Dylan Dog 338 - Mai più, ispettore Bloch







LORENZO BARBERIS.



– Allora, signor Klauser, deve morire Mami Jane?

– Che vadano tutti a cagare.

– È un sì o un no?

– Lei che ne dice?

Nell'ottobre del 1987, la CRB – casa editrice da ventidue anni delle avventure del mitico Ballon Mac – decise di indire un referendum tra i suoi lettori per stabilire se fosse il caso di far morire Mami Jane. Ballon Mac era un supereroe cieco che di giorno faceva il dentista e di notte combatteva il Male grazie ai poteri molto particolari della sua saliva. Mami Jane era sua madre. I lettori le erano, in genere, molto affezionati: collezionava vecchi scalpi indiani e la sera si esibiva, come bassista, in un complesso blues interamente composto da neri. Lei era bianca.



(Baricco, "City")



(spoiler alert, as usual)



Secondo numero del nuovo corso dylaniato.



Il 337 del nuovo curatore Roberto Recchioni era stato un evento a sé stante, con Dylan in un futuro tra l'Orfani di Recchioni e il Nathan Never di Mari.



Qui la storia entra nel vivo.



Bloch va in pensione.

Numero ancora speciale: niente colore, ma 112 pagine.

La cover cita "Spider Man No More", nel titolo e nel disegno di Stano.

Citazione abusata nel fumetto, ma che qui ha un senso chiaro:

la svolta di DD è importante come quella di Peter Parker.



La cover interna ci rivela che la nuova grafica (Golconda, non più Terzo Stato) è definitiva.

Funziona molto meglio a colori, però; anzi, sembra fatta per essere animata in stop motion.

Così è essenziale, ma meno potente.



Barbato e Brindisi, duo dall'esordio di lei nel lontano 157 (e, poco dopo, nella celebrazione del 200), sono affiatati in modo magistrale.



La storia è citazionista al midollo, come si conviene.

Nelle prime pagine rivediamo il malvagio Sovraintendente, già apparso in vecchi DD,

ma presenza più spettrale. Qui invece pare cacciare Bloch per neutralizzare Dylan. Interessante.



Intanto i morti non muoiono, e questo destabilizza la mala londinese.

Una non-morta si rivolge a Dylan (caso raro nella Barbato, avranno un accenno di relazione,

subito troncato) per indagare.



Bloch, intanto, sembra entusiasta della pensione, nonostante l'apparente tristezza nelle scene mute iniziali: ma i nuovi compagni che gli allietano la vita sono proiezioni della Morte, inquietanti nella loro assenza.



Dylan connette i pezzi ma, come spesso accade, in modo errato: specie quando gioca a fare il necromante. Qui egli usa la falce della morte per eliminare la prima non-morta sua cliente e far riprendere il corso degli eventi, ma ciò crea una complicazione grave in un caso altrimenti comune di incuria delle alte sfere, in questo caso della Morte in servizio a Londra.



Una citazione evidente, tra l'altro, del principale fumetto di Recchioni, John Doe, dove era il "golden boy" a rubare la falce alla Morte suo superiore. Ma se John riesce a gestire la situazione, Dylan fallisce e crea una complicanza che è un bel set-up in attesa di pay-off (Nora, la cliente, è ora infuriata e immortale, oltre che un futuro possibile capo della mala londinese).



L'omaggio della Barbato è, come si conviene, al veleno: con Recchioni la testata di Dylan Dog "impugna la falce della Morte", ovvero compie un salto avanti nello stile dello sceneggiatore romano. Ma il fatto che ciò apra disastri credo sia scaramantica ironia sui molteplici detrattori aprioristici della nuova linea.



In questo senso è interessante anche la citazione di The Walking Dead (p.37), la serie horror del momento, come serie tv ma, anche, come serie in edicola, di importazione, che certo va in parte a fare ombra alla seconda ammiraglia bonelliana. Visto che TWD è citato dalla bella e spietata mafiosa, in un albo ricco di ironia sulla mala londinese (presente più in altri autori, di solito, come Ruju e Faraci, alfieri del noir), può sembrare un - anche qui, ironico, eh - avvertimento alla piccola editrice avversaria: attenzione, lo sceriffo è rientrato in città.



Bellissima la splash page semiconclusiva di p. 110, usata anche nel booktrailer diffuso negli scorsi mesi.



Ora attendiamo il 339, l'arrivo dell'ispettore Carpenter, la cacciata di Dylan Dog.

Carpenter pare segnarsi come un duro ma onesto, pedina involontaria del sovraintendente, forse legato agli oscuri nemici dylaniati che si vanno profilando.



Nel 340, invece, conosceremo il nome di Bloch.



Insomma, su DD ci attendono tempi interessanti.



*














Passando alle anticipazioni, il prossimo numero 339, di nuovo ad opera di Recchioni dopo il "fuori serie" del 337, vedrà un nuovo tassello della Fase 2 (mentre già si annuncia una fase 3, ovviamente ancor più di rottura, per il prossimo anno): l'arrivo del nuovo ispettore Carpenter, con l'assistente Rania, e la sottrazione della tessera da poliziotto a Dylan Dog.



La scena anticipata pare proprio quella della sottrazione del tesserino, che renderà più complicata la vita a Dylan. Dato che tutto sembra un piano intenzionale del malvagio sovraintendente, rivelato nel 338 (ma, in verità, già apparso in numeri molto vecchi), penso che invece Carpenter sia un onesto tutto di un pezzo.



Lo schema ricalca quello di Batman, il cavaliere oscuro, di Frank Miller, opera amata e commentata con cura da Recchioni. Gordon va in pensione, e il nuovo commissario-donna, onestissima, vuole mettere fuori legge Batman. In verità, è l'untuoso PR del sindaco che ha spinto il debole major a quella mossa, per metter fuori gioco Batman prima che scopra il complotto di Reagan su cui va indagando.



Potrebbe tornare.







Wickedford, nel 340, è presentata da Michele Medda, con una inquietante copertina tentacolar-sessuale, davvero ripugnante (e per un horror è un bene).











Una tavola rivelata mostra il buen retiro di Bloch (di cui scopriremo anche il vero nome), intento a parlare con dei giovinastri, mentre in un'altra lui e Dylan ascoltano un freak su sedia a rotelle che sembra, però, così a pelle, un personaggio malvagio.



Il buen retiro, insomma, non sarà del tutto tale.

















Nel 341 vedrà l'apparire, pare con selfie, di "Vi presento John Ghost", avvicinato già nel suo albo-zero alla posa e ai vestiti del primo numero di John Doe. Sceneggia di nuovo Recchioni, per la svolta da lui voluta, come pure nel 342, con disegni di Dell'Agnol, "Cuore degli uomini", con una nuova visione del rapporto tra Dylan e le donne (riletto, ma non modificato).



Inoltre nel futuro Nora, l'odiosa boss suicida del 338, diverrà probabilmente la leader della mala di Londra; nonostante il suo astio verso Dylan Dog, credo che sarà un ostacolo più a John Ghost che un'alleata; mentre nel 2016, in una terza fase, apparirà Mater Addolorata, nuova incarnazione della Mater Morbi recchioniana.



Intanto, col 342 saremo già a metà della fase 2, con sei albi all'attivo.

Non vedo l'ora di arrivarci.