L'arte di Stefano Casini







LORENZO BARBERIS





Bell'albo, in edicola, per Editoriale Cosmo (di cui di recente ho intervistato il nuovo editor Gualtieri), dedicato a Stefano Casini, qui autore completo. Come evidente fin dalla copertina, le due storie qui raccolte ondeggiano tra il noir e l'hard boiled, una, la prima, di ambiente urbano, Moonlight Blues, l'altra, la seconda, sospesa tra la città e la campagna, Maschere.





Classe 1958, di Livorno, Casini emerge nel fumetto autoriale già sul finire degli anni '70, tra Hidrogeno e Foxtrot, ma la notorietà al vasto pubblico da edicola verrà quando, nel 1989, sarà coinvolto nel Progetto Nemo di Medda, Serra e Vigna per la Bonelli: il futuro Nathan Never, che debutterà nel 1991. La sua prima storia è la prima doppia, Operazione Drago, sospesa tra il noir e il kung fu, ma quella che diverrà quasi la storia-simbolo della serie è di poco successiva, sempre nel primo anno del personaggio:









Nathan Never nasce come reprise del cyberpunk di Blade Runner (che già Sclavi aveva citato in Dylan Dog, nel futuro senza tempo in cui si trova immersa Morgana, ad esempio). Ne Gli occhi di uno sconosciuto, Casini illustra una storia di Medda che riesce a cogliere perfettamente lo spirito migliore del personaggio, un noir allo stato puro con una sottile patina di fantascienza.



Non mancheranno altre storie notevoli nei primi cento numeri, come L'ultima onda, Il sogno della farfalla ed altre, tra cui un notevole adattamento come Cuore di tenebra, di cui dovrò riparlare prima o poi, sul mio blog presso Lo Spazio Bianco. Ma in seguito, col restyling del cento, N.N. si allontana dal cyberpunk melanconico delle origini per avvicinarsi maggiormente a una fantascienza action probabilmente più gradita al grosso del pubblico. Casini continuò a collaborare con la testata, ma questa si era ormai allontanata dal noir che gli era congeniale.







Qui invece Casini, anche sceneggiatore e soggettista, è perfettamente nel suo, quel noir che appare idealmente nelle sue corde (vedi anche questa bella intervista, di alcuni anni fa). Oltre al suo segno, sempre potente ed evocativo (specie quando può esercitarsi sull'espressività un po' caricaturale ed estrema delle drammatiche situazioni noir), notevole è in ambo le storie il montaggio di pagina. spesso molto sperimentale (specialmente in Maschere) ma, grazie alla grande funzionalità alla storia, in modo quasi impercettibile.



Insomma, un'uscita apprezzabile, cui spero seguiranno altre, di Casini o altri autori italiani che potrebbe meritare riscoprire.