Dylan Dog 327 - I Sonnambuli




LORENZO BARBERIS.

I Sonnambuli Uccisori

Il Nuovo Corso di Dylan Dog, come ho già avuto modo di scrivere, mi sta piacendo molto. In verità mi ero allontanato da tempo dal personaggio, salvo qualche sporadico acquisto in occasione di numeri celebrativi, o dei Color Fest. I due numeri finora usciti, rispettivamente di Ambrosini e Enna / Dell'Agnol, si erano distinti per una scelta marcatamente "autoriale", che anticipava l'arrivo atteso, per il 2014, dei migliori nomi del fumetto d'autore italiano, finora esterni al mondo bonelliano.

Questo numero apparentemente ha un segno più tradizionale, ma è stato per me un tuffo nel passato. Dall'uomo, il disegnatore, è l'autore dei disegni del numero 5, "Gli Uccisori". Uno dei grandi classici della serie, dove appare il personaggio del bizzarro inventore Wells. Soggetto e sceneggiatura, ovviamente, dell'inimitabile Tiziano Sclavi.





Torna anche Xabaras, l'antagonista apparso nel numero 1, che dopo aver sperimentato l'apocalisse zombie nel primo numero, qui tenta di scatenare una ondata di violenza. In copertina gli Uccisori sono resi gialli per sottolinearne il carattere di Zombies, ma in realtà sono esseri umani normali, benché preda della furia omicida.

Xabaras li scatena utilizzando pagine del Liber Mutus del 1677, coerente col fatto che Dylan Dog sia giunto in questo presente dal 1685 (trecento anni prima), essendo nato nel 1666, come già accennato da Sclavi nel numero uno, che già implica la conclusione del (deludente) numero cento.

Il segno di Dell'uomo, qui giovane ventinovenne a inizio carriera (e ormai più vicino ai sessanta che ai cinquanta) era estremamente efficace nella sintesi volutamente fredda e spiazzante di una Londra capitalistica priva di ogni umanità. Anche la conclusione, difficilmente reiterabile in seguito, con Dylan che uccide i membri della multinazionale di Xabaras con le loro stesse armi, è di una potenza spiazzante che in seguito raramente ho ritrovato.




Dall'uomo, da "I Sonnambuli"

Nel fumetto di oggi Dell'uomo mostra un segno forse più raffinato, in cui è evidente la lezione di Magnus; ma tutta la storia mira al ritorno a quello spirito delle origini, come già fanno le copertine di Stano (allora era Villa, ma Stano è l'autore del magnifico numero uno). Bella anche la copertina, dove i sonnambuli sono gli autori di Dylan Dog, circondandolo coi loro incubi.

In questo numero dunque c'è lo stesso gusto per lo splatter e per l'erotismo, e la stessa trama rimanda in modo abbastanza evidente agli Uccisori: qui il progetto riguarda, come è facile capire, sonnambuli omicidi sfuggiti ai loro creatori, ma la storia di partenza è ricordata esplicitamente in un dialogo tra Dylan e l'ispettore Bloch.

Insomma, una terza storia positiva, anche se forse mi sto facendo influenzare dall'effetto nostalgia, che mi sta facendo venir voglia di recuperare quei vecchi albi, sepolti in qualche scatolone qui in casa.

Perché, come diceva Burgess all'interno del fumetto:

"Non riusciremo a sconfiggerli, perché gli uccisori siamo noi”