Dylan Dog 347 - Gli Abbandonati





LORENZO BARBERIS.



Spoiler Alert, As Usual



Preso oggi il 347 di Dylan Dog, "Gli Abbandonati".
Molto bella la cover di Stano, grafica ed essenziale, ripresa dalla riedizione di Intrigo Internazionale di Hitchcock.







Di nuovo Paola Barbato ai testi dopo il numero di svolta precedente, per i disegni di Casertano, il cui segno cupo ma morbido è ideale per descrive la vischiosità vorace di questo villaggio vacante (come direbbe Alan Moore).



Una irritante cougar fidanzata con un remissivo avanzo di galera viene risucchiata dalla sua macchina, e un Dylan disperato accetta il caso, senza crederci molto.



In un nuovo team up con Bloch, Dylan si reca sul luogo della scomparsa, ma viene a sua volta risucchiato a Wynbring, il paese dove sono avvenute le misteriose sparizioni, portando alla bella splash page di p.19.



Stupisce che sia Jenkins a condurre, con successo, le indagini da casa (p.11), e usi anche con perizia l'inquietante smartphone femminile, che la Barbato mostra di saper integrare alla perfezione nella storia come elemento in grado di aumentare l'inquietudine (dopo le rivelazioni che lei stessa ha fornito nel numero precedente: notiamo che "è Groucho che ha insistito perché me lo portassi dietro...").



In qualche modo, la Barbato gioca anche sull'inquietudine prodotta dal "Jenkins efficiente", che in effetti era già apparso nella nuova gestione: non si limita a farne un tappabuchi, ma sottolinea la sua alta performance in più punti dell'indagine (p.36, ad esempio). Jenkins resta il solito idiota, ovviamente: ma un idiota a suo modo funzionale. In qualche modo, il "non lo conosciamo veramente" di Groucho funziona anche per la spalla di Bloch.



Capiamo così di trovarci in una cittadina fantasma creata dagli aerei: per paradosso, è una situazione con qualche aggancio alla realtà. In verità alcune "nuove ghost-town" sono nate (o sono state temute, più che altro) con la nascita e la diffusione dei navigatori satellitari, che indicavano dei piccoli centri sconosciuti come via più breve al transito del traffico pesante, conducendo in loco le mandrie teleguidate. Qui questa soluzione era impossibile per evitare una ridondanza con l'inquietante cellulare.



Nuova "splash page irregolare" (la divisione in due riquadri coglie in sostanza un solo momento da due prospettive) a p.43. L'effetto di smarginare i rumori ha il senso di darne l'inquietante invadenza.



Dylan ritrova la panterona perduta in lacrime mentre Bloch, in contatto con un altro prigioniero del villaggio, viene a sapere che ad essere catturate sono persone particolarmente deboli e sole (l'albo è quindi in continuity sottile con la precedente storia della Barbato).



Gli aerei sono quello che intimidisce il Villaggio come essere cosciente che si è risvegliato nell'assenza di persone.



Molto acuta psicologicamente la soluzione del salvataggio dei due ragazzi, a p. 56: se è scontato che Dylan, anche debolissimo psicologicamente e fisicamente, non esiti un istante a rischiare la vita per salvarli (è l'essenza dell'Old Boy), l'interesse del lettore è per la reazione di Myrtile, che sappiamo debole sotto una maschera dell'aggressività (è stata catturata). Una soluzione cinica sarebbe per il suo totale disinteresse (moralisticamente, punito con la morte): non c'è speranza negli esseri umani, tolti gli eroi (e sventurato quel popolo che ne ha bisogno).



Buonista sarebbe la soluzione di un pieno intervento, di un ottimismo ingenuo; qui abbiamo una posizione intermedia: Myrtile vorrebbe trovare ad ogni costo una scusa per non agire, e alla fine "agisce a metà", dà una mano a Dylan ma non totalmente.



Tavola 66 è - non a caso? - eccezionale: muta eccetto il maledetto cellulare, coglie in parallelo cosa sta avvenendo ai vari protagonisti in una griglia perfettamente allineata di sei quadrati (66-6?). Se il cellulare non "parlasse", estrapolata dalla storia, potrebbe essere un'opera d'arte contemporanea surreale, e delle migliori.



Similmente, il finale vede un Dylan che vince a metà lo battaglia finale, e "perde la guerra" (il mostro, affamato, divora molte più persone nelle cinque notevoli tavole finali. L'ultima, in particolare, è un capolavoro di amaro sarcasmo sull'orrore degli Smartphone (non c'entra Irma, questa volta: almeno non in senso stretto).



La debolezza di Dylan annunciata nel 346 qui viene mantenuta: la sua lotta contro l'orrore è sempre più debole, più stanca e parziale.



In questa crudeltà verso il personaggio Paola Barbato è sempre magistrale; albi come questo (come altri pochi suoi numeri) rendono però evidente il fatto che tale spietatezza verso Dylan non è legata a un disprezzo del personaggio (che sarebbe legittimo e interessante, intendiamoci) come potrebbe apparire considerando le sole storie in cui il suo lato di "eroe nonostante tutto" è assente, come appunto l'ultima, solo incentrata sulla crisi sua dylaniata.



Il che, per certi versi, rende più terribile certe cupezze, qui concentrate nel notevole finale, che dichiara come tutto lo sforzo sovraumano di Dylan è in definitiva non solo inutile, ma dannoso, proprio in virtù - in fedeltà totale al personaggio - della totale inesperienza esoterica dell'eroe.



Il titolo "abbandonati" non descrive, quindi, solo i personaggi occasionali dell'albo, ma anche il team degli eroi, stremato e alla deriva: Dylan, Bloch, l'assente Groucho, e un sorprendente Jenkins.



Comics spaventati guerrieri costretti ad affrontare non solo il "piccolo male" (non) sconfitto in questo numero, ma anche il Caos Calmo che avvolge l'Inghilterra, contro cui non sembrano avere possibilità alcuna.






(Paola Barbato di Jonathan Fara)