Schierate meduse poeti










Illustrazioni di Lorenzo Barberis 2012






Ho già parlato, su questo blog, del progetto dell'amico Marco Roascio, "Estemporanea d'Arte a Chiusa Pesio". Il titolo, inizialmente legato appunto da una esposizione estemporanea di pittura a Chiusa Pesio, ridente località del monregalese, venne in quell'occasione preso come frase di partenza dall'autore da lui rielaborata in una serie di riusciti anagrammi. 





Da qui l'idea di sottoporli a vari altri autori  per un work in progress sugli anagrammi stessi.


Ho partecipato anch'io al lavoro, reinterpretandoli come telegrafici bollettini di una guerra spaziale,


e poi illustrando il tutto con relativa esegesi della rilettura fornita. Vedi il tutto qui.





Al progetto ha aderito anche Stefano Di Lorito (anche di lui ho già scritto qui), che ha reinterpretato il titolo


in una serie di anagrammi collegati tra di loro a formare una poesia. Il risultato è strabiliante, come in tutti questi lavori dell'autore. Marco mi ha chiesto di presentare quest'aspetto sul blog ed illustrarlo, cosa che ho fatto con piacere (devo premettere che la poesia è ancora più lunga, ma mi è piaciuto, per il senso che ho inteso dargli, limitarla alle sue prime quattro strofe, che mi paiono perfette così).






Aa ! Schierate meduse poeti, sparano

apatiche suore, pensose ma adirate.

Peserà più Eros e Thanatos, decima

rapide suore matte che passano, e ai

paisà, erotomane pescherà saudite.



San Pietro chieda pure atea mossa e

sarà ossa, oppure chiedete anatemi.

Pensate a chi deterrà assiomi e può

mischiare sudore, patate, pane, e sa

emanare poesia che studiò...sparate!



Padre, hai amato cento ussare, e spie.

A matto! Educherai spose persiane a 

Teheran, suderai come poeta a passi,

mendicherai pasto e tu possa, aerea

santa pace, superare ateismo, deh! Io

odorai amanti etrusche, papesse, e a

Positano e a Matera si suda, e perché?



Ma Ada pesta erotiche suore pisane,

morderà epe in chiesa, tu atea sposa

inchioda suore rasate, metà appese.

Sarah nuoterà come seppia di seta e

supera indomita poetessa che era a 

esaudire chi aspetta morosa e pane.





Questa la lirica, nella sua unitaria bellezza (rafforzata dal fatto, come detto, che ogni strofa è anagramma).

Qui sotto, un mio tentativo di parafrasi e interpretazione, col corredo delle relative illustrazioni della poesia stessa.













Aa ! Schierate meduse poeti, sparano

apatiche suore, pensose ma adirate.

Peserà più Eros e Thanatos, decima

rapide suore matte che passano, e ai

paisà, erotomane pescherà saudite.




La lirica si apre ad effetto con un'interiezione (ma anche, se vogliamo, con "Aa", la prima lettera dell'alfabeto in maiuscolo e minuscolo. Come un sillabario) e con un'invocazione ai "poeti", a cui si chiede di "schierare meduse", contro "apatiche suore", pensose e adirate, che sparano. Abbiamo una guerra: una guerra santa, se da un lato combattono suore guerriere, e dall'altra meduse che il contrasto ci fa presumere demoniache.  Ecco che inevitabile il pensiero va a Chtulu e ai mostri di Lovecraft in generale. Sensazione rafforzata dall'affermazione di un "Eros e Thanatos", che "peserà di più": probabilmente sempre le Meduse evocate dal primo verso, che si confermano divinità mostruose ed ancestrali. Eros/Thanatos decima infatti le folli suore, e rapisce per i suoi compagni ("paisà") a fini erotici ("erotomane") delle "saudite", termine che leggo come ennesima variazione sarcastica sulle suore stesse, velate come donne dell'Arabia Saudita. 





