C'era una volta in Bonelli: Il calzolaio del re di Simeoni / Orlandi

 


Due righe su questo interessante "Il calzolaio del re", titolo da fiaba per un classico noir di Gigi Simeoni, ben disegnato da Alfredo Orlandi. La cover è una chiara citazione di "C'era una volta in America" (se volete un pezzo curioso sul film di Leone e Watchmen, con una mia ipotesi volutamente azzardata, vi rimando qua) e tiene perfettamente fede a quel che troveremo dentro.

Partiamo da una Napoli primo-Novecento, con una scena d'interni quasi alla De Filippo dopo la bella quadrupla di apertura. 



La vividità del napoletano è particolarmente fresca grazie al supporto del critico fumettistico partenopeo Alessandro Di Nocera, che ha aiutato Simeoni nel labor limae necessario a rendere appieno le sfumature linguistiche. Nel prosieguo, spostatici in USA, prevarrà l'italiano (che, ovviamente, traduce come di consueto l'inglese in cui si suppone siano pronunciati i dialoghi). Ma - per quanto magari un esperimento di questo tipo sia fin azzardato per il popolare - sarebbe gustoso assaporare una storia totalmente scritta in questo modo, come i bellissimi adattamenti NPE appunto del teatro del grande Eduardo (che scrisse anche del crimine napoletano, ne "Il sindaco del Rione Sanità": ovviamente da maestro par suo).


Il calzolaio-Bud Spencer che fa da mentore al protagonista da ragazzino è solo il primo di una serie di citazioni attoriali particolarmente adatte al gusto che potremmo dire "filmico" di questo albo. Lascio al lettore il piacere, se lo vuole, della caccia alla citazione visiva (il fumetto funziona anche a questo "secondo livello", volendo).

Il segno di Orlandi è congeniale a questa resa espressiva, con un tratto estremamente pulito, preciso, dettagliato e al contempo fortemente espressivo. Più ancora che nelle scene d'azione, comunque rese con efficacia, un noir come questo richiede cura nello studio della mimica dei corpi e dei volti nelle scene di dialogo, dove si coglie come i boss condannino a morte con un ammicco, una smorfia, o una battuta (e in questo invece, ovviamente, si evidenzia la qualità di scrittura di Simeoni, che sa rendere questo linguaggio sfumato della mala, a fronte a volte di un fumetto popolare che, per ragioni di leggibilità, fa parlare i criminali con eccessiva chiarezza).


Per il resto, un noir di grande equilibrio formale, che si muove con scorrevolezza su binari assolutamente classici (che, per chi ama il genere, è sempre un piacere ripercorrere). Un bel fumetto, in attesa del numero 100, "Finale di partita", in edicola dal prossimo 12 gennaio, con cui si prospetta "un punto di svolta" da quanto dichiarato nell'editoriale.