Insonne Ideale










"Il testo è destinato a quel lettore ideale 


che soffre di un'insonnia ideale” 





(James Joyce, parlando di "Finnegans Wake")





(Allerta spoiler, as usual)




Ho già parlato su questo blog de "L'Insonne", fumetto esoterico creato nel 1994 da Giuseppe Di Bernardo ed Andrea Polidori, e della sua protagonista, Desdemona Metus, l'Insonne del titolo,  affascinante DJ radiofonica fiorentina che si trova a investigare su una fitta trama di misteri esoterici.





Finora avevo conosciuto della serie solo la sua sopravvivenza online, legata principalmente a storie brevi, sia pure spesso molto interessanti. Ma in tempi recenti sono riuscito a procurarmi il corpus centrale dell'opera, quello edito nel corso del 2005 in tredici albi che formano il fulcro della sua esperienza editoriale.





Ho così potuto farmi un'idea più vasta di questo affascinante fumetto esoterico; e da questa lettura nasce questa analisi più vasta, in cuiho cercato di evidenziare gli elementi ermetici presenti nel fumetto stesso.





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Desdemona Metus, l'Insonne (dal numero 1)





Innanzitutto, il ciclo dell'Insonne si compone di tredici albi. Un numero che forse non  è programmatico, ma risulta ugualmente fortemente simbolico per chi abbia un minimo interesse per l'esoterico. 13 è un numero particolarmente esoterico e "illuminato": in USA porta infatti male per la connessione col celebre "tredici a tavola" dell'Ultima Cena, ma è stato ugualmente adottato come numero simbolico per via delle 13 colonie originarie, nel dollaro massonico del 1933 e in altri simbolismi ufficiali. 





Una contraddizione spiegata nella narrazione ermetica soprattutto come rimando alla sacralità del 13 in culti solari e astronomici precristiani, poi mediati dal simbolismo evangelico. (si veda al proposito la sintesi di "Zeitgeist Religion"). Forse, nel nostro caso, una pura casualità: ma andava comunque a mio avviso evidenziata.





L'opera appare suddivisa internamente nelle quattro fasi alchemiche, con i primi sei albi dedicati alla Nigredo, cinque albi dal 7 all'11 alla Putrefactio, il dodicesimo all'Albedo e il 13 alla Rubedo.





Una accelerazione causata da motivi di pubblicazione, o un rimando all'accelerazione della Grande Opera man mano che ci si avvicina al risultato finale? Comunque, un elemento che conferma l'idea di un ambizioso progetto alchemico sotteso all'opera stessa.





In parallelo, le fasi dell'opera sono associate graficamente alle fasi lunari, secondo la lettura matriarcale originaria: la Luna è volto visibile della Dea, di cui unisce l'aspetto di Dea Nera malevola e Dea Bianca generatrice, unificate dalla Rubedo femminile.





Un tema portante dell'opera è infatti lo scontro tra sette esoteriche "illuminate" di stampo patriarcale, orientate a mantenere l'archetipo femminile e lunare sotto il proprio controllo, e il risveglio delle forze matriarcali originarie, incarnate in Desdemona, pare, per il polo benefico e "bianco", e nell'antagonista Cronideper quanto concerne le forze distruttrive.





L'opera presenta una continuità piuttosto serrata rispetto al modello bonelliano, ma ogni capitolo presenta comunque l'approfondimento di uno specifico elemento dell'ambito esoterico che viene così interconnesso alla trama generale.















"Crimini dimenticati": il passato che non passa.








Il primo albo, "Crimini Dimenticati" comincia subito con uno dei temi più controversi, quello dell'esoterismo nazifascista, connesso qui in particolare alle persecuzioni contro gli zingari, di cui le SS vogliono carpire i segreti. Il titolo appare fortemente paradigmatico nell'evocare la volontà di approfondire, tramite il fumetto, quei misteri "dimenticati", appunto, ai margini della storia ufficiale, e farli riemergere all'attenzione del lettore. 





Appare fin da subito, inoltre, un forte "correlativo oggettivo" che viene stabilito tra l'uso del bianco e nero classico del fumetto italiano e il contrasto tra bene e male, tra Albedo e Nigredo che si confrontano nella storia: cosa che viene sottolineata, in modo emblematico, con la metafora classica della partita a scacchi, qui giocata tra il gerarcha e il ragazzino. Il passato che non passa ritorna nell'oggi: il nazifascismo non è serenamente sconfitto come nella rassicurante versione ufficiale, ma ritorna nell'ombra tramite mille rigagnoli fognari, nella Loggia Nera che ne continua segretamente i metodi e gli scopi, esoterici e non.










