Lorenzo VS Lorenzo



LORENZO BARBERIS.

Disclaimer: pezzo ironico in stile Foucault's Pendolum, etc etc...

Avviene raramente che i miei "venticinque lettori" esoterici (quelli con cui ho un contatto sia pure episodico via mail, che si aggirano su questa cifra) facciano qualche richiesta, sia pure sempre garbata, su un pezzo da scrivere. Di recente però è arrivato uno stimolo molto interessante da un lettore che ha fornito gran parte del materiale qui rielaborato, e anche di più.

Non ho ripreso integralmente solo la parte numerologica dell'analisi, ancora più ampia, per due motivi: il primo è che è un ambito dove non ho particolare competenza, la seconda è che non è mai bene svelare, ermeticamente parlando, ogni cosa.

Il tema proposto riguardava Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, cantante italiano che potrebbe far parte degli Illuminati, stando all'allusivo articolo di RockIt, intitolato appunto "Lorenzo Illuminato". Secondo, dunque, al Lorenzo de' Medici che nel '400 inserì la sua famiglia nel novero dei "tredici grandi" casati che (secondo alcuni: e i numeri possono variare) reggono il mondo. Lo spunto era appunto l'articolo su Dipré, di cui svelavo le velleità ermetiche, invero piuttosto ingenue: e mi si proponeva per contro il mio grande omonimo.

In effetti con Jovanotti, volente o nolente, ci sono cresciuto; e il nome analogo ha sempre tenuto vivo in me un certo interesse per questo autore. Dunque, perché no?



L'album recente, un tautologico 2015 CC (2015), mette in effetti in evidenza il CC del titolo. Essendo la C la terza lettera dell'alfabeto, Jovanotti "dice 33": ovvero cita il più alto grado d'obbedienza massonica. Il cofanetto comprenderebbe poi 30 brani divisi in 3 CD, che rimanda di nuovo al 33; poi Jovanotti nell'intervista lo sottolinea: "mia moglie ne voleva solo 13, ma era importante fossero 30". Il rimando al 13 forse richiama il fatto che fosse l'album numero 13, mentre il 30 rimanda ai 30 anni di carriera dall'esordio nel 1985. Comunque, una innegabile attenzione alla numerologia.

In copertina troviamo Jovanotti con un'armatura futuribile da motocross, quasi da astronauta, con tanto di scritta "UFO" sulla corazza bianca. In effetti il rimando agli UFO è un gioco diffuso nell'elettronica, ad esempio, ma in Jovanotti è curioso.

Tra i simboli usati di recente vi è infatti anche questo che collega J. alla Nasa, in collegamento coi recenti temi spaziali ("Il più grande spettacolo dopo il Big Bang").



Volendo tenere un'ambivalenza, l'armatura può anche esser "cavalleresca", col motorino come rosso destriero (il mio corrispondente sostiene più tale ipotesi). Va in questa direzione la curiosa immagine mitologica di un J. "centauro" in senso classico, e non in quello moderno del motociclista.


Sempre in senso di un mito più classicheggiante, ad inizio di concerto viene proiettato un minifilm di 7 minuti, realizzato da Jovanotti con Ornella Muti. Ornella Muti vestita di Rosso con delle strane corna sulla testa può ricordare Iside.

Il mio prezioso lettore dà poi numerose altre coincidenze numeriche, che lascio ritrovare a qualche "Diotallevi", mentre io mi ritaglio come al solito la parte "storica" di un Casaubon. Vediamo quindi di ricostruire il percorso (iniziatico?) di Lorenzo.

Nato nel 1966 (annus diaboli); la madre è Viola Cardinali. Io non sono nemmeno un fan dell'onomanzia più spregiudicata, ma Lorenzo "Cherubino" nato da "viola cardinali" ha tutta l'aria di richiamare un prescelto di qualche tradizione occulta, per quelli che amano queste cose.

