Dr. Jeckyll And Mr. Hyde.



LORENZO BARBERIS.

Un nuovo brano letto a scuola, un grande classico: "Lo strano caso del Dr. Jeckyill e di Mr. Hyde".

1. L'autore è Robert Louis Stevenson (1850 - 1894).

Figlio di un ingegnere costruttore di fari (nota il dipinto nell'illustrazione della sua opera), la popolarità arriva con L'Isola del Tesoro (1883), il grande classico dell'avventura marinaresca saccheggiato all'infinito dall'immaginario contemporaneo, da Monkey Island a Pirati dei Caraibi. Ma non si contano nemmeno le riprese dirette, da Pratt alla Disney.


E a parte l'esplicito omaggio di "Treasure Planet" (un piccolo capolavoro), anche tutta la SF spaziale deve molto al suo eternare il mito della pirateria.


Fumetti da riviste cattoliche anni '80. Con dei cattivi degni di questo nome.

Nel 1886 fa il bis con "Lo strano caso", cui si aggiunge poi anche "La Freccia Nera" (1888), per citare solo i casi che hanno formato dei pilastri della cultura di massa. Se "L'Isola" (anche Lost, quanto deve a questo capolavoro?) è stato illustrato da Hugo Pratt, "La Freccia" vide l'interpretazione magistrale di Gianni De Luca, altrettanto grande e misconosciuto maestro del fumetto italiano. In entrambe le opere, la Freccia e l'Isola, ricorre l'idea di un "marchio nero" che perseguita i colpevoli di qualche crimine misterioso e terribile, di solito una variante sul tema del tradimento.

Ovviamente, la stragrande maggioranza degli scrittori darebbe un braccio per comporre qualcosa all'altezza delle sue opere minori. Ma già solo questi tre lavori bastano a far di Stevenson un gigante di statura difficilmente raggiungibile, in grado di scalzare nel successo mondiale i trionfi di Walter Scott, l'immortale autore di Ivanhoe.

2. La trama: la metà oscura che emerge tramite una pozione.


L'opera inizia in grande stile, con Hyde subito al massimo delle sue possibilità, che calpesta tranquillamente una bambina passando per strada.

Grande è lo stupore di alcuni gentlemen quando si accorgono che vive nella casa del rispettabilissimo Dottor Jekyll: essi pensano lo ricatti.


Hyde esagera sempre di più, giungendo all'omicidio.
Il bastone da passeggio, il simbolo stesso del gentiluomo, diventa (o meglio ritorna) la clava mortale dell'uomo preistorico.

Alla fine, come noto, si scopre che è Hyde non è altri che Jekyll, trasformatosi tramite una pozione che fa emergere di notte la sua parte più oscura. Come rivela nella lettera confessione, giunto a un punto di non-ritorno (Hyde appare anche senza pozione, mentre Jeckyll non riesce più a procurarsi le sostanze per l'antidoto) egli si suicida con del cianuro.

3. Gemelli diversi: Jeckyll anticipa Gray



Quattro anni dopo, nel 1890, Oscar Wilde farà uscire un altro celebre "doppio" della letteratura fantastica: Dorian Gray. Il giovane dandy, bellissimo e malvagio, non porta i segni del suo invecchiamento e dei suoi crimini grazie a un ritratto che magicamente invecchia e imbruttisce al suo posto. Jekyll dissimula il suo lato oscuro assumendo un aspetto diverso, Grey si limita a non portare i segni del male compiuto, motivo per cui nessuno riesce a ritenerlo colpevole. Nel suo caso, non è l'irreversibilità del processo a portarlo all'autodistruzione, ma il suo specchiarsi nel mostruoso ritratto fino a giungere, in un accesso di rabbia, a squarciarlo, condannando così anche sé stesso.

4. Il Mad Doctor: da Faust a Frankenstein.




Sul tema del doppio, Jeckyll teme pochi rivali. Al massimo, sono le leggende popolari del doppio, i classici dell'Uomo Lupo e del Vampiro, a costituire ispirazione per la sua doppia natura. Tuttavia, Jeckyll non è un "doppio" di tipo magico, ma scientifico: inoltre, è lui stesso (come in parte Gray) ad operare il processo che lo trasforma.

In questo, egli è un erede di Faust, il primo "scienziato pazzo", che nel '500 dona l'anima al diavolo in cambio della conoscenza, tra cui la creazione dell'Homunculus o del Golem; e di Frankenstein, il primo vero modello della science fiction, che nel 1817 crea il primo mostro della scienza ridando alla vita a un cadavere tramite l'elettricità del fulmine catturata nel suo laboratorio. Con Jekyill, il mostro della scienza non è più creato fuori di sé, ma all'interno della propria psiche.

