Intervista a Simone Tempia


(Simone Tempia nella foto di Stefano Moscardini)

LORENZO BARBERIS

Simone Tempia è, a mio avviso, uno dei nuovi scrittori più interessanti emersi dal vasto panorama di internet. L'ho conosciuto con un suo primo progetto, "Contemporaneo Indispensabile", racconti inviati esclusivamente via mail.

Mi sono piaciuti molto: una mia recensione dell'ultimo racconto della serie, ad esempio, è qui.

Col permesso dell'autore, ho anche utilizzato un racconto per un lavoro in classe: è piaciuto molto. Qui i risultati dell'esperimento.

In seguito, Simone Tempia ha ottenuto un notevole e meritato successo con il suo maggiordomo immaginario di nome Lloyd, protagonista di una seguita e raffinata pagina facebook, https://www.facebook.com/vitaconlloyd.

Mi è quindi venuta la curiosità di fare qualche domanda all'autore sulla sua opera, e lui è stato così gentile da rispondere. Questo, per chi è interessato, il risultato della nostra conversazione virtuale.

*

Partiamo da “Contemporaneo Indispensabile”: racconti inviati solo via mail. C’è corrispondenza tra questa modalità straniante rispetto all’internet attuale, e lo straniamento narrativo dei racconti? 

Penso che sia casuale. Di sicuro c'è una corrispondenza tra la scelta di parlare di umanità all'umanità e nel farlo ridurre al minimo la distanza tra chi ha scritto e chi legge.

Il progetto di scrittura nato intorno a Lloyd è molto interessante e rovescia certi paradigmi delle scritture sui social network, ma incontra comunque notevole apprezzamento. Un rovesciamento programmatico o uno sviluppo spontaneo?

In questo caso invece ammetto l'intenzionalità. Mentre Lloyd e i suoi dialoghi sono nati spontaneamente, le modalità di diffusione sono state volontariamente pensate per andare contro ogni logica legata ai social network.

Il tuo romanzo – finora inedito - riprende la figura di Lloyd. L’opera è difficilmente classificabile: potrebbe adottare la maschera del “giallo”, come hanno fatto Gadda, Sciascia e altri?

Non ho mai scritto gialli. E credo che siano generi terribilmente difficili da scrivere. Poi tu dici “Gadda” e io mi sciolgo.

Lloyd ha molte contaminazioni col fumetto. Un ambito che in futuro esplorerai maggiormente?

Mi piacerebbe moltissimo.

La tua scrittura funziona bene didatticamente perché dà spesso rilievo alle scelte del protagonista. Potrebbe conciliarsi con una “letteratura potenziale”, stile Oulipo, che oggi ha trovato i suoi esiti in certi videogame?

I videogiochi sono un media purtroppo tristemente sottovalutato nella sua mastodontica complessità. Non credo di essere ancora pronto. Ma in futuro chi lo sa... potrei trovarmi a scrivere “Sono Lloyd e voglio diventare un temibile maggiordomo”.

*

Ringrazio molto Simone Tempia per la sua disponibilità, e spero di aver presto occasione di parlarvi nuovamente del suo affascinante lavoro letterario.