Cuneogotico





LORENZO BARBERIS.



Il 2014 sembra aprirsi sotto ottimi auspici per il Cuneese "esoterico". Sono di recente venuto a conoscenza di questo progetto, che partecipo volentieri ai venticinque (o trentasei) lettori del blog: "CuNeogotico", una serie di eventi e mostre che vanno a indagare una dimensione affascinante del Cuneese: il suo volto gotico e neo-gotico al tempo stesso.



In effetti, il Cuneese è sia uno dei luoghi dove si sono maggiormente conservate testimonianze dell'arte gotica, specialmente per quanto riguarda la pittura (in particolare, sotto questo profilo, per quanto riguarda l'area dell'antica diocesi di Mondovì), sia il fulcro di una "rinascenza neogotica" sotto le insegne dei Savoia, quando nell'Ottocento la più iniziatica dinastia d'Europa decise definitivamente di volersi regnante sull'Italia. In mezzo, il Rinascimento non ha lasciato quasi traccia, passando quasi senza soluzione di continuità, ancor più che a Torino, dai diavoli infuocati delle cappelle medioevali ai bizzarri languori di un barocco particolarmente melanconico e oscuro (è a Mondovì che Giraldi Cinzio pubblica il suoi celebri Hecatommiti, il "Decameron Nero" della tarda età manierista).








(discusso) sigillo di Berenger Sauniere, ripreso dal noto simbolo della Porta Alchemica.



Pelagio Pelagi a Pollenzo e Gian Battista Schellino a Dogliani sono indubbiamente due vettori importanti di questa sotterranea rete geomantica tutta da riscoprire, che il CuNeogotico indaga e contestualizza sulla ricca pagina facebook del progetto. Non mancano rimandi ai Grandi Maestri dell'ossessione neogotica, come la Rennes Le Chateau del caro parroco Sauniére, connesso agli studi sulla presenza del catarismo medioevale  (e alla stregoneria delle masche) nelle nostre zone, di cui ho recentemente scritto sul blog.








Lapide a Carolina Invernizio. Cuneo, Via Barbaroux 3



Il CuNeogotico non manca di rimandi (che si svilupperanno da qui al 2016) legati al neogotico contemporaneo: e in effetti il neogotico è una corrente dotata di una sua vitalità e sopravvivenza underground ma diffusa, tale da giungere fino a noi. Specialmente nelle sue declinazioni letterarie, che partono dalle atmosfere inquietanti dei castelli di Mary Shelley e di Sade - ma anche di Manzoni, in fondo -  per passare a Cuneo, tramite i "romanzeschi fantasmi" dell'Invernizio, fino ad arrivare alle ramificate declinazioni dell'horror, del thriller e del noir contemporaneo.



Nelle arti visive, il Neogotico è divenuto forse più una nicchia, in confronto alla sua centralità in letteratura e al cinema (ma anche nel fumetto: pensiamo a Sandman, Hellblazer). CuNeogotico va quindi meritoriamente a riscoprire le eccellenze artistiche che operano in questo ambito. Una ricerca affascinante, che si muove con intriganti rimandi tra illustrazione e fotografia. E chissà che, dal cuneese, il Neogotico non faccia riemergere, ancora una volta, il suo inquietante vessillo nero.