Kimera Mendax (2015-2025)
Nel 2020 rendevo ragione, nell'articolo qui sopra, dell'ulteriore evoluzione con il pieno sviluppo della parte musicale, implicata del resto fin dall'esordio del progetto del 2015: i vinili, musica analogica, sono infatti lo strumento che viene usato dai ribelli per la loro musica contro il controllo del sistema tramite l'iperconnessione.
Nel 2019 veniva infatti pubblicato un E.P. a 33 giri della Kuro Jam Recordings, produttore Gianluca Pernafelli, in associazione con la New Interplanetary Melodies di Simona Faraone, in una limited edition di 150 esemplari, recensita anche sul Corriere.
L’idea del collettivo è ovviamente quella di consolidare questa etichetta discografica indipendente coinvolgendo produttori e dj di musica elettronica e metterli a contatto con artisti del mondo del fumetto, creando una sorta di “controtendenza analogica” che associ vinile e fumetto.
Nel 2021 si è avuto dunque un completamento del progetto con la pubblicazione della seconda parte sia del fumetto che del vinile, un doppio EP, Kimera Mendax vol.2. La copertina, sempre di Elena Casagrande, effigia la DJ robotica Xtal (citazione anche da Aphex Twin, riferimento cruciale nell'opera), in una immagine che si può unire alla cover del primo volume fondendo il suo volto con quello di Falena: una bella soluzione visiva che, come molti aspetti di questo fumetto, non ha solo valore visivo ma riflette il ragionamento sulla fusione uomo-macchina che permea tutta l'opera.
Anche il fatto di generare un trittico musicale di tre dischi non è casuale, e rimanda ai tre elementi dell'alchimia, Zolfo, Mercurio e Sale, richiamati in simboli celati nel fumetto.
L'album musicale, sempre con cover di Elena Casagrande, come il primo, è in sé un oggetto di grande bellezza anche sotto il piano visivo, con all'interno vignette tratte dall'albo fumettistico che ricostruiscono la storia di cui il vinile diviene il controcanto sonoro.
Le musiche ribelli della storia - realizzate con i nomi migliori della scena rave e techno, in una selezione accurata di rispondenze ideali - trovano una loro incarnazione materiale, e benché le tracce sonore siano disponibili anche online (ad esempio qui), il progetto del vinile ha una sua specificità inserendo suoni non presenti nella versione su internet.
Ci sono ad esempio interludi non inseriti nella versione in streaming nei quali Pernafelli ha registrato i "suoni" analogici della città di Roma (sciabordio dell'acqua del Tevere, gabbiani, annunci della metropolitana nella quale viene inventata la fermata immaginaria di San Basilio, in programma anni fa per connettere un quartiere difficile, ma poi non realizzata) unitamente a strumenti - oud, fisarmonica - suonati dall'artista di Salonicco Maria Arabagì, che ha accompagnato alcune performance di Vinicio Capossela.
Suoni concreti, reali, legati alla reale essenza della Città Eterna, che si sposano con le sonorità elettroniche predominanti nell'albo. Da non intenditore, trovo però che si sposino perfettamente alle atmosfere di elegantissimo cyberpunk del fumetto, di cui l'albo musicale diviene un perfetto correlativo oggettivo.
Segnalo a tale proposito l'autorevole recensione di Treccani, qui:
La Roma del 2048 di Kimera Mendax - Treccani
Anche il titolo del volume a fumetti sottolinea questo intenso legame con la scena musicale indipendente ed underground. Il titolo, Antisystem, rimanda infatti bene, specularmente, al primo volume, intitolato System: ma è anche un sentito omaggio allo storico disco del dj produttore romano Lory D.
Gli artisti che hanno collaborato alla soundtrack, come detto, sono tra i migliori nomi del panorama techno, ambient ed electro: Andrea Benedetti, Peter Blackfish , Mayo Soulomon, Francesco Cianella, Massimo Amato, Tiziano Lucci, Giona Vinti, T/Error , Mattia Trani 051 Destroyer, Marco Antonio Spaventi, D'Arcangelo e NicoNote.
