From Cave Painting To Comic Strip (1949)






Tra i primi saggi a trattare anche del fumetto, quest'opera di Lancelot Hogben presenta un elemento interessante: l'inserimento seminale del fumetto in una storia retrodatata fino ai graffiti preistorici. Vi è in modo seminale l'idea dell'"arte sequenziale", ben più ampia del Novecento, anche se non ancora codificata in modo sistematico, naturalmente. L'attenzione non va tanto alla closure che struttura una sequenza, ma all'iconicità del segno.



Il volume si legge gratuitamente su Archive.org,  qui: https://archive.org/details/fromcavepainting00hogb



Qui la scheda della Fondazione Franco Fossati: http://www.lfb.it/fff/fumetto/biblio/1952/1952001.htm



L'autore nell'introduzione dichiara il suo debito con Marie Neurath per l'impostazione data al saggio.



L'autore dichiara la sua scelta per il Middlebrow, ovvero quello che Eco condannerà come Midcult (sulla scorta di altri autori): ovvero l'incontro tra highbrow e lowbrow, cultura alta e cultura bassa, a cui lui dà invece valenza positiva.



Il capitolo esplicitamente dedicato ai fumetti, "Dai Comics a Comenio" esalta i fumetti come arte americana (Lowbrow) poco capita dagli europei (Highbrow per definizione) secondo l'autore inglese, a metà strada quindi tra i "continentali" e gli americani. 







Curiosamente quest'idea di un rapporto tra Comenius (primo a usare opere visuali per l'insegnamento, nel 1658) e i Comics appariva già nel soprastante articolo dell'INS Syndacate (pubblicato quindi su vari giornali del periodo) del 1946, che ho trovato sull'ottimo gruppo Platinum Comics. Magari anche l'assonanza ha prodotto il parallelo, ma è interessante questo precoce impulso di legittimazione dei comics tramite antenati autorevoli.



Hogben invece cita un articolo di John Bainbridge su Life del 1944, in cui si esalta Chester Brown (l'autore di Dick Tracy), come uno dei grandi narratori del suo tempo. L'autore, cita anche un articolo di Moulton (l'autore di Wonder Woman, come esplicitato nel libro più avanti) nel 1943, in cui lo psicologo spiega le ragioni del successo dei comics nella loro sublimazione (per lui, positiva), delle frustrazioni dell'uomo comune che può, tramite loro, avere una soddisfazione delle sue fantasie.



Si riprende quindi una periodizzazione basata su Coulton Waugh che conferma l'idea di una "preminenza dell'immagine" nel corso della storia:



1896-1909. I giornali inseriscono i fumetti (apparentemente solo per bambini) perché si rendono conto che la gente cerca le immagini più che il testo.



1910-1914. Diffusione dei fumetti tra gli adulti delle città

1915-1928. Diffusione presso le campagne

1929-1932 Fumetto avventuroso (sublimazione pulsioni)

1933-1940 Il comic book

1940-1945. Fumetti "seri" (Terry and the pirates)



Altri studiosi dei primordi ponevano come superiore forma del fumetto i comics umoristici, più antica e con più tempo per codificarsi (tra questi anche Eco che propugna i Peanuts e la loro "liricità", mentre in precedenza si venerava la linea caustica di Herriman). Hogben invece esalta il comic book e il genere avventuroso, specie nella sua tendenza alla maturità sulle soglie degli anni '50 (tendenza poi bloccata dalle censure di Wertham e soci, almeno in USA).



Hogben infatti cita anche Wertham, che in un'intervista del 1948 iniziava già il suo attacco ai comics (una crociata avviata nel 1941 col racconto di un caso di un ragazzo giunto alla violenza, a suo avviso, sotto influsso dei fumetti). Hogben liquida le sue obiezioni con scarso interesse, opponendo di nuovo l'idea di una lunga tradizione, risalendo fino alle Bibliae Pauperum del XIV secolo, agli albori dell'arte della stampa.



Si torna quindi a Moulton, che porta al successo un'eroina al femminile perché la rende una superwoman, dandole così caratteristiche sia maschili di forza che femminili di dolcezza, perfezionando Superman (che già va in quella direzione col suo rifiuto di uccidere). Una quasi alchemica coincidentia oppositorum, che segna l'ingresso del suo personaggio nei tre grandi superuomini.



Hogben ritorna a Comenio e paragona Wonder Woman alla sua immagine educativa della Diligentia: l'eroina è - come Superman, ma con in più il lato femminile - una figura totalmente positiva, totalmente volta al compimento del suo dovere.



Egli quindi esalta in positivo, e in continuità coi comics eroici, l'adattamento dei classici a fini educativi. Le immagini sono un potente strumento per l'educazione, molto più forti di quanto Comenio le ha introdotte la prima volta, e bisogna imparare a sfruttarle.



Un testo interessante, nel quadro dei seminali della critica del medium.