Dylan Dog 19 - Memorie dall'invisibile


LORENZO BARBERIS.

Spoilers alert, as usual.

Ho ricevuto stamattina il pacco ordinato alla Bonelli con una manciata di ristampe dei vecchi albi under 100 di Dylan Dog che mancavano alla mia collezione. Tra questi un grande classico, che ho subito riletto: Memorie dell'Invisibile.

L'albo è ritenuto in Bonelli IL Dylan per eccellenza.
I lettori forse amano più altre storie (Johnny Freak, Il lungo addio su tutte, penso); ma in effetti "Memorie" è esempio di grande scrittura sclaviana accompagnato dai magistrali disegni di Casertano. L'accoppiata dell'onirico numero 10, "Attraverso lo specchio", che segnò l'avvio del successo del personaggio, lontano dall'orrore tradizionale, nei pressi di un orrore surreale e al tempo stesso quotidiano.

La pagina iniziale è il frutto di una torrenziale descrizione della pioggia di Sclavi, esempio emblematico del suo stile ricco di sceneggiatura, vicino a quello di un Alan Moore (e criticato, invece, da un Medda, in Bonelli, che non ama le sceneggiature artsy).

Lo stesso Sclavi lo cita nel suo romanzo "Il tornado di valle Scuropasso".

1/2/3/4 
Vignettona grande con titolo. 
Una strada di Londras che si allunga in prospettiva. Sullo 
sfondo, si intravede il Big Ben. Piove. Da là sta 
arrivando un tipo (d'ora in poi noto come "l'assassino"): 
non lo vedremo mai in faccia, ha un cappello con la tesa ca- 
lata sugli occhi. Porta un impermeabile alla Bogart, con il 
bavero rialzato: bavero e cappello in giù gli tengono co- 
stantemente in ombra la faccia. Comunque é ancora lonta- 
no, lo vedremo meglio poi. Ma quello che conta é L'ATMO- 
SFERA ! Piove, e il lettore deve provare l'impressione di 
leggere l'albo davanti al caminetto, in un salotto inglese, 
sentendo le gocce picchiettare sui vetri e sorseggiando uno 
sherry. Piove, e vengono in mente le storie di Jacob IL 
MARCHIO GIALLO e SOS METEORE, che davano un senso di 
intimità incredibile. Piove, e la strada é bagnata e persone e 
cose si riflettono nelle pozzanghere. piove, e la luce dei 
lampioni scomposta dalle gocce. piove, la strada é deser- 
ta. piove silenziosamente e sembra quasi di sentire i passi 
(cik ciak) dell'assassino che avanza verso di noi. Piove. 
Ascolta. Piove dalle nuvole sparse. Piove su le tamerici sal- 
mastre ed arse, piove su i pini scagliosi es irti, piove su i 
mirti divini ... Scusa mi sono lasciato un pò trasportare. 
Comunque, ATMOSFERA ! ATMOSFERA ! 

Titolo...........MEMORIE DALL'INVISIBILE 
Didascalia.......Londra, ottobre 1988 

P.S. Dimenticavo di dirti che piove. 

Potrei leggere la sceneggiatura per cercare ulteriori elementi di analisi, e forse lo farò. Ma mi sembra quasi un insulto a Sclavi. Al di là del suo divertissment per una scrittura ricca, ironica, ipercolta, Sclavi sa benissimo che nel fumetto tutto si gioca in quelle novantasei pagine secche, e questi sono solo inside joke. Ciò che ci vuol dire, è passato per forza dalla Storia disegnata.

Quindi.
Siamo in ottobre 1988, nel mondo di Dylan e fuori dal fumetto.
Reagan è ancora presidente, tra un anno crollerà il Muro, ancora nessuno se lo aspetta.
Siamo all'apice degli anni '80, cristallizzati nel loro momento ideale, prima della fine.

L'opera è una rilettura del mito dell'Uomo Invisibile, quindi potrebbe apparire l'horror classico rivisitato che all'inizio proponeva Dylan Dog.

Invece, The Invisibile Man diventa lo spunto per una riflessione esistenziale, è l'Inetto novecentesco, l'impiegatuccio kafkiano che giunge alla soglia del Non Esistere quando tutti l'ignorano (tra molti nomi femminili scarabocchiati sui muri - Bobby, Arleen, Faby: le vittime? - sullo stipite della porta spicca il maschile Gregg. Gregor? Samsa?).

Innamorato della prostituta Aileen, che vive al piano sotto a lui e un giorno gli ha sorriso, quando ella è uccisa dall'altro Uomo Invisibile, il serial killer di prostitute così definito dalla stampa, egli sparisce definitivamente.

Naturalmente (in un racconto di Sclavi tra l'altro è così), sospettiamo subito che le due figure coincidano, e a "sparire" sia il lato buono dell'Uomo Invisibile.

Le prostitute di Londra allora, tramite Bree Daniels, reclutano Dylan Dog per investigare, dato che egli ha catturato, nel numero due, la nuova incarnazione di Jack Lo Squartatore (esplicitamente citato da Bree). Bree tra l'altro dà a Dylan (Dailan lo chiama lei, come molte lettrici...) un cicalino, strumento precedente ai cellulari per la reperibilità di medici et similia.

