Samuel Stern # 9 - Il mistico / Un'analisi



Il nono numero di Samuel Stern, Il mistico, vede l'esordio alla sceneggiatura di Davide La Rosa, autore tra i più rilevanti di quel "fumetto disegnato male" che è stato uno dei fenomeni rilevanti del fumetto italiano nell'era del web.


(Disclaimer: possibili spoiler)

Di La Rosa, in particolare, interessandomi al rapporto tra letteratura e fumetto, ho seguito il complesso lavoro ironico sulla letteratura italiana, rielaborata in un raffinato mash-up postmoderno in una sorta di grande complotto nella quadrilogia del "Rosaverse".





Interessante anche il lavoro di La Rosa come illustratore della Commedia dantesca:


La Rosa si è confrontato anche col fumetto da edicola più tradizionale. L'esperimento più interessante, a mio avviso, è stato Suore Ninja, con i disegni di Vanessa Cardinali:



Qui La Rosa metteva in campo la sua consueta satira anticlericale, unita al gusto per il complottismo alla Dan Brown, in una chiave appunto umoristica.

Ma La Rosa si era anche confrontato con il fumetto avventuroso da edicola più tradizionale, nella interessante serie di fumetto di guerra della Edizioni Cosmo, Un eroe, una battaglia:


Qui, su Samuel Stern, ci troviamo invece in un nuovo caso ancora: siamo in ambito di un fumetto non umoristico, ma sui temi esoterico-complottisti che spesso La Rosa utilizza in chiave ironica. Ad affiancarlo, il disegnatore Luigi Zagaria, anch'egli all'esordio sul personaggio. Naturalmente, come si può notare anche dal tamburino della testata, molteplici sono le professionalità che contribuiscono alla riuscita dell'albo: un fumetto - anche un tempo, ma forse oggi più di ieri - è ormai un'opera complessa (e non solo in Bonelli, per dire la major del settore di riferimento) che coinvolge un team piuttosto ampio per la sua riuscita.




La sfida interessante per La Rosa era fare un fumetto fedele alla sua visione ma, al contempo, correttamente inserito nello spirito del personaggio, da poco premiato al Festival Cartoon Club, che con "Fede a strisce" ogni anno segnala la migliore interpretazione della fede cattolica a fumetti, qui rappresentata da Padre Duncan, coprotagonista della serie.

La storia si apre per la prima volta con una missione piuttosto ufficiale, con l'arcivescovo che convoca appunto il sacerdote: per la prima volta vediamo in scena la gerarchia cattolica, che manterrà un ruolo importante in tutta la storia.

Curioso notare che, quando il sacerdote chiama il protagonista dalla libreria ove lavora, vi sia un cartello che invita "Read outside your comfort zone", invito intradiegetico (ai lettori della libreria) ma anche extradiegetico (ai lettori del fumetto), probabilmente - magari cercando un "libro rosso" di Borges come sta facendo lo smemorato cliente. Nel caso, quello più a tema è probabilmente questo (in questa puntata i due fanno proprio una "inquisizione" ecclesiastica, del resto):



Ma, forse, c'è anche un'allusione al fatto che lo stesso La Rosa sta "scrivendo fuori dalla sua comfort zone".

Non entriamo ovviamente nel merito della trama del fumetto: La Rosa, comunque, riesce a parlare di diversi temi che gli sono cari, e che fanno parte da sempre dell'armamentario anticlericale. Da un lato, il problema della teodicea del male (centrale anche in Dostoevskij, come nell'Idiota, ad esempio), che appare ingiustificabile nel suo accanirsi contro gli innocenti.

Dall'altro, quello della banalità del male della Arendt: malvagio è il male assoluto, ma anche anche il traghettatore che fa cinicamente affari speculando sui disperati - e quindi Stern lo definisce "Caronte", con citazione dantesca. 

Zagaria fa un lavoro molto efficace e professionale, con un segno preciso e nitido. La tavola guarda al montaggio italiano, ma come al solito in modo piuttosto libero, con inset pages, splash pages (notevole quella di arrivo all'isola, decisamente d'impatto con il cielo plumbeo reso con particolare enfasi drammatica) e talvolta anche un montaggio obliquo, specie nelle scene d'azione.

Il bianco e nero gioca logicamente su contrasti molto netti, sia all'interno della pagina, sia tra pagine tenebrose, quando richiesto, contrapposto ad altre più luminose, a seconda ovviamente della maggiore o minore manifestazione del Male. Particolarmente belle anche le tavole in toni di grigio per i flashback, specie quelle sul passato di Padre Duncan, che ci viene in parte rivelato.

Un altro aspetto notevole è la resa del sovrannaturale, particolarmente ricca di efficacia orrorifica e occultistica, con demoni coperti di sigilli esoterici (vedi anche la bella copertina, particolarmente ermetica). Notevole anche il gioco sulla statua di San Michele Arcangelo e il diavolo, che non sveliamo poiché è un punto cruciale della storia.

Altri temi che vengono toccati da La Rosa nel prosieguo dell'albo sono l'idea del dolore come dono divino, o peggio ancora i capziosi e dannosissimi ragionamenti della superstizione, per cui il male deriva da un "malocchio" fatto da persone invidiose, portando a un sospettoso contro il prossimo, e il pernicioso antiscientismo. 

Curioso anche il rimando al fanciullino pascoliano, che conferma un La Rosa sempre divertito dal mash-up con la tradizione letteraria; mentre la soluzione "demonologica" dell'albo contiene un rimando a Legione, il numero tre della serie:



Insomma, La Rosa riesce nel complesso in questa "quadratura del cerchio" di concentrarsi sui temi che lo interessano (le pericolose ossessioni del fanatismo religioso tradizionalista) focalizzandole sull'antagonista dell'albo e trattando in modo neutro, invece, le altre figure religiose che appaiono nella storia (il sacerdote Duncan, come da copione della serie, è tratteggiato anzi come figura positiva).

E per questo mese è tutto. In attesa del prossimo numero e di vedere, magari, Samuel Stern sullo schermo, come suggerito in questo articolo qui:

https://movieplayer.it/articoli/fumetti-italiani-vorremmo-vedere-sullo-schermo_23181