Diario Di Un Curatore Di Campagna


LORENZO BARBERIS

Avevo rinvenuto il calembour che dà il titolo al post su un tumblr (ma l'attestazione più antica del gioco di parole è qui) e mi sarebbe piaciuto adattarmelo (e adattarlo, ovviamente, a questo blog): una recente fotoelaborazione di Laura mi ha fornito l'occasione.


Volendo, qui c'è anche un'altra versione, ma mi piace meno:


Nulla vieta, ovviamente, di sostituirvi a vostra volta nella cover, se vi sentite anche voi dei "curatori di campagna" come me.

Tra l'altro, non so se c'entri, ma ho ritrovato online anche un vecchio test anni '50 sulla dicotomia highbrow/lowbrow:


Ecco: io mi identifico coi due estremi della gamma. Fumetti (lowbrow) ma anche arte astratta (highbrow), jukebox (la mia cultura musicale è MTV-oriented), ma Art come causes, indubbiamente. Sui giochi, difficile dire: forse giochi di ruolo, che potrebbero funzionare bene come Go + Chess. E credo che aggiungendo un po' di item non cambierebbe.

Credo di essere uno dei tanti compimenti della profezia di un secolo fa:

The Nation, 25th of January, 1912:

[T]here is an alarmingly wide chasm, I might almost say a vacuum, between the high-brow, who considers reading either as a trade or as a form of intellectual wrestling, and the low-brow, who is merely seeking for gross thrills. It is to be hoped that culture will soon be democratized through some less conventional system of education, giving rise to a new type that might be called the middle-brow, who will consider books as a source of intellectual enjoyment.

Ma in modo asimmetrico, e postmoderno: la letteratura (e il resto) per me non è "gioia intellettuale", ma al contempo "intellectual wrestling" (adoro questa definizione) col testo, decodificazione esegetica ai limiti dell'oltranza ermetica, e "gross thrill", indubbiamente (adoro il fumetto specie se popolare, e le cose che leggo potrebbero avere scritto sopra "Thrill!" a caratteri di scatola).

*

Sempre in modo episodico e casuale: trovato questo graffito segnalato su Facebook.


Ecco: forse gli autori della scritta mi definirebbero un "radical chic", che oggi vale per "sinistra imborghesita" (nel mio caso, più nei paraggi del sottoproletariato intellettuale).

Peccato che di base sia stato coniato nel 1970 da Tom Wolfe per descrivere l'atteggiamento di Leonard Bernstein che sponsorizzava i leninisti Black Panther. Insomma la scritta può anche andare bene, basta togliere l'emoticon che fa da firma.

(qui al link, una mia recensione su Margutte di una mostra di pittura monregalese. Più curatore di campagna di così...)