Dylan Dog 318 - Leggende Urbane







LORENZO BARBERIS.





Spoiler alert: versione annotata passo passo del fumetto. Leggere prima l'albo.





Continua il mio recupero dei Dylan Dog mancanti a collegare la mia collezione storica al nuovo corso iniziato al 325.


"Leggende urbane" di Di Gregorio e Cossu, il numero 318, è un albo abbastanza interessante.





Il tema delle leggende metropolitane (qui "all'americana", Urban Legends italianizzato) è chiarito fin dalla più celebre, il coccodrillo albino in copertina (nel 340, tra l'altro, il numero di addio a Bloch, Dylan Dog spiegherà a Carpenter di quando il coccodrillo albino di Londra ha ucciso un serial killer. Un rimando a questa storia?).





Siamo nell'ambito di una "If Story", come chiarisce fin da subito la prima vignetta, 5.i, dove vediamo le mani di uno scrittore che scrive la vicenda (creando così una cornice che racchiude tutto il narrato). Il suo inizio è a sua volta un "luogo comune", un meme come le leggende urbane: "era una notte buia e tempestosa...".





Crediamo di leggere quindi da questo narratore di secondo livello la storia del coccodrillo albino della cover, ma in realtà la sta narrando Liam il Bugiardo creato da Marzano (10), storia di scatole cinesi che fa da modello a questa (che ha sviluppi differenti). Ci troviamo del resto (11.V) nell'Helios And The Troubled Stories Pub, citazione dal celebre gruppo meneghino che ha spesso giocato coi luoghi comuni.





Conclusa la narrazione di terzo livello, inoltre, ci ricongiungiamo a Dylan, che vivrà una storia molto alla "Servi della gleba" (finale incluso). Intanto Bloch ci mostra come il coccodrillone è uscito dalle fogne (perché si citi Jalalabad, antica città persiana, in 14.v non mi è molto chiaro). La città ha il suo carico di leggende, sia chiaro, ma non è molto evidente la connessione.





L'autostoppista fantasma incrocia Dylan in 15.v, palesando tra le righe la sua natura (17.iv). Incrociamo il coccodrillo in 18, quindi il motociclista decapitato (che è evidente sopravvivenza moderna del tema del "cavaliere senza testa", come l'incontro con la diabolica autostoppista rimanda certo a quei contadini che al ballo corteggiavano, senza volere, la morte).





Anche l'incidente per via di un sacchetto (20) rimanda a leggende urbane (nell'800 piemontese, i carrettieri morivano soffocati ingoiando per errore uno sbuffo di polvere portato dal vento) di incidenti impossibili.





La leggenda esiste su tre piani: in due narrazioni di terzo livello (da Charlotte a Jenkins, p.23) ma anche nella realtà di secondo livello della storia.





La conversazione in pizzeria (26) rende evidente come la forza di tali leggende non sia nella loro realtà, ma nella loro forza memetica di farsi credere da molte persone.





Mentre, una volta narrato, anche l'autostoppista inizia ad uccidere come il coccodrillo, Charlotte continua a svelare la sua natura (31).





Lo pseudo-criceto assassino appare nei racconti di un tassista (39), altra tipica fonte di leggende metropolitane, mentre Charlotte porta Dylan a far shopping e mette in scena la leggenda metropolitana del "punto di pressione", mentre fa credere a Dylan quella della "tratta delle bionde" (p.50).





Siamo alla metà dell'albo: il chirurgo che entra in azione è il motociclista dalla testa spaccata, che esegue un'autopsia su un paziente ancora vivo (e gli spacca in due il cranio, come già fatto con i due agenti e con varie vittime: torna il tema del "cavaliere senza testa" che decapita gli altri).





Il concerto degli One-Way To Hell (58) ricorda da vicino quello di Golconda, e il nome del gruppo rimanda alla "Highway to Hell" degli AC-DC. Nella scena c'è anche molto del "Dailan" di Dopo Mezzanotte.