L'esordio è appunto nel 1985, nel locale "Veleno" (e qui i fan degli Illuminati avrebbero molto da dire: indizio liminale che nella sua arte scorre il veleno viperico dei Rettiliani, veri o simbolici che siano, etc. etc.).



Assume il nome di Jovanotti che richiama il suo essere un "super-giovane", e esordisce con Jovanotti for president nel 1988, "contro il governo dei Matusa". La canzone di Elio è però di quattro anni dopo, quindi al limite è una satira di Lorenzo.

In effetti l'Italia è bloccata dal "governo dei Matusa" democristiani, e il 1989 sta per mettere tutto in discussione, col crollo del comunismo che porta poi al crollo della DC tramite Tangentopoli.

Jovanotti è ancora nella fase del goliardico disimpegno, con maglietta "get off by my dick", "giù le mani dal mio...", e le due stelle a cinque punte blu rimandano più all'Amerika (come le strisce bianco-rosse a lato) che alla massoneria.

Però il paradossale programma "Jovanotti for President" con la provocazione di evocare a capo dello stato un giovanotto smutandato che fa l'idiota (siamo negli anni di un Cossiga ancora molto ingessato) è in linea con l'imperativo che avrebbe da allora dominato: svecchiare, portare il nuovo, anagrafico e come stile e mentalità. Qualcosa su cui si fonderà il ventennio berlusconiano e l'attuale, ancora incerta, Era Renzi (che perfino nel nome si accomuna al rimando al "magnifico").

Non mi spiego - ma avrà un senso, almeno di marketing - il marcare la "doppia T": il problema al limite è la J. americaneggiante (i primi tempi lo sentivo pronunciare o "giovanotti" con g molto marcata, o "iovanotti", stile Juventus che è Iuventus - stessa radice etimologica, del resto). Una brillante ipotesi, avanzata dal mio corrispondente, è che le due T unite diventino un simbolo di Pi Greco (graficamente in effetti TT). Citandolo: "un simbolo che fa bene il paio con la stella a cinque punte, pitagorico pentalfa. Oltretutto c'entra con il Pendolo (entra in campo nel periodo di oscillazione del pendolo, che è proporzionale al nostro numero irrazionale)".


"La mia moto", del 1989, è ancora della "età stupida", con tanto di americanismo anni '80 (vero è che J. sdogana da noi il rap, ma la ghetto culture è tendenzialmente contrapposta ai simbolismi yankee dei wasp). L'aria è già più seriosa, abbiamo jeans, scarpe da ginnastica, stars and stripes e cappellino, ma la posa è più ammiccante.

La Stella non è più solo citazione americanistica ma identifica il rapper come suo simbolo: la provocazione è in "Sei come la mia moto", canzone "d'amore" che equipara la donna alla moto come massimo romanticismo. Da uno che poi, curiosamente, sarà l'idolo romantico di una generazione.


1990 – Giovani Jovanotti

Col passaggio agli anni '90 i riferimenti cambiano: ora lo stile rimanda alla psichedelia, cultura di sinistra, Jovanotti si mette in cravatta, sia pur sgargiante, e sembra un giovane yuppie creativo, mentre la cover anticipa (non imita, attenzione) "Nevermind" (1991) dei Nirvana, dove un bambino viene "pescato" da un dollaro. Immagine che diverrà tra le più iconiche della musica, e che è un perfetto simbolo del controllo mentale.


La transizione è completa nel 1992, dove l'album ha una cover complessa, stratificata e ricca di simboli iniziatici, tra cui il Sole-Luna di cui Jovanotti farà il simbolo della sua casa indipendente, ma che rimanda a un simbolo ermetico molto esplorato, negli '80, da Jodorowski, il Sol-Lune, la fusione degli opposti archetipi (anche un pittore monregalese di origine, ma di rilievo nazionale, vi dedicherà un grande studio nei '40-'50: Ego Bianchi).