Frequenti i siparietti comici con uno sfigato cliente - anche lui un Uomo Invisibile, di cui il lettore accorto non può non sospettare - che Bree maltratta prendendo soldi senza fornirgli prestazioni in cambio.

Bloch è intanto messo sotto accusa dal giornalista Coldwater, dell'Observer. Il quale ha un impermeabile come il serial killer, e diviene subito un sospetto per il lettore.

L'Uomo Invisibile uccide uno sfigato fanatico religioso, che minaccia una prostituta di marchiarla a fuoco (ma, dirà Bloch, non l'avrebbe fatto, è solo un povero mentacatto). L'Uomo Invisibile lo acceca conficcando la croce di fuoco in un occhio: si conferma violento e acuisce i sospetti su di lui.

Inizia il secondo atto, a p.35. "Morte a Natale".
In un bar citato dai Nottambuli di Hopper (questo il nome del barista nel fumetto...) una prostituta, Mariam (che Hopper saluta: "Hi, Mariam!) uccide a sua volta un cliente, sia pure poi per suicidarsi a sua volta.

Questo ci lascia il dubbio che Mariam stessa sia l'assassina, forse.

Intanto Dylan torchia Coldwater, invano. Un coltello è sparito dalla sua coltelliera, proprio come quello usato per gli omicidi.

La stampa si scaglia con ancor più ferocia contro Dylan e Bloch; ma quando questi si ritrovano al solito Pub, si fa avanti un uomo, Hiram Bailey, che si consegna spontaneamente. Dimostra di essere il colpevole sostenendo di possedere il coltello di Coldwater, che gli ha preso mentre gli vendeva un'assicurazione (commesso viaggiatore, perfetto inetto alla Gregor Samsa).

Egli confessa di aver ucciso 29 donne, di non essere folle e di averlo fatto senza alcun motivo; ma per che motivo, del resto, ci uccidiamo tra noi sulla terra? arguisce. Sclavi, beffardo, si contraddice volutamente a distanza di una vignetta (p.63: Non voglio incolpare la società: e una vignetta dopo l'incolpa).

L'omicidio come assurdo, il Male come nonsense quindi; oppure, il male come portato della società, a vostra scelta. I due grandi temi associati a Sclavi e a Dylan Dog. D'accord.

Hiram Bailey viene quindi impiccato a Natale; il caso è chiuso.
(anche l'uomo invisibile si suicida: o, "parte buona del killer", muore anch'egli?)

Terzo atto, a p. 66: "Tu non sai quanto t'amavo".

Il caso è chiuso, nell'orrore delle feste felici (mirabile la vignetta centrale di p.69, tra il più forte orrore di tutto l'albo).

Dylan si fidanza con Bree Daniels, che però infine lo respinge: amore impossibile, non può amare una prostituta (lo respinge per troppo amore, è chiaro).

Una vedova nana lo convoca: suo figlio, che è andato a Londra, è un assassino, teme. Le ha inviato una parte di utero femminile. Proprio come The Ripper.

Gli omicidi salgono a 30. Intanto, a Londra, un altro accade (proprio in parallelo: lo vediamo avvenire, a p. 70) e Bloch lo ritrova. Una prostituta da lui amata è stata uccisa. 31.

Dylan si precipita da Bree. La trova col cliente sfigato, che la vuole uccidere. Dylan lo uccide, ma Bree lo rifiuta di nuovo. Finalmente arriva Coldwater. "Sono uno dei tanti Uomini Invisibili" dichiara.

Cerca di uccidere Bree, ma si inframmezza l'Uomo Invisibile, sopravvissuto al suicidio. 32 morti. L'Uomo Invisibile uccide Coldwater, che è suo fratello. In questo modo, con la morte dell'assassino, si completa la serie infernale. Mentre sorge l'alba, Dylan contatta Bree, che l'ha chiamato con il cicalino.

Amor vincit omnia, e l'omicidio è solo violenza assurda, gratuita, senza motivazione o al massimo attribuibile a questa società violenta, etc., etc.

Lo Sclavi idealtipo, insomma.

O forse no.

*

1988.
Cent'anni del primo serial killer, Jack The Ripper, che nel 1888 aveva posto il suo sigillo sull'Ottocento vittoriano.

Alan Moore inizia a ideare "From Hell", che uscirà a puntate dal 1989 al 1996, per essere raccolto nel 1999. Un anno non casuale per il numerologico Moore, che nell'opera lascerà alla fine intendere che Jack lascia il suo segno anche sul 999, sul Novecento.

The Invisible Man è un nuovo Jack The Ripper. Ma non il puro serial killer: l'omicida rituale di una massoneria occulta che ne fa Moore nella sua opera. L'Uomo Invisibile innamorato di Aileen odia questo suo "fratello", un Uomo Invisibile che danneggia la sua fama. Facile la lettura: non scontro di personalità, ma scontro tra massonismi diversi.