"La crociata dei fanciulli": storie e Storie rimosse.





Nel secondo albo ci si concentra su "La crociata dei fanciulli" (1212), richiamata fin dal titolo, una delle spedizioni "mistiche" nelle guerre sante medioevali, in cui si riteneva che la purezza dei fanciulli avrebbe loro consentito di riuscire nell'impresa di liberare compiutamente la Terrasanta. La crociata naturalmente fallì, e i fanciulli partecipanti furono acquistati dai mercanti di schiavi.





La storia si ripete, nell'albo, anche nel nostro presente, in forma diversa e percorso opposto, con fanciulli schiavi importati per lavori pesanti in Occidente. Il "passato che non passa", il passato irrisolto che ritorna a perseguitarci, sia a livello sociale e collettivo, sia a livello psicologico e personale, come evidenziato dalla stessa vicenda di Desdemona. L'elemento traumatico dell'insonnia della fanciulla si evidenzia nei tormentosi sogni che ne spezzano il faticoso sonno, che sempre più emergono come connessione tra il rimosso della storia personale della ragazza e il rimosso della grande Storia.










"Minimi prodigi": gabbie fisiche, gabbie mentali





Il terzo albo, "Minimi prodigi", si concentra apparentemente di più sul passato di Desdemona e sul burrascoso passato sentimentale col fidanzato ecoterrorista, a giustificare anche il difficile rapporto della protagonista con gli uomini. Il tema però è interessante per la sua potenzialità metaletteraria a vari livelli. Infatti, la liberazione degli animali dalle loro gabbie diventa simbolo della liberazione degli umani dalle medesime gabbie, più mentali che reali, che li intrappolano ugualmente nel grande circo degli Illuminati. 





Ma, al tempo stesso, su un piano metafumettistico, la "gabbia" è il nome dato alla struttura della tavola di fumetto bonelliano, ripreso anche dai bonellidi, che prevede vignette di forma squadrata, in un blocco 2 X 3 che ricorda appunto la forma delle sbarre di una prigione. L'evoluzione del fumetto italiano si è incentrata molto sulla rottura della gabbia o sul suo mantenimento, eventualmente ripensato in modo più consapevole. 





Di Bernardo, come sceneggiatore, pare scegliere più questa seconda strada: mantenere in prevalenza una griglia tradizionale, che pare diventare metafora del cosmo claustrofobico in cui i suoi personaggi sono rinchiusi; così come il tradizionale bianco e nero bonelliano diviene metafora, come  abbiamo visto, del contrasto tra bene e male, tra Albedo e Nigredo, che contraddistingue il fumetto. Due elementi che si unificano ulteriormente nel frequente riferimento, come qui sopra e spesso nel fumetto, alla scacchiera massonica, simbolo di questo imprigionamento delle forze opposte in uno schema razionale e patriarcale.










"Rinata dal fuoco": la rinascita nella rubedo delle fiamme e del sangue.





Il quarto albo, "Rinata dal fuoco", unifica i misteri della contessa Bathory e dei suoi sadici rituali di rigenerazione tramite il sangue di innocenti fanciulle, e il manoscritto Voynich come custode di segreti esoterici legati ai medesimi culti di rinascita. 










"Libri di sangue": libri come custodi dei misteri della Rubedo.





Si palesa qui un tema che tornerà in modo centrale nel capitolo seguente, "Libri di sangue": ovvero della centralità dei libri come custodia dei segreti iniziatici. L'elemento libresco è quasi sempre presente nella narrativa ermetica, ovviamente; ma nell'Insonne esso appare particolarmente evidenziato. In "Libri di sangue" ciò avviene tramite la citazione della biblioteca di Babele di borgesiana memoria, che qui diviene un luogo ove sono custoditi libri esoterici ritenuti ormai perduti.










"Opera al nero": proseguono i terribili riti della nigredo, presso la Porta Alchemica.