Purtroppo non ho trovato immagini dettagliate, e quindi molti elementi si perdono, ma è evidente che ognuno ha un ruolo preciso (ad esempio, spicca sul bordo destro lo stemmino "no drugs", che fa ridere se pensiamo al pubblico di riferimento del "nuovo Jovanotti"). Il nome non è rinnegato, ma gli si affianca quello di "Lorenzo".

Due anni dopo sarà la volta di "Lorenzo 1994".
Intanto è sceso in campo Berlusconi, ha fondato Forza Italia, ha vinto, si è contro-formato l'Ulivo e una canzone dell'albo, nel 1996, rischia di diventare l'inno del centro-sinistra: "Penso Positivo". Vincerà poi la più colta (e meno anticlericale) "La canzone popolare" di Fossati, ma come notorietà e impatto J. ha vinto. A quattro anni da quando ancora saltava smutandato negli stadi ("ciao, mamma, guarda come mi diverto!") è divenuto davvero Jovanotti For President. E non del disimpegno ridanciano, ma della sinistra che si oppone a quel Silvio B. che ha contribuito a portarlo in auge.

Io penso positivo perché son vivo e finché son vivo,
Niente e nessuno al mondo potrà fermarmi dal ragionare,
Niente e nessuno al mondo potrà fermare
quest'onda che va, quest'onda che viene e che va

Un Jovanotti che si scopre quindi Illuminista, ed elabora una sorta di "Sapere Aude!" spiegato al popolo del sabato sera.

Io penso positivo ma non vuol dire che non ci vedo
io penso positivo in quanto credo,
non credo nelle divise né tanto meno negli abiti sacri
che più di una volta furono pronti a benedire massacri,
non credo ai fraterni abbracci che si confondon con le catene 
Io credo soltanto che tra il male e il bene è più forte il bene. 

Il rifiuto dell'alleanza trono-altare come conseguenza della veglia della Ragione che dissipa i mostri:
L'abbraccio mortale di militari e clero benedicente è il Male.

Uscire dal metro quadro dove ogni cosa sembra dovuta
guardare dentro alle cose c'è una realtà sconosciuta
che chiede soltanto un modo per venir fuori a veder le stelle
e vivere l'esperienze sulla mia pelle.

Io credo che a questo mondo esista solo una grande chiesa
che passa da CHE GUEVARA e arriva fino a MADRE TERESA 
passando da MALCOM X attraverso GANDHI e SAN PATRIGNANO
arriva da un prete in periferia che va avanti nonostante il Vaticano.

Questo è il passaggio più criticato e a suo modo opportunistico: si salva l'anticlericalesimo
(nonostante il Vaticano) ma si salva anche il prete courage, Madre Teresa, San Patrignano
(e qui c'è anche il No Drugs) messi insieme con Che Guevara e Malcom X. Lo stesso J. dirà poi "sapevo che era una sciocchezza, ma funzionava, "faceva riflettere"." O, meglio, creava discussione,
gossip, notorietà. Curioso poi il termine "Chiesa" per indicare di fatto una anti-Chiesa, un J. quindi che più che anti-clericale è eretico, gnostico propugnato dell'eterna Ecclesia Pauperum.

la storia, la matematica, l'italiano, la geometria,
la musica, la-la musica... la fantasia!

L'invocazione finale unifica le arti del trivio (sintetizzate ne "l'italiano", cui si aggiunge la "storia") con quelle del quadrivio (matematica, geometria, musica, e al posto di astronomia, la "fantasia").