Ecco quindi che nella mia illustrazione la mostruosa Medusa ferisce una suora con un dardo (Eros), una con una falce (Tanathos) e ne rapisce una terza, mentre una quarta, come si dice nella prima strofa, spara.















San Pietro chieda pure atea mossa e

sarà ossa, oppure chiedete anatemi.

Pensate a chi deterrà assiomi e può

mischiare sudore, patate, pane, e sa

emanare poesia che studiò...sparate!




Nella seconda strofa, vediamo la reazione del fronte sacro al contro-attacco diabolico. San Pietro (qui forse, simbolicamente, per il Papa) potrà chiedere una "atea mossa" (cioè, direi, un attacco materiale) ai suoi, oppure un attacco spirituale ("anatemi"), ma verrà distrutto ("sarà ossa") in ogni caso. Il poeta invita il pubblico a pensare a chi detiene gli "assiomi" dell'universo e può mescolare a suo piacere gli elementi, oltre a "emanare poesia", e continua di conseguenza ad invitare alla guerra sacra (o, meglio, contro il sacro). Nell'illustrazione, a mostrare la "mossa" di San Pietro, lo ho effigiato nell'atto di attivare una sorta di angelico cyborg aprendogli le porte del paradiso. 













Padre, hai amato cento ussare, e spie.

A matto! Educherai spose persiane a 

Teheran, suderai come poeta a passi,

mendicherai pasto e tu possa, aerea

santa pace, superare ateismo, deh! Io

odorai amanti etrusche, papesse, e a

Positano e a Matera si suda, e perché?




Il poeta si rivolge direttamente al "Padre", che qui leggerei nuovamente come riferimento al pontefice (San Pietro) che controlla le suore della prima strofa. Egli ama le sue cento "ussare e spie", ovvero sempre un riferimento alle suore combattenti. Sempre loro sono, probabilmente, le simboliche "spose persiane a Teheran" che egli educa, con un faticoso lavoro poetico ("suderai come poeta"). Il poeta dunque ironicamente auspica che egli possa superare l'ateismo, ma subito dopo ricorda la corporeità ("odorai"... "si suda") di "amanti etrusche" e "papesse", sottolineando la preminenza della dimensione materiale. L'illustrazione effigia, ovviamente, la schiera di guerriere, spie, papesse ed amanti connesse al piramidale "Padre".
















Ma Ada pesta erotiche suore pisane,

morderà epe in chiesa, tu atea sposa

inchioda suore rasate, metà appese.

Sarah nuoterà come seppia di seta e

supera indomita poetessa che era a 

esaudire chi aspetta morosa e pane.





Nell'ultimo verso che ho selezionato, che si apre non a caso con una avversativa, infatti, le "suore pisane" sono vinte da Ada (femminilizzazione di Ade, il dio degl'inferi?), l'"atea sposa" inchioda le proprie nemiche, le appende, le morde, mentre un'altra presenza femminile ("Sarah") supera la "poetessa" che esaudisce "chi aspetta morosa e pane", un'immagine decisamente più criptica che però potrebbe segnare comunque la vittoria della poesia pura, l'art pour l'art del puro estetismo (la "seppia di seta"), su quella utilitaristica in generale, specialmente in questo contesto religiosa. L'illustrazione effigia, il più fedelmente possibile, l'avvenuta sconfitta del fronte delle "suore", con cui si chiude a parer mio la lirica.





Di Lorito aggiunge a dire il vero poi un quinto verso, sempre di alto livello poetico-anagrammatico, che non ho inserito nella mia disamina in quanto introduce un nuovo elemento, forse rivelatore, forse fuorviante, che connette il testo preesistente con l'imperialismo americano. E poi, del resto, ogni disvelamento ermetico non dev'essere mai completo, quindi lascio ad un eventuale lettore volenteroso di completare il gioco decifrando il senso dell'ultima criptica strofa:






Utah : s'or odiate papesse americane


e se sono stupide amiche arrapate a 


satura serendipità, a che paese omo!


Sposare dotate spie americane, uah!