Il numero sei, "Opera al Nero", riprende il tema della Nigredo evocata nelle copertine dei primi sei albi, e prelude alla transizione che avviene nella seconda parte dell'Opera. Torna il tema dei segreti per la rinascita e l'immortalità, connessi a riti sacrificali, e qui collegati alla Porta Alchemica di Roma.










"Le gabbie della mente": gabbie fisiche, mentali, simboliche.





Compiuta l'Opera al Nero, si avvia la fase della Putrefactio, in cui ritorna il tema della gabbia ne "Le gabbie della mente", il settimo albo, che ne esplica la natura invisibile e psicologica (come invisibili sono, per i personaggi del fumetto, le gabbie che li rinchiudono...). Torna anche il tema del Circo, qui accostato non più alla schiavitù degli animali ma a quella dei Freaks, in particolare il rettilico protagonista della storia, reso un mostro dalle vessazioni cui è stato sottoposto.





In qualche modo, il tema del mostro da circo rettiliforme prelude all'ottavo albo, "Storie d'amore e d'altri demoni" (des demons?), in cui inizia a divenire centrale la figura di Cronide, figura antagonista di Desdemona, candidata potenziale, come lei, al ruolo matriarcale all'interno della principale setta esoterica. 





Il nome di Cronide rimanda ovviamente a Cronos, il dio del tempo, re dei Titani poi rovesciato dal figlio Zeus, celebre per la sua crudeltà nel "divorare i propri figli", elemento che rimanda probabilmente ai sacrifici umani richiesti dal culto classico precedente gli dei olimpici, che rifiuteranno invece questo tributo. E nell'albo, infatti, ci è narrata l'origine della Loggia Nera, che affonda le sue radici nelle tradizioni etrusche, divenute segrete e iniziatiche dopo la cancellazione romana.














"Di amore e di altri demoni": Cronide rises





Cronide, come comporta il nome, è folle e omicida; tuttavia tale dimensione della fanciulla è provocata anche dall'educazione della setta, dal ruolo a cui è forzata nel "grande circo" degli Illuminati, contraddittoria "prescelta di riserva", esaltata e disprezzata al tempo stesso. La sua follia, per contro, diviene elemento d'instabilità della grande piramide al pari, specularmente, della razionalità e della tenacia di Desdemona. Ed entrambi gli elementi contribuiranno, se non a farla crollare, a minarne


la stabilità.










"Carne di pietra": vita eterna tramite morte rituale.





"Carne di pietra", il capitolo nove, mostra un imitatore italiano del Dottor Morte, affiliato alla Loggia Nera, che pietrifica segretamente cadaveri di giovani modelle per ragioni rituali (copiato rozzamente da un folle imitatore), nell'eterno tema della ricerca dell'immortalità, qui seguendo i principi di Gerolamo Segato, che aveva scoperto in Egitto i segreti più antichi connessi al livello esoterico della mummificazione. Torna quindi il tema della ricerca della vita eterna tramite il sacrificio umano, uno dei temi dominanti dell'opera.










"Terribilis Locus Es Iste". Misteri degli zingari e di Rennes le Chareau: la lacrima di Luna.





In "Terribilis Locus Es Iste", ovviamente, emerge il tema di Rennes Le Chateau, ove Desdemona scopre di essere parte della profezia di Paracelso, il quale effettivamente riteneva che l'alchimista dovesse ricercare i segreti perduti presso la tradizione delle guaritrici e degli zingari. Nella fattispecie, si palesa la natura lunare del segreto, per tramite della Lacrima di Luna, elemento cruciale per portare a compimento la grande opera. 





Colpita dalle recenti rivelazioni che la riguardano personalmente, Desdemona decide quindi di parlare palesemente della Loggia Nera in radio,  viene perseguitata da questa. La divulgazione del segreto ermetico prelude all'inizio della fine,  e la storia da questo punto in poi procede più spedita verso la sua conclusione.










"La tana del lupo": il segreto di Paracelso.





Desdemona finisce infatti ne "La tana del lupo" nell'albo seguente, venendo catturata dalla Loggia Nera che vuole farla parte delle tre madri, poiché ne ha il sangue: sorella di Sarah, dovrebbe unirsi al di lei figlio per generare l'incestuosa progenie. Tra le righe, è rivelato che la Loggia Nera ha 953 membri: un dettaglio che la rende identica, almeno come numero di iniziati, alla celebre loggia P2, la segreta "loggia di propaganda" al centro dei  tentativi (falliti?) di golpe in Italia dagli anni '70 agli '80.





