The Last Old Boy










Quello in edicola in questi giorni è l'ultimo Old Boy: nel senso che il maxi con questa storica formula, tre storie di Dylan Dog "classico" è destinato a finire. Entra su questa testata Franco Busatta, in sostituzione del curatore generale Roberto Recchioni (Busatta, tra l'altro, affiancava già Recchioni su Orfani, a un certo punto, scrivendone anche gli editoriali, mi pare). Si potrebbe speculare di una scelta per modulare meglio ancora il Maxi sulla pattuglia di fan nostalgici, che apprezzano poco la rivoluzione portata su Dylan da Recchioni - e che ora ha avuto una ulteriore accelerazione col "nuovo corso".





Della terza storia, quella di Marzano e Studio Piccatto, ho già scritto qui. Veniamo quindi alle altre due che chiudono questa lunga esperienza di classici dylaniati. Ovviamente, possibili spoiler.





Le stelle bruciano





"Le stelle bruciano", dello sceneggiatore Bruno Enna per i disegni di Giovanni Freghieri, è quella che ottiene anche la copertina dell'albo, disegnata dai fratelli Cestaro. Tra l'altro: rimarranno anche nel new-old boy? Di solito, Recchioni ha sempre approfittato di tutti i cambi di scena per produrre movimento nella serie. Cavenago, introdotto su Old Boy, è stato poi promosso alla serie principale, sostituito da Accardi che - mostruosamente bravo ne La via della spada, la serie di samurai da lui realizzata su sceneggiatura di Recchioni stesso - qui invece non ha convinto.





Quello dei Cestaro invece  funziona bene come lavoro, anche se il loro segno, elegante ma molto classico, non sarebbe forse in linea con la regolare e le sue scelte innovative (qui comunque, per ora, Cavenago continua a dare il meglio di sé).





La prima storia, quella di Enna, si ricollega al ciclo di storie spaziali creato da Sclavi, in cui misteriosi alieni contattano periodicamente il nostro pianeta causando la reazione (solitamente incompetente e tronfia) dell'esercito e dei servizi segreti. Sul Maxi ho sempre trovato la presenza di un gioco di corrispondenze, a volte blande, con la regolare: se vogliamo, nel momento in cui sulla regolare si chiude il ciclo della Meteora, questa storia è quella che può creare un parallelismo, perché anche Nemesi è una "meteora senziente" che scende sulla terra "a miracol mostrare" (in chiave, nel suo caso, horror-sci fi, è chiaro, e non benevola, benché algida, come Beatrix). Anche il titolo evoca il parallelo..





In un primo terzo dell'albo conosciamo la protagonista/antagonista della storia e la sua fredda furia distruttiva. Enna offre a Freghieri una bellezza altera, di quelle ideali da rappresentare per il tratto raffinato e sottilmente erotico di quest'autore, valorizzato anche dalle eleganti soluzioni di montaggio, spesso nella sua consueta impostazione verticale refrattaria alla griglia (belle pagina 10, la sequenza muta 12-16, p. 31, 39, 61 etc.).





A p. 34 entrano in scena i militari, reincontriamo il colonnello Blackett, apparso la prima volta in "Quando cadono le stelle". Anche se, come segnalano sullo storico forum Craven Road, il colonnello viene preso da una abduction aliena sul Maxi 4, nella storia "L'Esodo" di Paola Barbato, collegata a questo ciclo.





La sua presenza quindi creerebbe un'incongruenza: ma, non essendo stato ucciso (a quanto deduco dal forum: dovrei rileggere l'albo), X-Files ci insegna che dalle abduction si può tornare.





La solita inettitudine militare di Blackett viene stoppata da un consulente civile, che ricorda vagamente Martin Mystere nei modi e nell'aspetto (Mystere del resto di solito è a casa sua ad Altrove...), e che impone una linea meno estrema del solito (e inefficace) "decollare e nuclearizzare" (per quanto non manchi il solito topico, inutile scontro dei militari con la creatura).





Giunti all'ultimo terzo della storia (p.66) scopriamo che la creatura vuole un incontro con Dylan e fidanzata (di cui lei è un clone per ragioni che non indaghiamo per non eccedere negli spoiler). Interessante l'incontro di Dylan con le Alte Sfere cosmiche, più che altro perché Enna, utilizzando bene i margini della storia, palesa le entità contattanti - i classici "alieni di luce" - come Dio Padre, Figlio e Spirito Sante.





Non apertis verbis, ovviamente: ma in uno scenario alla Escher, la loro apparizione ternaria (83), e le prime due vignette di p. 86 non lasciano eccessivo spazio a dubbi, anche se chiaramente è scritto tra le righe; e anche il finale di p. 98 lo conferma (mantenendo, come ormai canonico, l'ateismo di Dylan, qui ridotto a "scetticismo").





La donna-angelo (anche se, all'occorrenza, sterminatore) è quindi un correlativo-oggettivo montaliano della meteora? Può darsi: interessante, comunque, che non crei alcun cambiamento, a differenza della meteora "sclaviana" che, nel 400, distrugge e rigenera il mondo dylaniato.





Grosso guaio a Limehouse





La storia di Giovanni Eccher per i disegni di Emiliano Tanzillo è un gustoso intermezzo: dopo una storia "epica" (Dylan salva il mondo) e quella "media" (la classica indagine nella terza storia) un Dylan con un cliente "atipico", l'archetipa "banda di mocciosi" in questo caso blandamente ispirata a quelli di Stranger Things.





Ma mentre nella serie Netflix il caso assume di nuovo prospettive cosmiche, qui abbiamo una classica "infestazione di quartiere". Ben caratterizzati i mocciosi, con il giusto grado teppistico (anche se poi Dylan è a volte un po' didascalico nel ruolo "educativo" che gli tocca) e non troppo idealizzati. Notare p.108.i (e vignette seguenti) che dà già un indizio di quella che sarà la soluzione del caso.





I disegni di Tanzillo sono efficaci nella caratterizzazione dei personaggi, con il giusto grado di espressività a tratti anche dal gusto umoristico, specie nel rendere la - simpatica - baby gang, buono anche il gioco di bianchi e neri, in contratti chiaroscurali netti e tendenti al cupo (particolarmente ben sviluppate mi sono sembrate le scene "al buio"), e la variazione frequente di angolazioni della "camera virtuale" del fumetto per vivacizzare l'uso di una griglia rigorosamente regolare, a mattoncino e un'azione presente ma in modo, tutto sommato, limitato.





Nonostante il tema più "leggero" della storia, il body count dei morti è sufficientemente elevato, e interessante anche il coté esoterico, con i giusti rimandi messi in campo.





La casa che piange





In questa seconda storia non si intravvedeva la connessione con la Meteora appena schiantatasi nella serie regolare, mentre la terza storia di Marzano, di cui qui la recensione, potrebbe contenere il simmetrico tema del turbamento della Madre Terra, scossa nelle sue correnti geomantiche dall'arrivo di una meteora celeste nella dimensione parallela della serie regolare (esattamente come avvenuto anche qui, con Il primordio).





Una chiusura senza particolari enfasi per il Maxi Old Boy storico, dunque, così come è tipico di questa testata "classica". Ma, in ogni caso, tre storie godibili, che possono farci compagnia in questi giorni di clausura forzata.