Altra canzone che riprende un tema ermetico è "L'ombelico del mondo":

Questo è l'ombelico del mondo 
E' qui che si incontrano facce strane 
di una bellezza un po' disarmante 
pelle di ebano di un padre indigeno 
e occhi smeraldo come il diamante 
facce meticce da razze nuove 
come il millennio che sta iniziando 
questo è l'ombelico del mondo 
e noi stiamo già ballando

Questo è l'ombelico del mondo 
dove non si sa dove si va a finire 
e risalendo dentro se stessi 
alla sorgente del respirare 
è qui che si incontrano uomini nudi 
con un bagaglio di fantasia 
questo è l'ombelico del mondo 
senti che sale questa energia 

Questo è l'ombelico del mondo 
è qui che c'è il pozzo dell'immaginazione 
dove convergono le esperienze 
e si trasformano in espressione 
dove la vita si fa preziosa 
e il nostro amore diventa azioni 
dove le regole non esistono 
esistono solo le eccezioni 
questo è l'ombelico del mondo 

Questo è l'ombelico del mondo 
è qui che nasce l'energia 
centro nevralgico del nuovo mondo 
da qui che parte ogni nuova via 
dalle province del grande impero 
sento una voce che si sta alzando 
questo è l'ombelico del mondo 
e noi stiamo già ballando 

La canzone è anche testualmente molto bella, e il senso è chiaramente lo stesso cui arriva Umberto Eco dopo centinaia di ostiche pagine nel Pendolo di Foucault: il Pendolo è dove decidiamo noi che sia: là dove si balla, là è l'Umbilicus Mundi. E la collina è così bella.


L'Albero (1997) mostra un Jovanotti ormai cristologico, stile auto-ritratto di Durer, pontefice di quell'antichiesa "di sinistra" che ha teorizzato precedentemente, incarnazione del perfetto Sol-Une. Le cromie della foto sono quasi leonardesche, l'immagine è potente e sapienziale.

Nella canzone "Il muratore" è evidente il riferimento alla massoneria (qui non è solo una mia vaga ipotesi, i simbolismi ci sono davvero tutti).

La gente si muove, la musica cresce, e ancora un altro muro viene giù!
Muratore, muratore, costruisce muri, il muratore! 
Muri da dipingere e da colorare, muri da fare crollare!

Il riferimento appare al Muro di Berlino, che è stato coperto di graffiti e poi distrutto.

Babylon, Jerico, Porta Pia, il Colosseo,
il muro di Berlino, Machu Picchu

le Torri Gemelle, le Piramidi d'Egitto,
il muro di cinta, il muro del pianto


Vediamo che l'elenco è a dir poco massonico: Jerico, oltre che biblica citazione, è la prima città costruita; Babylon è il centro esoterico del mondo antico assieme alle Piramidi d'Egitto (e, al di là dell'Atlantico, quelle atlantidee di Machu Picchu), che si sposta poi a Roma col Colosseo (la Puttana di Babilonia dell'Apocalisse è Roma, il Colosseo dei martiri la nuova turris babel), Porta Pia è la breccia massonica per eccellenza che annienta la Roma dei papi e fa sorgere quella della Terza Italia.
Le Torri Gemelle, colonne massoniche di Joachim e Boaz che "devono crollare", in un testo pre-2001, sono stranamente sfuggite ai più.

le case popolari di ferro e cemento
mura che delimitano il territorio

mura che sorreggono torri d'avorio
mura di parole mura di potere

mura da fare crollare
mura per nascondere e per dividere

fragili da fare ridere
butta la palla di là!

non c'è muro che mi tenga 
non c'è buio che mi spenga
armato di cemento armato 
costruisce un nuovo muro 
con i pezzi di quello crollato 
da poco il muratore va 
e non si fermerà 
a creare nuovi muri di disparità 
e mura la natura 
e mura la cultura 
e mura tutto ciò che fa paura 
ma il pensiero non lo puoi murare 
perché il pensiero è duro è cielo puro 
e sta di qua e di là dal muro 

La gente si muove la musica cresce e ancora un altro muro viene giù!

I muri costantemente si creano e crollano, costrutti fisici simbolo dei costrutti sociali che il Massone crea e distrugge, solve et coagula. J. sembra esaltare solo la liberatoria pars destruens, ma si mostra anche consapevole, tra le righe, che è l'inevitabile preludio alla riedificazione.