In particolare, va rimarcato che i fratelli D'Arcangelo, che hanno aperto nel 2023 l'unica (e rara) data italiana di Aphex Twin, a testimonianza di una interazione forte di Kimera Mendax con la scena più avanzata della musica italiana di area. I D'Arcangelo sono del resto gli unici italiani ad aver pubblicato con la Rephlex, la casa di produzione di proprietà di Aphex Twin.
Il live si è chiuso proprio con Dive, brano collegato al progetto Kimera Mendax, di cui è stato realizzato anche un video connesso all'opera.
Il video è visibile su Youtube, qui:
Qui altri due video legati a canzoni presenti nel disco:
NICONOTE - ORIZZONTI PERFETTI from KIMERA MENDAX VOL. 2 VV.AA. [NIM/KuroJam002]
051 DESTROYER - Cyb(Moth)er from KIMERA MENDAX vol. 2 [NIMKuroJam002]
Ma passiamo ora al fumetto, il secondo volume di Kimera Mendax che chiude circolarmente l'opera (un leitmotiv ricorrente è, tra l'altro, chiusura/circolarità/disco come polo positivo contro spezzato/linearità/digitale come polo, se non negativo, di rischio di alienazione).
Non farò, ove possibile, troppi spoiler anche su questa seconda parte dell'opera, anche se - come attendibile, l'evoluzione di questo secondo arco narrativo è quella che possiamo ipotizzare: se nella prima parte è stato mostrato il sistema, qui il sistema va verso la sua disgregazione (implicita per certi versi nella sua fragilità digitale).
I primi due capitoli del nuovo albo sono per i disegni di Stefano Garau, con frontespizi di Mattia De Iulis. Garau, come gli autori precedenti, riesce a tenere una forte coerenza visiva del progetto mettendo però anche in mostra un segno personale. L'evoluzione della storia fa sì che la natura cyborg degli integrati al sistema diventi sempre più disturbante, mostrando la terribile pervasività del controllo cybernetico. Gli assistenti vocali intervistati alla TV per ripetere le loro rassicuranti banalità in una lingua plastificata - tutto sommato poco distinguibile, però, da quella dei personaggi integrati allo star system - appaiono quasi come una inquietantissima anticipazione degli assistenti AI ormai ampiamente diffusi in questo 2025.
Il testo è come al solito densissimo di riferimenti, che si intrecciano con grande precisione alla storia, dettagli significativi che permettono di dare un più intenso e strutturato senso alla inquietante metafora visiva. Qui notiamo ad esempio i riferimenti a Bruno e alla sua Ars Memoriae, al Ramo d'Oro di Frazer che fonda lo studio moderno dei simbolismi delle antiche religioni, e "Agli dei ulteriori" di Manganelli, consapevoli allucinazioni misticheggianti del teorizzatore della "letteratura come menzogna", letteratura mendax.
Inoltre, in questo terzo distico di due capitoli la presenza di Roma, prima più discreta sebbene dichiarata da subito, si fa più evidente, con i simboli più palesi (Colosseo, Altare della Patria) e più sottili ed esoterici (la Porta Alchemica). Se vogliamo questo riemergere più evidente della tradizione romana può anche rappresentare visualmente una riscossa della concretezza contro il vuoto digitale di questo tecnototalirismo futuro.
I capitoli 3 e 4 sono per i disegni e colori di Enrico Carnevale (che firma anche il progetto grafico nel complesso), con frontespizi di Giulia D'Ottavi, in un perfetto gioco di simmetria tra i quattro disegnatori della serie. I testi, naturalmente, al solito di Pernafelli. Anche qui si mantiene l'alto standard visivo di tutta la serie, accentuando ancora la sempre più vistosa devianza del sistema, fino allo spettacolare e pirotecnico finale, ricco di invenzioni visive spettacolari, molto ben reso dall'autore.