La canzone che viene suonata al contrario per l'evocazione satanica è "Somebody Super Like You", citazione dal musical "Phantom of the Paradise" (1974) di Brian De Palma, che in effetti vede una scena molto simile con tanto di banda diabolica. La battuta "Che diavolo?" / "Quale diavolo, casomai." è una citazione esplicita da "Golconda" ("Cosa ti salta in testa?" "Microtrolls.").





Mentre ritorna il criceto assassino (65), in modo da mostrare che anche lui ora vive di vita autonoma, Charlotte finalmente cede a Dylan coinvolgendolo nelle leggende urbane che ella assomma. Dylan incontra così, in sonno, l'infernale coccodrillo (animale che, nell'Ottocento, era molto gettonato nelle apparizioni diaboliche, in sostituzione più scientifica del drago infernale. Taxil in particolare in un diavolo-coccodrillo che suona il pianoforte dopo l'evocazione crea il modello ripreso da Disney in Bianca e Bernie).





Criceti mannari, evocazioni di demoni, stormi di vespe assassine e il "cavaliere senza testa" moderno (79.i) sono l'equivalente moderno di Medusa, il Babau, Cappuccetto rosso (79.ii). Tra i divulgatori,  in 79,iii, ubriaconi da bar, tassisti, giornalisti scandalistici, e - inopinatamente - Charlot (possibile la connessione di Chaplin e del suo "Grande dittatore" con la leggenda di "Hitler in verità era ebreo", di certo coonestata dal film stesso).





Il coccodrillo demone infine si ciba della costola di Dylan, da cui sottrae un rene: egli scopre che gliel'ha sottratto la ragazza, congedatasi con la classica scritta con cui di solito, nelle Urban Legends, si regala l'AIDS (p.82). Dylan riceve la conferma di quanto accaduto dal chirurgo-motociclista e scopre che Charlotte è scomparsa tre anni prima: si reca al cimitero ma trova anche la sua tomba, il motociclista e il coccodrillo, insieme, lo finiscono. La ragazza giunge e fugge in sella alla moto, con il motociclista decapitato. 





Dylan è sorprendentemente vinto; l'ultima pagina chiude i vari livelli metaletterari, in un ordine bizzarro: prima il primo livello narrativo, Di Gregorio che scrive al computer (98.iii), poi il secondo, lo scrittore immaginario che scrive al word processor (98.iv) e infine Dylan Dog che scrive il suo diario (98.v) fusi in un'unica "scrittura" immaginaria.





Di Gregorio scrive, così, il "suo" Ultimo Dylan Dog, che va ad avviancarsi, ambiziosamente (anche se non dichiaratamente) a quello di Sclavi e pochi altri (Bilotta, ad esempio, e alcune pagine di Chiaverotti, potenzialmente, nei Killer venuti dal buio).





La triade coccodrillo-motociclista-ragazza pare rimandare a quella dell'Apocalisse (che, tramite i demoni del metal, evocano): il coccodrillo è il drago infernale, il motociclista dalla testa spezzata potrebbe essere la bestia 666: "Vidi poi salire dalla terra un'altra Bestia, che aveva due corna, simili a quelle di un agnello, che però parlava come un drago. Essa esercita tutto il potere della prima bestia in sua presenza e costringe la terra e i suoi abitanti ad adorare la prima bestia, la cui ferita mortale era guarita". La ragazza, che va con la Bestia, è la Grande Prostituta.





Insomma, le forze degli inferi riunite per una "piccola apocalisse" tra amici, in modo da catturare il prestigioso Dylan Dog (processato, nell'ultimo Sclavi al 250, da un'altra Trimurti infernale). In fondo ormai anche Dylan è soprattutto un archetipo, "una leggenda urbana", destinato a una continua rinascita in ogni albo (magari narrato da Liam Il Bugiardo, come ipotizza Marzano). Solo altre Leggende possono sconfiggerlo.





Insomma una storia ben congegnata, interessante, che merita recuperare se la si è perduta.