Caput Mundi - Nero # 2 - Come una bestia feroce







LORENZO BARBERIS




Il capitolo centrale di questa seconda stagione di Caput Mundi, il numero 2 di 3, si concentra sull'introduzione di un nuovo villain (o meglio dire, un nuovo personaggio: non ci sono eroi positivi nel nerissimo cosmo ideato da Gualtieri, Sicchio e Monteleone): il Teschio, presentato fin dalla cover di Mastrazzo, che si conferma ancora una volta una delle maggiori rivelazioni di questa nuova stagione di copertinisti italiani (aperta parentesi: in generale, si mostra una rinnovata attenzione alla spettacolarità della cover, tra Cavenago su Dylan e molti altri sulle nuove serie, bonelliane e non: un'onda lunga di John Doe, che negli anni 2000 ha rappresentato una rottura al riguardo).



Data la forte continuity che caratterizza la serie, già nella prima stagione, non vi è - giustamente - un particolare stacco dalle atmosfere ricreate nel primo numero (che già era comunque coerente con la prima serie, accelerando solo il pedale sulla cupezza venata di splatter). L'impostazione di tavola è come al solito molto moderna e varia, per quanto comunque basata di fondo sulla griglia italiana, a cui però spesso si alternano splash pages (anche doppie e smarginate), tavole a taglio orizzontale, griglie a nove vignette "alla Watchmen" (p.36) o montaggi raffinati e complessi come quello di p.16, al centro della immancabile scena di rivolta carceraria (un topos della crime fiction che non era ancora stato presentato nella serie). La scena con i "titoli di testa" (p.20), un classico della serie ancora non molto diffuso nel fumetto italiano, dà il giusto risalto ai vari autori (incluso il lettering di Maria Letizia Mirabella, al solito impeccabile) e conferma la volontà di un linguaggio che sfidi da vicino la nuova serialità televisiva, pur mantenendo la propria specificità









Il disegno di Andy Pompeo è efficace alle finalità della storia: un segno veloce ma, quando occorre, preciso nell'introdurre un ambiente o una situazione, e in particolare accurato nel rappresentare le teatrali espressioni dei vari protagonisti di questo grand guignol weird della mala.  Il gioco di espressioni e gli scambi taglienti di battute sono una componente fondamentale del noir amarissimo che sta al fondo di Caput Mundi, dietro l'aspetto spettacolare, immancabile, di esplosioni, risse, corse in auto. Forte il contrasto di bianco e nero, come al solito, con un prevalere dei neri ovviamente nelle frequenti scene notturne, mentre le scene diurne - come la rivolta carceraria - hanno un segno bianco e asciutto.









Buono anche il lavoro di Minotti, il cui segno elegante introduce con una sequenza onirica il cuore della visita a Milano, la capitale morale d'Italia, introduce elementi di scenario milanese (il Bosco Verticale, ad esempio) ma non cambia più di tanto il tono della narrazione. La rapidità e la forte coerenza narrativa erano proprie già della prima stagione, ma qui sono un portato anche della maggior brevità di questo secondo capitolo della serie, che rende necessario un ritmo sincopato. 









Idealmente, sarebbe interessante un approfondimento del mondo fantastico e degenerato di Caput Mundi nelle varie città italiane: anche se - a favore della godibilità della pura fiction - si perde un elemento che era molto gustoso in Battaglia, il modello dichiarato di questa serie. Là, infatti, i rimandi alla politica dal primo Novecento a noi erano precisi, magari talvolta larvatamente mascherati ma sempre centrali; e il primo Caput Mundi poteva sembrare in linea, con una pseudo-Virginia Raggi che evocava maldestramente la Coscienza di Roma, un toxic avenger folle in grado di rivoltarsi anche contro di lei. 



Qui, invece, la politica ha preso una via nettamente differente (sia pure poi non così diversa nella sostanza dal presente, con una radicale svolta a destra del paese), anche in conseguenza della distruzione del Vaticano che porta a una divaricazione col nostro continuum spaziotemporale: e quindi invece di Salvini (omaggiato sull'attuale Dylan Dog in edicola) troviamo come leader politico emergente sul piano nazionale un candidato sindaco di Roma dal passato militare che potrebbe ricordare un po' nell'aspetto Iannone, il leader di CasaPound: tuttavia, l'eventuale strizzata d'occhio resta qui più generica.



Insomma, la serie conferma le aspettative in questo secondo albo ovviamente ancora molto aperto, in attesa del finale di stagione, sul prossimo numero, che potrà in parte sciogliere le vicende dei personaggi, magari lasciando spazio a qualche possibile ritorno futuro.













Credits:




Caput Mundi - Nero # 2 - Come una bestia feroce



A cura di Giulio Antonio Gualtieri


Soggetto e Sceneggiatura: Dario Sicchio e Michele Monteleone


Disegni: Andy Pompeo e Pierluigi Minotti (tav.43-47)


Copertina: Marco Mastrazzo


Lettering: Maria Letizia Mirabella





In edicola, fumetteria e libreria dal 6 dicembre