Odi Et Amo


LORENZO BARBERIS.
"Non per odio ma per amore" è il secondo capitolo degli Orfani, la prima serie bonelliana a colori(spoiler alert, as usual: anche su serie Bonelli precedenti, come Caravan).

Immagini superbe, come al solito, a partire dalla copertina di forte impatto, qui sopra.

La storia si conferma interessante, ripercorrendo tutti i topos della fantascienza spaziale alla Starship Troopers (1959) di Heinlein.

Nella prima parte vediamo l'addestramento e potenziamento dei giovani combattenti, addestrati tramite l'odio verso i propri istruttori alla pari che con i nemici alieni dallo spazio, e dall'amore e dall'amicizia che li lega tra di loro. 

La scena in cui la recluta affronta l'istruttore è citata pari pari dal libro, con al posto di Nakamura il sergente istruttore Zim, mentre il fatto che il ciccione del gruppo si riveli bravo a sparare, in questo caso per procurarsi cibo extra, rimanda decisamente a Full Metal Jacket.

I frequenti non-detti, l'impressione evidente che vi sia qualcosa dissimulato dietro l'addestramento degli Orfani, rimanda piuttosto alla fantascienza bellica spaziale giapponese di Evangelion, che pare richiamato anche dalla città che appare all'improvviso sul pianeta alieno, come emersa dal sottosuolo (in Evangelion, era la base terrestre a sparire sottoterra e riemergere per difendersi dagli attacchi alieni).

Ma in fondo sono tutti luoghi comuni del genere, come pure la bipartizione dell'opera tra l'addestramento e la fase operativa, elemento presente sia in Kubrick che in Heinlein. Applicato a una serie, porta a una struttura basata su costanti flashback e flashforward, che ricordano ad esempio la struttura di Lost; ma anche, in Bonelli, il tentativo di "Caravan" di Medda, similmente basato su un "prima" e un "dopo" l'arrivo della misteriosa tempesta elettromagnetica che spinge la comunità alla fuga.

Anche in "Caravan" era evidente, fin da subito, che i militari malvagi nascondevano qualcosa, in un modo trovato da molti, online, piuttosto ingenuo e "telefonato", come poi rivelato dal finale scontato (tutto era un esperimento del governo per vedere come reagiva la popolazione in caso di simulata catastrofe).

Anche in questo "Orfani" appaiono elementi che fanno pensare a un "piano": come nell'addestramento gli Orfani sono potenziati tramite droghe, così nel futuro continuano a usare altre sostanze per "adattarsi" al pianeta. Difficilmente una droga potenziante dissimulata, che poteva essere accettata di buon grado dagli Orfani, divenuti spietate macchine da guerra.

Viene quindi da pensare ad un elemento di un inganno, come pure gli alieni che appaiono misteriosi e improvvisi sui radar (così simili agli orsi combattuti, nell'albo 1, in addestramento, quasi un richiamo, forse, agli "orsi polari" di Lost), o la loro città, inesistenti per le strumentazioni, anche se poi fisici nelle loro conseguenze una volta apparsi. Anche il fatto che il pianeta abbia un'atmosfera perfettamente respirabile e adatta all'uomo appare poco credibile, se non come spia, appunto, di un qualcosa di artificiosamente costruito come sede di un esperimento, o cose simili.

Anche i continui discorsi del generale e della psicologa fanno presagire un complesso piano di manipolazione mentale dei protagonisti: la scomparsa del fratello di Juno, ad esempio (reale o apparente che sia) potrebbe essere finalizzata a spingere la ragazza verso il "Boyscout", per legarli e quindi renderli manipolabili col reciproco ricatto (lei non uccide il generale, ad esempio, per poter sposare il ragazzo in cambio).

Il rischio in agguato di fronte alla creazione di questi insistiti misteri è che la spiegazione del tutto risulti poi banale (Caravan) o inconcludente e comodamente mistica (Lost). Naturalmente siamo solo agli inizi e queste speculazioni lasciano il tempo che trovano, ma un testo è una macchina per produrre interpretazioni, e quindi se Orfani suscita queste curiosità sullo sviluppo della sua trama è un segnale della riuscita dell'opera, almeno al suo attuale stadio di sviluppo.

Bello poi il teaser (metaletterario?):
"Noi non facciamo arte, facciamo cadaveri."
E con questa notazione vi rimando ad Orfani 3.