Nel 1999 J. doppia "Capo Horn", simboleggiando il superamento del "viaggio dantesco" di Ulisse verso l'Atlantide/America. Giunge così nel "Quinto Mondo" (2002), il "continente perduto" di Aggharti, il mistico "cuore esoterico" della Terra.



"Buon Sangue" (2005) rimanda invece forse al Sang Real del "re del Mondo", il sovrano nascosto ad Aggarthi, il continente perduto, che dobbiamo trovare dentro di noi. Il CD, rosso, porta infatti al centro il simbolo del piede alato di Hermes, a significare che il "buon sangue" è quello spirituale, ermetico.

Notevole la canzone "Tanto", dove J. incontra un sé stesso colossale nel deserto, il quale lo interroga e provoca (torna il sottotesto cristologico...). L'incontro con il Titano può essere l'incontro con un Grande Antico primigenio, la Natura personificata di Leopardi, l'Antico di Lovecraft. Fin da subito, J. si qualifica evidentemente come alchimista della musica, come si può vedere.

Che stai facendo? Lavoro.
Che cosa cerchi? L'oro.
Hai uno scopo? Credo.
Dove ti trovi? In Italia.
E come vivi? Suono.
Di dove sei? Toscano.
Qual è il tuo aspetto? Meno sereno di un tempo, ma non per questo stanco.
A cosa pensi? Al deserto.
Qual è il tuo impegno? Immenso.
Ed il tuo tempo? Denso.

Rido di me, di te, di tutto ciò che di mortale c'è e che mi piace tanto.

Che cosa fai? Vivo.
Quando sei in forma? Scrivo.
Innamorato? Credo.
E lei ti ama? A suo modo.
Come va il mondo? Male.
Come va il mondo? Bene.
Che dice il cielo? Tuona.
E la chitarra? Suona.
Sei felice? A volte.
Hai distrazioni? Molte.
E la salute? Buona.
E la chitarra? Suona!

Cosa ti piace? Viaggiare.
Tra il dire e il fare? Il mare.


Nel 2011 è la volta di "Ora", dove ritornano i simboli esoterici del Triangolo, del Quadrato e del Cerchio; quadrato e triangolo che appaiono sia disgiunti, sia composti sul volto dell'autore. La più sapienziale del periodo è forse "Tensione evolutiva" (2012).

bbiamo camminato sulle pietre incendescenti 
abbiamo risalito le cascate e le correnti 
abbiamo attraversato gli oceani e i continenti 
ci siamo abituati ai più grandi mutamenti 
siamo stai pesci e poi rettili e mammiferi 
abbiamo scoperto il fuoco e inventato i frigoriferi 
abbiamo imparato a nuotare poi a correre 
e poi a stare immobili 
eppure ho questo vuoto tra lo stomaco e la gola 
voragine incolmabile 
tensione evolutiva.

abbiamo confidenza con i demoni interiori 
sappiamo che al momento giusto poi saltano fuori 
ci sono delle macchine che sembrano un miracolo 
sappiamo come muoverci nel mondo dello spettacolo 
eppure ho questo vuoto tra lo stomaco e la gola 
voragine incolmabile 
tensione evolutiva

La canzone stavolta è piaciuta ai conservatori religiosi che vi hanno visto l'anelito de "l'uomo che muore solo sulla sua astronave"; ma l'insoddisfazione di cui parla J., letteralmente, è "tensione evolutiva", ovvero il Sapere Aude che non spinge ad accontentarsi di quel che si è ottenuto, ma spinge la ragione a nuove sfide.

Concludo quindi facendo mie le parole del corrispondente che mi ha rivolto l'invito all'analisi, che  ringrazio dello spunto e che spero di aver, più o meno, sviluppato: "ci tengo a dire che non ho nulla contro Jovanotti, che è un personaggio molto simpatico, che si è fortemente evoluto. Una persona positiva e con un talento dirompente. Questa raccolta di segni che faccio è solo per il gioco del Just Connect che tutti noi conosciamo bene."