I tarocchi del barbiere







LORENZO BARBERIS





Durante le ricerche su internet mi imbatto nell'immagine qui sopra. Si tratta di una carta delle carte di metà '400, le Courtly Household Cards, divisi in semi corrispondenti alle varie nazioni di area mitteleuropea. Ognuno mostra un ruolo o una professione: il quattro di Germania raffigura il Barbiere. La cosa mi ha affascinato perché mi incuriosisce sempre ciò che è connesso all'origine etimologica del mio cognome, specie se si relaziona all'esoterico.










Mi colpiscono alcuni paralleli con la prima carta degli arcani maggiori dei tarocchi, il Bateleur o Bagatto, in Italiano. Un prestigiatore / imbonitore da fiera (che, naturalmente, cela in realtà un alto iniziato, secondo la classica ambivalenza dell'esoterismo) che ha tra i suoi strumenti un rasoio, posto proprio di fronte a lui (in posizione vagamente fallica). Naturalmente il soggetto è diverso Potremmo metterli in sequenza, per certi versi. Preparazione ed esecuzione del rito della rasatura - o magari di un omicidio rituale: il primo barbiere è poco rassicurante.









Naturalmente, i tarocchi marsigliesi secenteschi derivano da quelli di metà '400 italiani, come i Tarocchi Visconti-Sforza dove già appare il tema del Bagatto con gli elementi rimandanti ai quattro semi delle carte (il rasoio simboleggia le spade). In questi tarocchi appaiono anche Imperatore e Imperatrice, anch'essi associati allo stemma della casa d'Austria. L'imperatore ritorna anche come figura più alta nel mazzo tedesco, la X, mentre nella consuetudine è il IIII (il posto appunto occupato dal barbiere).















Insomma, non c'è una connessione tra la figura del bagatto e quella del barbiere del mazzo tedesco, se non nel pescare da due archetipi per molti versi avvicinabili: il barbiere cerusico itinerante infatti è una sottospecie del bagatto, termine che indica in modo generico il ciarlatano di piazza, illusionista che non è ancora codificato nel ruolo di prestigiatore nel '400.



Pure è curiosa la "sincronicità", se mi è consentito rubare il termine junghiano, nell'apparire dei due archetipi ai livelli bassi di una scala simbolica del '400 europeo. Il ciarlatano, del resto, diverrà una delle figure che potrà usare le carte per vari fini di truffa - il gioco - narrazione - con l'uso figurale poi sviluppato da Calvino nel Castello dei destini incrociati - o magico, a vari livelli. Naturalmente, con le carte a stampa, a costo minore, e non con i raffinati e preziosi tarocchi di corte.






Chiudo con una curiosità: l'ultimo di questi esperti di tarocchi antici, il primo di quelli moderni, che ne danno una esplicita lettura esoterica, è - come noto - Etteila, pseudinomo di Ailette ottenuto rovesciando il vero nome. Egli sosterrà la (ovviamente falsa) derivazione egizia dei Tarocchi, a fine '700. 




Ma la cosa curiosa, in questo contesto, è una: secondo varie fonti, Etteila conduceva inizialmente la professione di barbiere.