anzi, la cover con la Tuba e l'Uva, quasi una natura morta ottocentesca, è ancor più efficace.
La Tuba, simbolo del "gentiluomo" ottocentesco, quale Gull (il Ripper di Moore) è.
L'Uva, usata dallo stesso per sedurre le sue povere vittime.
Ma anche simbolo per eccellenza del sangue sacrificale.


La Griglia è quella a nove vignette, cara a Moore.
Rigorosa come la griglia rituale che l'assassino ricrea nella realtà, coi suoi delitti rituali.



Lo stile di Campbell è eccelso, e riprende puntualmente (su guida di Moore) quello di William Sickert.
Il pittore vittoriano sospettato di essere coinvolto nel caso di Jack The Ripper.
(Per Patricia Cornwell sarebbe proprio lui lo squartatore).



Il titolo, ovviamente, deriva dalla celebre "From Hell letter", inviata dallo squartatore.
Nel fumetto di Moore, ha il senso preciso di un rituale diabolico.
Proveniente dagli Inferi, e diretto contro il potere della Dea.



La tesi di Moore, non nuova in sé, ma magistralmente sviluppata, riprende e amplia la tesi del complotto.
Di base, il principe ereditario sposa una prostituta ed ha con lei una figlia.
Alcune prostitute lo ricattano tramite l'amico Sickert.
La regina ordina quindi al medico di corte, che lo ha in cura, di uccidere le prostitute.
(Il fatto che The Ripper fosse un abile chirurgo è uno dei pochi elementi comprovati).

Il medico, Gull, membro della massoneria, compie i cinque omicidi necessari.
Al tempo stesso, però, ne approfitta per compiere un rituale contro il potere femminile, per bloccarlo.

Va detto che il rito è imperfetto: delle cinque vittime, una è errata, e una delle prostitute sfugge alla sua mano.
L'esistenza terrena di Gull finisce miseramente: la massoneria, sconvolta dai suoi crimini, ne finge la morte,
e lo rinchiude in un manicomio criminale.
Ma nella sua follia, egli è convinto di essere asceso tra il novero dei suoi - pagani - dei.



L'elemento rituale è un riferimento alla celebre scritta "Gli Juves sono coloro che non saranno accusati".
Secondo alcuni, gli Juves sarebbe un riferimento ai tre ebrei uccisori di Hiram nel mito massonico.
Inoltre, è certo curioso che un delitto avvenga in Mitre Square.
La Piazza di Mitra, il Sole Nero venerato nei templi ipogei (anche qui da noi, ad Augusta Bagennorum).
Inoltre, tutto il quartiere di Whitechapel è costruito da architetti massoni, in un inquetante neogothico.

La White Chapel che dà il nome al quartiere, aggiungiamo noi, è state edificata nel 1329.
Poco dopo lo scioglimento dell'Ordine Templare.


A Whitechapel, inoltre, curiosamente, risiedeva in quegli anni anche il celebre Elephant Man.
Gull, il chirurgo assassino, lo venera come un dio, rifacendosi all'orientale Ganesh e ispirandovisi.
Ispirazione, ovviamente, giustificata solo dalla sua follia.
Penso che lo stesso Moore, sotto il Ganesh travisato dal suo Gull, vi abbia visto un altro dio.
Anch'egli vagamente elefantiforme (almeno quanto Elephant Man, comunque).


Del resto, Lovecraft nasce proprio nel 1890, quando Gull muore.
Naturalmente, del tutto altrove: e quindi sono tutte coincidenze arbitrarie.



Innegabile, invece, la suggestione del Dottor Jeckyll e Mr. Hyde, di Stevenson. Di soli due anni prima.
Il Gull di Moore non è tanto il freddo esecutore massonico dei complottisti.
Piuttosto, un Faustus completamente folle sotto l'aria da inappuntabile gentiluomo vittoriano.
Il tipo di esoterista che ardisce il salto in Daath, senza esserne veramente pronto.
Con effetti devastanti, per sé e gli altri.
(E sì, ovviamente, c'è anche un cameo delle avventure del giovane Alexander Crowley).


Da blogger della provincia del Piemonte ermetico, va segnalato che il 1888 è anno caldo anche a Torino.

Come noto, nel 1888 muore Don Bosco, giunge in città Nietzche, che impazzirà, e nasce (altrove) De Chirico, ossessionato però dalla Torino del 1888. Anno, ovviamente, caratterizzato da un "triplo ottagono", il numero dell'infinito e dell'architettura templare. E a tale proposito, sempre nel 1888 si avvia a compimento la Mole torinese (collegata da Nietzche alla sua follia, come enorme catalizzatore psichico).



Nel 2001 il romanzo a fumetti di Moore divenne anche un più modesto film.
Johnny Depp nella parte di un investigatore sensitivo, sulla scorta del Corso delle "Nove Porte, nel 1999.
Heater Graham è invece Mary Kelly, una delle prostitute cacciate da The Ripper.
La trama esoterica è a grandi linee rispettata, con qualche ingenuità.
(Sickert è lui stesso l'erede al trono sotto mentite spoglie).

Il film, comunque, non venne riconosciuto da Moore, e fu l'avvio di quel rapporto infelice tra lui e il cinema.
"From Hell" anticipa infatti l'ondata di supereroi cinematografici figli del digitale e del 9/11.
Sulla sua scorta occultista-vittoriana, nel 2003 viene la Lega degli Uomini Straordinari;
poi, nel 2005, l'occultista contemporaneo Constantine e "V for Vendetta".
Alla fine, nel 2009, l'opera più difficile, "Watchmen", cui Moore diede un giudizio di "meno peggio".
Anche se, sia pure infedeli, i cinque film - numero esoterico, per lo stesso Moore - hanno avuto il merito
di portare, sia pur semplificate, le sue tematiche ermetiche sul grande schermo.
Apripista di un immaginario filmico meno convenzionale.

Comunque, ultimato il pasto, il cinema ha smesso di cannibalizzare il grande fumettista.
Ma, del resto, oramai le fantasie di Moore, come quelle dell'antico Ripper, hanno fatto il salto definitivo.
Sono divenute parte della realtà.