"Il sesto" di Perrimezzi-Follini / Un'analisi

 


Green Moon Comics è una nuova casa editrice apparsa nel panorama fumettistico italiano. Tra le sue prime uscite, prevista per quest'ottobre, c'è "Il sesto", soggetto e sceneggiatura di Lucio Perrimezzi, disegni e colori di Francesca Follini. L'evocativa cover di Daniele Serra.

Non ci sono particolari spoiler, ma nel dubbio vi consiglio di leggere prima l'opera.

Il sottotitolo è "L'amore, la vita e l'immortalità di Trevor Between", e già la prestigiosa prefazione di un autore quale Matteo Casali mette in evidenza il tema centrale dell'opera: l'immortalità conseguita dal protagonista, e i suoi inevitabili corollari negativi. Siamo quindi nei dintorni di un grande classico della cultura ermetica, che ruota attorno a Immortali quali il Conte di Saint Germain e Christian Rosenkreutz.

E i riferimenti esoterici sono ben presenti nell'opera, pur palesandosi con gradualità. All'inizio, Trevor Between (un nome parlante, che rimanda al suo stato di sospensione, "in between", "nel mezzo" tra il piano divino e quello umano, tra le altre cose) mostra la sua assenza di iniziazione: è immortale, ma da questa sua presenza diffusa nella storia non ha tratto un potere o una sapienza particolare, ma solo una dolorosa ripetizione di sofferenze, perdendo a più ripetizioni le persone amate, in modo spesso violento o doloroso, come la storia umana sa essere. 



Come evocato giustamente anche da Casali nella prefazione, un messaggio che pare richiamare quello del classico "Highlander, l'ultimo immortale": ma Trevor appare bloccato a uno stadio di consapevolezza ancora più basso (nel film, il protagonista ha comunque acquisito esperienze e una certa corazza di cinismo).

Invece Trevor, nel suo presente, svolge un lavoro insignificante, e solo la donna amata sembra dar senso alla sua esistenza: non solo col suo amore, ma con la fervente adesione di Alison alla causa politica, contro una strisciante dittatura in doppiopetto che sta prendendo sempre più piede.

La particolare drammaticità dell'evento mette in moto un percorso iniziatico, con Trevor alla scoperta di sé stesso, che lo porta a comprendere la sua natura di "sesto", e il legame di questa sua "sestuplice" natura con il sigillo di Salomone, che unifica (come si evoca correttamente nel fumetto) le due opposte tensioni verso Alto e Basso, Cielo e Terra, Spirito e Materia, di cui il sigillo rappresenta la sintesi, la "coincidentia oppositorum".



E anche il 6 può ulteriormente essere rovesciato nel 9, si dichiara, con un simbolismo numerologico che ha una rispondenza che potrebbe essere anche strutturale nel fumetto. In una griglia molto mossa, infatti, la griglia a 9 vignette (quella resa celebre da Alan Moore in Watchmen) è adottata per le sequenze che rimandano al vagabondare di Trevor per la storia. Il passato con Alison, invece, appare in una griglia a 6 vignette: e non solo è un passato lieto ma, come detto, che sembra rivelare al protagonista un possibile senso della sua esistenza, nel condividerne l'impegno.

Inoltre viene dichiaratamente connesso all'apocalittico 666 (e forse quindi al 999, al 1999 per molti "data 666" che avrebbe dato il via alla "sequenza apocalittica" (coerente con il "mille e non più mille" di tutta la seconda tradizione millenaristica), in cui lo stesso Trevor si trova immerso, in una società in disfacimento (non diversamente dalla nostra). Altro tema numerologico che si intreccia è quello legato alla scacchiera, simbolo dello scontro del bene e del male ma anche del processo di moltiplicazione esponenziale, così come narrato nella celebre fiaba medioorientale.




Ci si collega anche - come evocato fin dalla citazione in esergo - al mito di Lazzaro, e quindi al mito seminale dell'Immortale in grado di decidere la storia, di cui le versioni esoteriche sono in fondo rielaborazioni e proiezioni. Numerosi altri elementi si connettono all'immaginario archetipico cristiano (che non sveliamo, per limitare per quanto possibile gli spoiler), con cui il fumetto riesce a operare in modo interessante. Usualmente infatti si evita un rimando a tali argomenti (specie nel fumetti di diffusione popolare, per evitare di irritare il pubblico). Oppure, se si è scelto un pubblico di nicchia, il "fantastico cristiano" è usato in modo sovente volutamente estremo. Qui invece troviamo una rielaborazione interessante, lontana sia da eccessivi timori che da sterili provocazioni. 

Viene in mente, per certi versi (per quanto la direzione diversa sia radicalmente diversa, e anche più provocante rispetto alla religione) il "Preacher" di Garth Ennis, dove il protagonista è dotato di un dono che si rivela una maledizione, e finisce per confrontarsi con il piano divino, per comprendere che ruolo possiede in esso, ed esercitarlo. Le conclusioni di Ennis sono molto più dure, naturalmente, ma resta il fatto che è una costruzione esoterico-teologica coerente. Qui, nel "Sesto", essendo il fumetto un singolo arco narrativo, tale architettura è solo intuibile e accennata. Sarebbe interessante vederne un maggiore sviluppo.




Come si è intuito dalle considerazioni numerologiche che avanzavo sopra, in questo fumetto acquisisce una particolare importanza il montaggio di tavola e il disegno, ad opera di Francesca Follini. A un primo livello, il montaggio della tavola - molto mosso, ma prevalentemente su linee "ortogonali", con occasionali, enfatiche splash pages - e la "vox media" del segno (né apertamente caricaturale, né del tutto realistico) evoca scelte molto vicine a certa supernatural fiction americana, lontana dal supereroico classico (il già citato Preacher con il lavoro di Steve Dillon, ma penso anche, con varie gradazioni, a varie - non tutte - interpretazioni di Hellblazer, o al Neonomicon / Providence di Jacen Burrows).

Follini ha comunque una sintesi personale, non avvicinabile strettamente ad alcuno di tali autori; al limite, vi si potrebbero leggere alcuni spunti del manga così come assorbiti da certo fumetto italiano dei primi anni 2000, ma in una sintesi meno morbida, più adulta, coerente con la vicenda cupa. Questo segno offre la possibilità di una recitazione efficace, con l'enfasi necessaria a una storia così drammatica, in clima di romanticismo dark. Particolarmente efficaci, come si vede qui sopra, la cura delle ambientazioni e le scene in campo lungo, di grande spettacolarità, che sottolinano i momenti cruciali della storia.

Le scelte della colorazione, inoltre, contribuiscono a questo clima di tregenda, con note tonali fortemente evocative, dove talvolta prevalgono colori di terra, a volte i toni del blu, ma sempre in un predominio della tenebra che avvolge la vita dello sventurato protagonista, e con la massima attenzione all'effetto drammatico, sottolineando vuoi la grandiosità delle scene, vuoi la frenesia dell'azione, vuoi la recitazione tragica dei personaggi. 

Nel complesso, dunque, un fumetto interessante, che costituisce un buon esordio e una efficace dichiarazione d'intenti per la nuova casa editrice.