6. Ma Jeckyll anticipa anche Freud...



L'idea di fondo di Jeckyll e Hyde sembra inoltre ripresa pari pari da Sigmund Freud, che nella sua psicoanalisi mirava a far emergere il lato inconscio, aggressivo e distruttivo, sepolto dietro la maschera dell'Io conscio, razionale e positivo. Tra l'altro, Freud usava anche la cocaina in questi suoi studi, una "pozione" perfettamente in grado di scatenare gli istinti incontrollabili del profondo (e come la pozione di Jeckill, pronta a sfuggire al controllo). Ma il fatto è che Freud viene più di dieci anni dopo (la sua "Interpretazione dei sogni" è del 1900): al limite, è la stessa psicanalisi freudiana che si ispira al medico e scienziato del romanziere scozzese, e non viceversa. Del resto, però, erano idee che ormai circolavano nell'immaginario collettivo.

...e Jack The Ripper.


Ma Stevenson non anticipa solo Freud.
In modo più inquietante, Jeckyll / Hyde anticipa anche il primo serial killer della storia, Jack The Ripper, attivo proprio a Londra, un anno dopo la pubblicazione dell'opera stevensoniana, nel 1888, anno dalla cifra particolarmente significativa. Appare certo che lo Squartatore fosse un chirurgo, per l'abilità e precisione dei tagli; e una vasta pubblicistica lo vuole la punta di diamante di una setta assassina. Il nomignolo "Jack" potrebbe quasi richiamare il dottor Jeck-ill (Jack il malato?). Ma sarebbe una coincidenza troppo inquietante.

7. Je Kill and Hide.

I due nomi assunti dal protagonista sono molto significativi: non solo quello finto, Hyde, che rimanda a "to hide", nascondersi, a segnare la personalità nascosta; ma anche Jekyll, che richiama Je Kill, "Io uccido". Je Kill and Hide: Io uccido e mi nascondo. Una descrizione piuttosto precisa dell'azione del personaggio.

8. Hyde in Comics



Come tutti i personaggi dell'orrore, anche Hyde ha avuto una riscrittura "patetica", che ne esalta l'aspetto positivo, rileggendone la storia come figure incomprese e talvolta addirittura eroiche. Nel caso di Hyde, questo onore gli tocca per mano di Alan Moore, il principale fumettista moderno, che nella sua "Lega degli straordinari gentlemen" lo fa diventare l'eroe che riesce a fermare l'invasione aliena (non a caso, con la sua graphic novel "From Hell", è sempre Moore a indagare a fumetti le vicende di Jack lo Squartatore). La stessa idea dei gentlemen straordinari deriva in fondo dal mito di Hyde, che trasforma il bastone da passeggio, il simbolo stesso del gentiluomo inglese, in un'arma mortale e grezza, la mazza primitiva da cui in fondo, per evoluzioni successive, deriva.

Hulk



In fondo, l'idea di Moore non è così innovativa, ma si limita a citare quanto già aveva fatto, nei fumetti, il duo Stan Lee e Jack Kirby, con la creazione di Hulk. La pozione, in questo caso, tramuta lo scienziato in un mostro verde, gigantesco e di forza sovraumana, facilissimo alla collera che ne centuplica le energie, non sveglissimo (nella sua trasmutazione verdastra) ma fondamentalmente non malvagio (anche viste le limitazioni dei comics anni '60).

I Mutanti.



Da lì, da Hyde e da Hulk, discende tutta la fantascienza basata sui mutanti. Solitamente la mutazione non è reversibile, come (parzialmente) nel caso di Hyde, ma definitiva, come nel caso dei mutanti del fumetto, del cinema, della tv: dagli X-Men agli eroi di Heroes e 4400.

Satanik.


Il fumetto nero italiano riprenderà invece il mito di Hyde in Satanik (1963, un anno dopo Hulk), femminilizzandolo nell'eroina di Satanik. Oltre a questa modifica, c'è un'inversione nel rapporto bellezza e malvagità: se Jekyll era buono e bello, e Hyde brutto e cattivo, la scienziata qui è brutta, ma con la pozione si tramuta nella bellissima e spietata Satanik.


In tempi recenti, è stato invece il grande Lorenzo Mattotti a dedicare ad Hyde uno dei suoi visionari fumetti, tra i meglio riusciti.

9. Hyde In Movies

I film di Jeckyll e Hyde sono dei classici dell'età del bianco e nero, se ne contano decine di adattamenti dal 1908 in poi. Nell'età del colore, prevale la rilettura comica: la più celebre è quella di Jerry Lewis, "The Nutty Professor", "un professore tutto matto" potremmo dire, declinazione comica del Mad Doc che si trasforma però non in un bruto, ma in un affascinante seduttore. Il remake di Eddie Murphy riprende più o meno lo stesso tema, volgendolo in chiave all black, e con l'ausilio vincente del morphing (o Murphying?).



Tra le versioni serie, spicca "Mary Reilly" (1996), che affronta il tema dal punto di vista innovativo della governante di Jeckyll, segretamente innamorata del professore.