Molto interessanti anche le considerazioni finali di Andrea Benedetti, che sottolinea con forza l'originalità del progetto Kimera Mendax messo in campo da Kuro Jam, che si pone come una critica ragionata e non gratuita all'evoluzione di una cultura musicale (e non solo) ormai sempre più integrata a un mondo digitale, che porta a perdere il rimando a una cultura musicale viva, autentica, legata alla socialità e tecnologie usate, ma all'interno di una cultura umanistica.
Molto bello il rimando etimologico alla valenza del "ricordo", un "RE-COR", ritorno al cuore che ritorna anche nel termine delle etichette discografiche, "Records".
Aggiungo che, come si è intuito, il disco non è solo un commento musicale e in qualche modo la fruizione dei due aspetti dell'opera, fumetto e musica, vanno integrati per una piena fruizione di Kimera Mendax (e, al tempo stesso, la fruizione dei dischi ha senso integrata col fumetto).
Conclusione
Come detto, ho completato la lettura-ascolto del progetto con un ritardo di quattro anni: questo, però, mi ha permesso di notare in modo ancor più marcato l'abilità degli autori, in primis lo sceneggiatore Gianluca Pernafelli, nell'anticipare molte linee di tendenza che, viste a una distanza teoricamente brevissima, meno di un lustro, si sono terribilmente evolute.
L'ostilità alla controcultura, specialmente quella controculturale dei rave techno e house, si è indubbiamente rafforzata nella svolta reazionaria che avvolge sempre più il Paese (e non solo); la crisi di un'arte sempre più condizionata dal digitale si è rafforzata con lo sviluppo delle AI, che se certo possono essere uno strumento appaiono anche, oggi, nei rischi del loro uso massificato e poco consapevole, nelle mani di poche "big" delle nuove tecnologia, a fianco dei Big Five controllori dell'internet classico.
La riuscita di questa profezia futurista non è a mio avviso nulla di mistico o di meramente fortunato, ma deriva dall'attenzione minuziosa degli autori nel costruire un complesso e raffinato sistema coeso, per molti versi propriamente esoterico nel miscelare tutti gli elementi del presente per lanciare uno sguardo, e un ascolto, sul futuro.
Molti i rimandi alla tradizione esoterica, e al suo rapporto privilegiato con la musica e con l'immagine a fini iniziatici: un percorso che attraversa la musica delle sfere classica, la riscoperta rinascimentale (Porta Ermetica), la lettura esoterica della rivoluzione scientifica tra '600 e '900 (da Bruno a Gurdijeff, e non solo), fino, se vogliamo, ad autori moderni come Aphex Twin e la scena italiana quali interpreti coevi di questa tradizione profonda.
Si tratta della celebre tecnica del cut-up di Bourroughs o, per citare un grande autore recentemente scomparso, Stefano Benni, della capacità di cogliere la crepa "dove la maceria si ritaglierà" ("Comici spaventati guerrieri") nelle nostre civiltà che invecchiano in una "democratura" dove sempre meno si riesce a verniciare di bianco il rigore autoritario; e però anche ricche di fermenti vitali che fanno mantenere una speranza nel futuro.
Insomma, un progetto realizzato da alcuni dei migliori (e oggi tra i più noti) autori fumettistici italiani, che ha la sua riuscita in una identità forte, molto ben riconoscibile, e in un esperimento raramente tentato, una fusione radicale musica-fumetto (forse mai realizzata, almeno nel fumetto italiano, con questo grado di integrazione, e non semplicemente come "omaggi" reciproci che, invece, sono frequenti) calando lo scontro tra una tecnocrazia digitale distopica e una resistenza musicale-analogica in una Roma prossima ventura del 2048 che appare come proiezione dell'Italia intera.
Una manifestazione della forza del fumetto indie, che grazie alla sua libertà è in grado, nei casi migliori, di ottenere esiti di grande potenza e originalità, rielaborando con efficacia i grandi archetipi della fantascienza cyberpunk per dirci qualcosa di vitale e di nuovo.