La legione degli scheletri










LORENZO BARBERIS





Spoiler alert, as usual.





Ho recuperato in edicola il 315 di Dylan Dog in ristampa.

Albo notevole: non fosse altro per il fatto d'essere interamente opera di un solo autore, Angelo Stano: copertina, disegni, soggetto e sceneggiatura, caso finora unico nella serie.

L'albo è interessante, a partire dalla cover, che rimanda a "Il Progetto", "ultimo" albo di Sclavi prima di un lungo silenzo (e un fugace ritorno tra 240 e 250, con una manciata di albi).










Il Progetto, nel 2001, lasciava presagire un futuro "complottista" per la testata, in parte ripreso nel rilancio del 2013. Questo albo di dicembre 2012, invece, si concentra sulle tematiche classiche della serie riprese con un certo distaccato divertimento da Stano, a partire dal titolo che richiama un po' "L'armata delle tenebre" di Sam Raimi, segnato da una ironica legione di scheletri.













Si comincia a p.5 con una mostra di Arte fiamminga del '500, con l'Inferno di Bosch in locandina alla National Portrait Gallery, realmente esistente.










Ma è il Trionfo della Morte (1562) di Bruegel a dominare la vicenda: bella tavola, tra l'altro, dove dallo sfondo gradualmente emerge al primo piano la giovane "Carrie" protagonista della vicenda (p.7), colta da horrorifica Sindrome di Stendhal davanti al dipinto (sulla cui sindrome già Argento aveva a suo tempo dato).





La fanciulla frequenta il St.Martin, che è davvero un college artistico di Londra (p.13), e i suoi disegni si animano e uccidono le vittime. Il tutto fornisce il destro a un minimo sindacale di splatter (24-28).





Lo splatter ritorna a p.33, e poi a p.47, dove appare anche un antico archetipo dello splatter dylaniato, la spada confitta in gola al bad teacher (con tanto del classico "szock" onomatopeico).





Il pupazzo-custode della fanciulla (simile al padre nel ricordo della fanciulla, che lo crede giullare circense) salva Dylan incontrandolo "per la seconda volta" (48, iii). Il paradosso è ribadito a p.70-71, nel secondo/terzo incontro tra Dylan e lo spirito-giullare.





Il sogno del veliero a metà albo (p.50-51), con tanto di Morgana, rimanda all'assalto di scheletri subito nel numero 100 di Sclavi e Stano.





A p. 54 vediamo i tatuaggi della protagonista: un cuore trafitto da spine (spalla) e una croce (schiena), che ne accentuano la - ambigua - natura di vittima (negata già da p. 45,iii).





A p. 55 "la tua giacca ha più anni di lei" di Groucho è battuta realistica che ironizza sull'eterna giovinezza dylaniana: in effetti, la ragazza potrà essere degli anni '90, dopo la nascita di Dylan Dog come testata. Il paradosso dell'eterna giovinezza appare poco dopo anche nel tesserino (56,v): degli anni '80, ma la foto di Dylan è identica al suo proprietario.





Si passa davanti al negozio "The Dog and Beggar" di Spider (2002) di Cronemberg, che ha qualche tema in comune e il riferimento a Dog.





Il Trionfo della Morte (p.78) consente a p.80 il ritorno a un sano splatter anni '80, oramai un fantasma sulla testa di quegli anni (solo Stano se lo può permettere).





La conclusione, con tanto di rottura della quarta parete (p.96) e colpi di scena in sequenza, svela la reale natura del potere della "Carrie" dell'albo e natura dello spirito guida, evocato fin dal dipinto di Bruegel apparso all'inizio.










Come mostrato a p.97, interamente tratta dal quadro fiammingo, il giullare dal vestito a quadri è il buffone che si nasconde sotto il tavolo quando irrompe l'armata degli scheletri apocalittici (a p.41 la protagonista ne annuncia l'imminente venuta).





Tornato in forma di marionetta nelle mani di Moheena, e causa la morte del padre, sostituendosi poi a lui nel ricordo e nella mente della fanciulla, guidandola all'evocazione delle forze apocalittiche come forse già Brueghel aveva fatto (e, allora, gli scheletri che assaltano Morgana nel '600 sono una sua creazione?).





Albo insomma interessante e abbastanza divertente, che già prelude in qualcosa il rinascimento dylaniato successivo.