Black Dossier


LORENZO BARBERIS

(Spoiler alert, as usual).

Iniziamo l'anno con la recensione del più bel regalo di Natale: "Black Dossier" di Alan Moore.
Alan Moore si conferma il più grande esoterista dei nostri tempi, e il fumetto è tutto una grande operazione di psicomagia, come i precedenti.

Il ciclo dei "gentiluomini straordinari" di Moore racconta le vicende delle creature fantastiche dell'800 vittoriano come se fossero una lega di moderni supereroi. Un lavoro di riscrittura degli archetipi molto interessanti, che in "Century", che affronta il ''900, raggiunge il suo apice (e forse, come ho scritto, vi è citata anche una brillante scrittrice fossanese di horror).

Questo "Black Dossier" è ambientato all'indomani della seconda guerra mondiale e ispirato ai classici romanzi di spie; ma è un pretesto per rivelarci il quadro generale dell'opera tramite la ricerca, da parte dei protagonisti - la vampira Mina Murray e l'immortale Allan Quatermain - del "black dossier", il dossier segreto che riguarda il loro ordine.

La vicenda inizia quando Mina ruba il dossier a un Jimmy Bond agente segreto che tenta di violentarla.


(copertina alternativa dell'albo)

Tornata in albergo, Mina legge i contenuti del dossier: fumetti, romanzacci di serie b, e testi pornografici che però narrano, in modo allusivo, le vicende di superuomini reali. Moore riprende qui, come al solito, un'idea ricorrente nella cultura complottista: la trash-litterature è in verità l'unica reale, e può parlare liberamente della verità, senza censure, proprio perché la sua natura "bassa" non la rende credibile al largo pubblico.

Tra i contenuti, la vita di Orlando, il terzo immortale al centro della squadra: che è, qui, sia il paladino di Carlo Magno che l'Orlando di Virginia Woolf, immortale di cui lei narra le vicende dalla corte Elisabettiana in poi. Tramite la sua vicenda Moore ricostruisce l'intero mito dei superuomini alternativi in pagine di fumetto dottissime (non per gli ipotetici standard del fumetto: in senso letterario assoluto).

Moore retrodata ancora le imprese di Orlando, facendone il figlio di Tiresia, il profeta cieco condannato al cambiamento di sesso: la figlia Manto eredita il dono della magia, Orlando, col nome allora di "Bio", vita, eredita la duplicità del sesso. Sono gli anni della guerra di Troia, la fucina di tutti i miti occidentali: Bion vi partecipa nella sua nuova veste maschile, poi con Bruto, nipote di Enea, fonda la "Brutannia", la moderna Inghilterra (esattamente come Enea fonda Roma, altra erede di Troia).

Cavaliere sotto Artù e poi sotto Carlo, come Rolando, recupera dal re britannico la spada invincibile, Excalibur, che rinomina Durlindana. Entra poi al servizio del Duca di Milano, l'arcimago Prospero, che fonderà la "Lega" per la corte elisabettiana.

Appare evidente che la Lega, formata nel 1610, rappresenta i "veri Rosacroce" (non nominati) che sono al centro del culto dell'esoterismo mondiale. Tra di loro, non manca Don Chisciotte.

Quando re Giacomo mette al bando e perseguita la magia in Inghilterra, Prospero fugge ne Mondo Fiammeggiante, l'antico regno delle fiabe, dove gli Archetipi vivono una propria autonoma vita immortale.

La nuova lega del '700 vede come protagonista ovviamente Gulliver; poi le vicende di Orlando si ricollegano a quelle della lega dell'800, di cui Moore ci ha parlato nei primi romanzi del ciclo.

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Da un punto di vista storico-letterario, il Black Dossier è il fumetto più interessante. Moore dimostra la solidità delle sue conoscenze iniziatiche e narrative, fondando il mito del super-eroe negli eroi omerici sopravvissuti poi nella figura del cavaliere medioevale e nella sua idealizzazione rosacrociana rinascimentale, per evolversi poi, tramite la satira di Don Chisciotte nel '600, nell'eroe moderno, borghese, come il dottor Lemuel Gulliver, medico di bordo, nel '700.

L'800 inglese è poi una fucina ricchissima di miti fantastici, a cui Moore ha attinto a piene mani per il suo magico gioco letterario. Mi sono sempre chiesto come si potrebbe duplicare il tutto in ambito italiano, dove Manzoni ha imposto il canone di un rigoroso realismo. Solo Pinocchio, forse, nell'800 nostrano, potrebbe sedere degnamente a fianco dei gentiluomini straordinari.

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Ma torniamo al fumetto. Gli altri dossier, pur interessanti, non aggiungono molto a quanto rivelato nel primo documento, quello di Orlando, il più significativo. O meglio, aggiungono minuziosi, dettagliati particolari ermetici, per i quali però rimando all'opera originaria.

La storia prosegue, semplice e intrisa di citazioni criptiche e sovrabbondanti: braccati da Bond e dai suoi comprimari, i due fuggono, ovviamente con frequenti scene di scontri e un pregevole catfighting tra Mina Murray ed Emma Peel degli "Avengers", altra famosissima spia della fiction in Inghilterra.

Alla fine, gli eroi raggiungono Prospero nel Mondo Fiammeggiante, portando il Black Dossier al sicuro dagli sguardi indiscreti dei corrotti servizi segreti inglesi di Bond; il Flaming Word è realizzato in 3D, a indicare che si tratta di un mondo "reale" per i personaggi archetipi, che appaiono nel nostro mondo, all'apparenza, solo come segni su carta.

Un ennesimo capolavoro di Moore, insomma. In attesa che ci conduca a un nuovo viaggio, giù nel Blazing World.