Con "La tana del lupo" finisce la putrefactio, e gli ultimi due albi mostrano Albedo e Rubedo. Nel numero 12, "Il male dentro",  scopriamo come Paracelso ha recuperato il segreto della Rubedo dagli zingari nella rossa lacrima lunare,  un elemento in grado di scatenare l'apocalisse, in grado di terrorizzare anche l'antico alchimista.






"Opera al rosso": la pietra scartata dai costruttori...





Il tredicesimo albo, che chiude la serie, è dedicato alla Rubedo e intitolato "Opera al Rosso". L'apocalisse della lacrima lunare viene scongiurata, in quanto non è Desdemona l'eletta, ma Cronide, ormai ribelle alla setta che l'ha rifiutata.  Naturalmente, come palesa la conclusione, l'implosione della Setta Nera non è apparentemente significativa: è solo un piccolo mattone nella piramide della Sinarchia, afferma spocchioso il nuovo leader occulto che emerge sulla scena occulta. Ma nelle parole vanagloriose vi è anche il senso della crepa che si va ritagliando, a loro stessa insaputa: perché un singolo mattone rimosso dallo schema può mettere a rischio la stabilità di una costruzione imponente. Anche il finale, dunque, si rivela ambiguamente sospeso tra pessimismo apparente e un maggior possibilismo insito per chi lo sa cogliere, come giusto che sia.















Questo, in estrema sintesi, lo sviluppo delle vicende de L'Insonne, di cui ho sottolineato soprattutto gli sviluppi ermetici, trascurando ad esempio invece la parte, pur presente, di approfondimento psicologico della protagonista e dei comprimari. Ma quello che mi premeva sottolineare è la presenza di un preciso percorso iniziatico che, tramite l'Opera, ripercorre il percorso simbolico della Grande Opera.





Un percorso iniziatico che si declina in una versione personale tramite vari temi ricorrenti, che ho sopra evidenziato. A livello contenutistico, Di Bernardo sottolinea soprattutto il tema della ricerca dell'immortalità tramite riti proibiti, la folle hybris di una casta di Illuminati e di immortali che creano il loro predominio e la loro eternità tramite l'oppressione delle masse sottoposte; il tema del "passato che non passa", del rimosso a livello storico - e psicologico personale, per simmetria - che ritorna, in nuove e vecchie forme, a perseguitarci; il tema dei libri come reliquiario di una sapienza perduta, che sempre meno persone sono disposte a consultare. E tra questi libri iniziatici, vi è anche il "romanzo a fumetti" dell'Insonne, indubbiamente.





Quest'ultimo tema si connette dunque ad altri sottotemi che potrei definire meta-fumettistici, ovvero temi iniziatici resi sia a livello contenutistico, sia a livello formale. La lotta tra bianco e nero, tra Albedo e Nigredo, è simboleggiata nell'uso di un bianco e nero nitido, la gabbia che imprigiona tali forze nell'adozione nell'adozione di una gabbia bonelliana rigorosa; due simbolismi che unificati rimandano alla scacchiera massonica, rigida griglia bianca e nera, che ricorre frequentemente nella storia, sia come segno grafico in pavimenti e affini, sia nel tema reiterato della partita a scacchi.





Joyce voleva per la sua Finnegans Wake, la sua opera più ermetica, un lettore ideale affetto da insonnia ideale. Fin-Negans Wake, la Veglia Fine-Negante, la Veglia Senza Fine, in fondo era già in sé un'evocazione dell'insonnia.





L'opera di Di Bernardo si pone agli antipodi, in un certo senso. Tanto criptica è, fin dal primo livello, la Finnegans Wake, così l'Insonne si pone come testo apparentemente facile e popolare. Eppure, la fitta rete di connessioni ermetiche che la storia lascia intravvedere è in grado anch'essa di irretire, appunto, il suo lettore ideale, facendo perdere in un labirinto di criptici segni iniziatici che si cela appena sotto la superficie.





Non so quanto abbia saputo qui ricostruire correttamente di questa trama: molto mi sarà sfuggito, qualcosa forse avrò anche sovra-interpretato, come si rischia sempre in una lettura ermetica. Se non altro, queste righe restano come omaggio di un lettore all'affascinante Desdemona, l'Insonne. 





L'Insonne Ideale.