Comicon 2018









LORENZO BARBERIS



Le nomination dei principali premi fumettistici sono sempre accolti, naturalmente, con un sottile sottofondo di inevitabile polemica riguardo assenze e presenze; tuttavia, personalmente li trovo un'occasione per fare il punto, per quanto sempre ovviamente da correggere, sul panorama del fumetto italiano, tra conferme, ipotesi, previsioni e nuovi approfondimenti da fare, nei limiti del possibile.



Il Premio Micheluzzi del Napoli Comicon è uno dei più importanti, e sono uscite per ora le nomination, riportate, ad esempio, qua: https://www.lospaziobianco.it/la-giuria-e-le-nomination-per-i-premi-attilio-micheluzzi-2018/. Del Magister Lorenzo Mattotti, nome indubbiamente cruciale del fumetto italiano, avevo scritto alcune righe qua:

https://www.lospaziobianco.it/comeunromanzo/jekyll-hyde-lorenzo-mattotti-altri-mostri/



Miglior fumetto.





In nomination anche il Giappone di Igort (compagno d'arte di Mattotti, fra l'altro, agli esordi in Valvoline negli '80) di cui avevo scritto qui (ma non è l'opera in gara): https://www.lospaziobianco.it/risveglio-sentimenti.../











Mi pare molto interessante e da recuperare invece Brucia di Silvia Rocchi, di cui qui la bella recensione di Emilio Cirri.



Miglior serie realistica











Una sfida interna in Bonelli, tra Tex, Dragonero (premiato già lo scorso anno) e Mercurio Loi.

Di Mercurio Loi credo di aver recensito ogni numero, fin dal primo uscito in bianco e nero su Le Storie. Come molti, ritengo sia opera meritevole di vittoria, come pure il creatore Alessandro Bilotta, che è anche candidato come autore.

http://barberist.blogspot.it/2017/06/mercurio-loi.html



Miglior serie non realistica











Se la giocano il finale di Rat-man, la serie Fantomius su Topolino e Graveyard Kids di Davide Minciaroni, la cui prima storia si può leggere online anche qui.



Del finale di Rat-Man avevo scritto per il Culture Club monregalese:

http://www.unionemonregalese.it/.../Rat-Man-e-uno-di-noi, ma senza nulla togliere all'ormai pluripremiato Rat-Man (anche l'anno scorso, al Comicon) e all'adattamento paperinesco di Fantomas, valido ma in un meccanismo ormai consolidato del disneyano, trovo molto interessanti i Graveyard Kids, che vanno nel solco di una certa particolare "underground renaissance" del fumetto italiano di cui prima o poi bisognerà parlare.



Miglior fumetto per ragazzi











Il più noto è sicuramente Sio, che col suo Scottecs Magazine è riuscito a portare in edicola l'umorismo surreale che gli è valsa una sterminata fortuna sul web. Un autore di cui dovrei scrivere due righe, perché indubbiamente è un fenomeno interessante, da inquadrare in un altro grande movimento sotterraneo di questi anni '10 del 2000, l'onda lunga dei "fumetti disegnati male" avvantaggiati anche, indubbiamente, dalle dinamiche dei social.



E di Sio sono anche le dinamiche più interessanti, mentre gli altri due fumetti, pur eccellenti, di Silvia Vecchini (La zona rossa, sul terremoto) e Gaia Cardinali (Viktoria) mi sembrano, con le ovvie -  e ottime - declinazioni personali, in una maggiore continuità con il genere consolidato della graphic novel per il pubblico giovanile. E se da un lato prima o poi bisognerà riconoscere l'importanza di Sio, non sarebbe a mio avviso affatto male premiare un'autrice donna, anche a segnalare l'evoluzione del medium verso una effettiva (e non artificiosa) parità di genere, con numerose autrici di grande interesse emerse negli ultimi anni.



Miglior Sceneggiatore











Anche qui si vede un confronto tra Enoch di Dragonero, Bilotta di Mercurio Loi e Artibani con Metopolis. Di Metopolis di Artibani (e Bottura, candidato per i disegni) avevo scritto qui sul blog:

http://barberist.blogspot.it/2017/01/metopolis.html, e devo confessare che, nel rispetto di Fantomius, troverei questa la storia da premiare in ambito disneyano, per l'intrinseca difficoltà di un adattamento meno avvicinabile al comico-avventuroso disneyano, che in qualche misura ne allarga maggiormente le capacità espressive. In pari grado, tuttavia, il Mercurio Loi di Bilotta ha creato un nuovo standard per il Bonelliano come fumetto popolare e d'autore al tempo stesso, un salto più innovativo ancora, a mio avviso, anche per la maggior novità del colore in ambito bonelliano, su cui Bilotta - con la squadra di disegnatori e coloristi affianco - gioca meravigliosamente.





Miglior Disegnatore.













Oltre al Bottura di Metopolis, di cui ho riportato sopra quanto ne scrissi ai tempi, abbiamo lo Stefano Andreucci di Tex e Barbara Baldi con Lucenera, il cui segno trovo davvero affascinante.





Migliore storia breve













Una breve di Topolino, ad opera di Enrico Faccini, Chair de poule di Lonnie Bao, e Zambesi di Paolo Cattaneo e Fabio Tonetto, che è forse quello che segnicamente trovo più interessante (la ricerca di Fabio Tonetto sul segno è molto interessante, tra i punti di forza della gestione di Linus che va a chiudersi con l'imminente arrivo di Igort, come ho scritto qui). Il suo Ren Rocchi è un altro interessante esempio della sua estetica, che si può cogliere qui (su Retina sono anche presenti delle opere di Paolo Cattaneo).





Miglior Webcomic
















Di "Black Rock" avevo scritto qui (apprezzo molto Wilder, ma devo confessare che anche gli altri due webcomics in gara sono molto validi): http://www.unionemonregalese.it/.../Un.../(language)/ita-IT











I tre cani di Samuel Daveti e Laura Camelli – http://www.mammaiuto.it/tre-cani-01/ è un ottimo esempio della ricca offerta di Mammaiuto, altro portale online di fumetto di grande qualità, una novità emersa forse più quest'anno (mentre Wilder si è imposta sulla scena già dal 2017).






Forse tuttavia la vera novità di quest'anno sono i FumettiBrutti di Josephine Yole Signorelli (vedi qui), che nonostante il nome si collegano più al polo del NeoPop - con un approccio personale e meno immediatamente "lisergico" - che a quello del "fumetto disegnato male": l'understatement del nome rimanda più a un segno "estivo", direbbe Pazienza, all'apparenza "veloce" ma in realtà preciso e funzionale.





*



Questo insomma il quadro per quanto concerne il fumetto italiano: al di là delle inevitabili approssimazioni di un concorso, un affresco interessante dove appaiono alcuni accenni dei movimenti più recenti (vedremo se confermati o meno dalle premiazioni). Tralascio il discorso sul fumetto straniero, che sento meno come mio ambito di interesse critico, lasciando ad altri, se lo vorranno, di elaborare le loro considerazioni al riguardo.