Martin Mystere 368 - Come Kaspar Hauser










Complice la clausura forzata indotta dal Coronavirus, ho letto fumetti che normalmente, per minore disponibilità di tempo, non seguo così assiduamente.





Uno di questi è Martin Mystere, da poco in edicola con questo caso che si ispira alle inquietanti vicende di Kaspar Hauser, figura storica realmente esistente.





Soggetto  e sceneggiatura sono di Mirko Perniola, per i disegni efficaci e dal tratto elegante di Giovanni Nisi. La copertina è di Alessandrini, ovviamente, mentre il frontespizio si aggiorna con mirabile tempismo, e vediamo un Java che indossa la mascherina chirurgica, divenuta l'icona di questi tempi.





Anche la prefazione di Alfredo Castelli (che firma anche un impeccabile trailer che ricorda, come sempre, l'ironia di Hitchcock) evoca il Coronavirus, come pure la prima apparizione di Martin Mystere a p.22 (anche se poi è solo una cornice per narrare la storia in tempi più consueti).





Dell'incipit che precede, belle le prime tre tavole mute, dove Nisi ha buon gioco a mostrare la raffinatezza del suo tratto in studiati contrasti di bianchi e neri, che ricorrono nelle scene clou del racconto (anche nel finale, ad esempio). Si respira quasi un'atmosfera da vecchio cinema espressionista, coerente col tema dell'albo.





Il tema di Hauser, a quanto pare, era già stato usato da Castelli per il numero 360, "I ragazzi venuti da Hamelin", che non ho avuto modo di leggere, e che il presente fumetto richiama, con blanda continuity bonelliana (ma resta perfettamente leggibile in modo autonomo). Un richiamo anche al numero 362, "Sewer Gator", cui rimanda l'ambientazione iniziale.





La storia prosegue col ritmo ponderato dei misteri mysteriani. Molto ricchi ma comunque interessanti gli inserti di erudizione, con la giustificazione dello sfoggio di cultura del personaggio. Abbiamo quindi una prima digressione storica che ci introduce alla figura del Mad Doctor, da p.43 a p.51. Mi pare Castelli quello ritratto come Paracelso, a p.43, se non erro, mentre a p.51 si cita Dylan Dog e il suo "mad doc", Lord Wells, con un piccolo accenno di "continuity bonelliana".





Dopo la pausa storico-culturale, l'azione ha un po' di accelerazione e l'indagine prosegue con più pathos. Il montaggio è sempre quello bonelliano classico, come di consueto, mi pare, su Mystere. La classica griglia a tre strip di una, due o tre vignette disposte a mattoncino è la soluzione prevalente. Rare eccezioni come p. 75, su quattro strip, per svolgere una telefonata "funzionale" in una sola pagina, o qualche soluzione un po' più movimentata come p.57 nelle scene più d'azione. Ogni tanto, una quadrupla a introdurre un nuovo ambiente (bella p.64, con Altrove).


Del resto, Mystere è un fumetto di ragionamento e detection classica, quindi è quello che meglio si presta, tra i bonelliani, alla quadrupla e al suo ritmo solido.





Da p.80 a p.88 una nuova digressione illustrata ci presenta il tema dell'albo, di nuovo con un inserto interessante. Non ne parlo per evitare effetto spoiler (anche la cover, tra l'altro, è una efficace soluzione di Alessandrini per mostrare il tema senza identificarlo subito).





Il nome  del Mad Doc dell'albo, invece, è una citazione, che richiama uno dei più celebri scienziati pazzi del cinema, quello del Dottor Cyclops (la citazione non svela nulla di intradiegetico della storia, in sé).





Anche l'ironia metafumettistica dei tre "guardiani", personaggi funzionali tutti imparentati tra loro, rimanda a quel british humour tipico della testata, che gioca spesso sulle convenzioni narrative per eluderle con un guizzo d'autoironia.





Per il resto, la detection conduce alla conclusione finale, ben gestita ma tutto sommato abbastanza logica per il lettore smaliziato, salvo le modalità specifiche con cui viene giocato il classicissimo scontro finale e il "finale a sorpresa" pressoché obbligato di questo tipo di storie "ai confini della realtà".





Un albo molto classico, dunque, direi, ma indubbiamente soddisfacente. Gustosa la scheda informativa finale di Castelli, e la strip conclusiva del suo vecchio personaggio Zio Boris, a tema con l'albo.