L'Insonne della Ragione









Copertina dell'incipit di "Thea", 




di Giuseppe Di Bernardo (sceneggiatura) 




e Jenny Della Schiava (disegni)





"La voce della ragione è fioca,
ma non ha pace finché non viene ascoltata."


(Sigmund Freud)








Post numero 700 del blog, che dedico a un argomento che da tempo volevo trattare.





Ho già avuto infatti modo di scrivere, su questo blog, di Giuseppe Di Bernardo, uno degli sceneggiatori italiani più interessanti, almeno per chi come me è affascinato dal variegato mondo dell'esoterismo.





Ho scoperto Di Bernardo col notevole "The Secret", sul complottismo alieno, di cui ho scritto a suo tempo qui sul blog. Purtroppo, avendo scoperto relativamente tardi quest'autore, ho avuto modo di conoscere solo in modo incompleto il suo personaggio principale, la ribelle dj radiofonica Desdemona Metus, l'Insonne.





Desdemona è infatti il primo personaggio femminile del fumetto avventuroso italiano "in formato Bonelli". L'eroina di Di Bernardo è del 1994, mentre la prima protagonista femminile di una serie dell'editrice bonelliana, Legs Weaver è solo del 1995. 





Inoltre Desdemona è di origini italiane ed in Italia opera: è probabilmente il personaggio più rilevante, nel fumetto bonellide, a superare  la tipica esterofilia del genere, bene analizzata nel saggio "America on my mind" del grande Alfredo Castelli.





Ma, soprattutto, per quanto mi riguarda, Desdemona è indubbiamente (non solo, ma anche) un fumetto pienamente esoterico: non solo nei temi affrontati, ma anche nel modo di trattarli con una lettura su più piani, postmoderna, accessibile anche al semplice e legittimo "lettore di avventure", ma ricca di rimandi interni alla Tradizione.





Un personaggio che mi affascina ancor di più, visto che la si può ricollegare (con qualche forzatura, tipica però del nostro mondo esoterico...) anche alla mia amata Mondovì ermetica. Desdemona è, infatti, la sventurata moglie di Othello nell'iniziatica tragedia di Shakespeare, dove nel conflitto tra il Moro e la sua bianca sposa si riflette anche, probabilmente, il difficile e precario bilanciamento alchemico tra Albedo e Nigredo.

















La Desdemona di Fredrich Leighton, a fine Ottocento, 


ha forse qualcosa del sorriso ribelle dell'eroina a fumetti.






Pochi sanno però - ma  nel fumetto di Di Bernardo è citato -  che il modello dell'Othello è "Il Moro di Venezia", un racconto degli "Hecatommiti" (1565) di Gian Battista Giraldi, il "Boccaccio" del '500 col suo "Decameron Nero", dove appare appunto la figura di Desdemona. E gli Hecatommiti sono stati composti dal letterato ferrarese durante il suo soggiorno a Mondovì.





Da tempo quindi mi riproponevo di scrivere di Desdemona: la coincidenza tra il post 700 e l'uscita di un nuovo arco narrativo del fumetto (unitamente a un restyling del portale di Desdemona, www.insonne.net) mi ha spinto a realizzare il post.





Di Bernardo ha infatti avviato "Thea", un webcomic ambientato nel cosmo desdemoniano, dove l'Insonne incontra una co-protagonista che si rivela, per certi versi, il suo perfetto rispecchiamento.





Se Desdemona è affetta da Insonnia, Thea è colpita, all'opposto, da Ipersonnia, due speculari patologie di origine traumatica. Desdemona sembra infatti rappresentare, anche a livello metaforico, l'Insonnia della Ragione, ovvero la voce critica che il potere - occulto e non - non riesce ad addormentare. 





Desdemona può essere perseguitata dal suo dys-daimon, dal "cattivo demone", dalla cattiva sorte che l'opprime (purtroppo anche, e i piani sembrano fondersi, sul piano editoriale...), ma certo non ne viene mai sconfitta definitivamente.



Nell'Ipersonnia di Thea, invece, possiamo leggere i tratti quasi di una perfetta "marionetta Illuminata": albina (dove Desdemona è corvina), esangue, dall'età indefinita, ma comunque molto giovane - forse non ha l'età per guidare... - segnata da cicatrici psicologiche, ma anche chirurgiche, perfino sul (sacro?) Cuore.











Nella copertina vediamo Thea, come la Rosa di Versailles, sotto lo spinoso segno della rosa di cui porta il nome (ma Thea è anche legato etimologicamente a theos, "Dio", anche qui in simmetria con Desdemona...), e di cui porta al collo un sigillo rusi-crociano, i cui bracci - penso non a caso - assumono la forma di quattro "gigli di Francia".













Come forse non è un caso se, oltre alla bocca della verità romana e all'affresco apocalittico di Luca Signorelli a Orvieto, le due fanciulle visitano anche il labirinto della cattedrale di Chartes, su cui si estende l'ombra di un oscuro Bafometto.



Per un esoterico, perfino il nome della brava disegnatrice, Della Schiava, pare rimandare al destino succube di Thea. E la stessa "gabbia" bonelliana, che Di Bernardo e la disegnatrice interpretano insieme con abilità, potrebbe diventare un elemento sottilmente meta-letterario, indizio della "prigionia" dell'elemento femminile sotto ossimoriche forze oscure "Illuminate".





Albedo e Nigredo, Dea Nera e Dea Bianca, ancora una volta?





Vedremo come l'autore proseguirà questa nuova dimensione narrativa, che si preannuncia di grande interesse, indipendentemente da come vorrà assecondare o contraddire le aspettative dei lettori comuni e degli appassionati del genere.





Per intanto, non mi resta che consigliare vivamente ai lettori del blog di leggersi la storia e approfondire il personaggio di Desdemona al sito suindicato.





Perché come ci ricorda Goya, è bene che l'Insonne continui a vegliare.


Anche e specialmente in questi nostri tempi interessanti.