Tra l'altro, a giustificare la ripresa da parte di un autore italiano, se ce ne fosse bisogno, Sclavi cita anche tra le righe, come un caso simile, quello del Mostro di Firenze. Un caso che ha avuto una lettura anche esoterica, dei delitti del Mostro come riti esoterici. Proprio come The Ripper.

Come dirà anche Coldwater, in questa storia ci sono "molti uomini invisibili". E Invisibili erano i 36 Maestri Rosacroce della tradizione massonica, i Magi Caeci di Moore nel suo Hellblazer.

Jack è evocato dalle prostitute e da Bree Daniels, che reclutano Dylan perché ne ha vinto, nel numero 2, lo spettro. Ma il cliente sfigato che li osserva è anch'egli un Uomo Invisibile: un iniziato del culto "invisibile". La reazione delle prostitute è quindi sotto controllo.

L'Observer (L'Occhio Onniveggente, l'Osservatore?) di Coldwater rimesta nel torbido, per coprire il caso. Lo stesso Coldwater è un assassino, come capiremo nel finale. Un caso, come ci porta la lettura più superficiale (il senso è evidente: ognuno è un assassino, l'orrore è casuale e così via)? O forse no? Il nome, Coldwater, è un quasi perfetto rovesciamento di Hell-Fire, l'ordine gemello della massoneria, sorto nel 1719, due anni dopo la prima gran loggia londinese.

L'Uomo Invisibile "buono" uccide (gli conficca una croce in un occhio: torna questo simbolismo) uno sfigato fanatico religioso, ma comprende che non è lui il vero nemico. Potremmo volendo anche qui cogliere un livello simbolico, non è in questo caso la chiesa il nemico, è qualche altro ordine, altre inquisizioni.

Il secondo ossimorico atto, "Morte a Natale", procede nell'esplicitazione.
Nottambuli di Hopper introduce la prostituta assassina, salutata "Hi, Mariam" (saluto inglese nel testo, parzialmente incongruo per le tradizioni bonelli). Quasi un rimando ad HI(ma)R(i)AM, che tornerà dopo. Lei stessa, Hi-mariam, uccide un cliente. Una morte che dobbiamo aggiungere al computo degli omicidi di Invisibili.

Intanto Dylan torchia Coldwater, invano. Un coltello è sparito dalla sua coltelliera, proprio come quello usato per gli omicidi. Quando Coldwater è assediato, appare un provvidenziale colpevole che si costituisce spontaneamente.
Hiram Bailey.
Hiram, per chi non lo sapesse, è l'architetto fenicio del Tempio di Gerusalemme, assassinato per celarne i segreti, e capostipite delle antiche corporazioni massoniche, volte alla sua vendetta.

Ora, tutto il resto può essere mia speculazione, lo ammetto.
Ma HIRAM Bailey? E Sclavi non poteva non sapere delle attribuzioni para-massoniche degli omicidi di Jack the ripper.

Allora anche Bailey quindi dev'essere riletto. E credo venga da qui:
http://it.wikipedia.org/wiki/Lucis_Trust

1920, i teosofi coniugi Bailey fondano il Lucifer Trust, editrice gnostica di area teosofica che ne pubblica le opere e quelle di altri adepti. Presente a Londra, Ginevra, New York, dal 1932 è riconosciuta come ente morale collegato all'ONU, col nome riattato di Lucis Trust. Una toppa peggio del buco, che ha resto la Lucis editrice oggetto di speculazioni complottistiche. Un caso, forse? Mah.

Hiram dice che ha ucciso 29 persone per puro, purissimo caso (usando una difesa che ricorda il Verdoux dell'ultimo Chaplin, 1947). I morti sono in verità ormai 30 se aggiungiamo la vittima della prostituta - anch'ella parte della "follia omicida" degli Invisibili. Vedremo se il numero totale delle vittime (dei vari Invisibili) sarà così voluttuosamente casuale.

Ucciso il capro espiatorio, il rituale (se è tale) può continuare.
Atto terzo, a p.66 (come di solito: un numero mai casuale in Dylan, che viaggia sulla DYD 666).

La vedova nana rivela l'omicidio 31; Bloch ritrova la vittima 32.

Il cliente sfigato, fermato da Dylan, cerca di uccidere Bree: sarebbe la vittima 33.
Ci prova anche Coldwater, quando lo sfigato fallisce, ma il Vero Invisibile si frappone fra i due e muore al posto di Bree. Le vittime sono, comunque, 33, numero dell'alto grado massonico.
Nel mitologema popolare, l'iniziazione avveniva con un sacrificio rituale. 33 sacrifici, 33 gradi iniziatici.

Certo, Coldwater muore a sua volta. Ma il suo rituale ormai è perpetrato.
E anche l'albo si chiude, coi suoi tre atti di 33 pagine, una Diabolica Commedia che continuerà a ripetersi ogni mese.

Ma anche Sclavi ha compiuto il suo rito, e il DD 19 resta come pietra miliare, punto di paragone irraggiungibile, oltre l'apparente caducità del prodotto seriale.