The Doomsday Machine 6 - Leviathan Labs


 

Come spiega correttamente la quarta di copertina di questo gustoso albo, l'Atompunk è un genere retrofuturistico, tra i tanti figli del cyberpunk anni '80. E' proprio Bruce Sterling, uno dei fondatori del genere, a usarlo per definire le storie create sulle tecnologie dagli anni '45 al '60 ma sullo spirito "punk" di questa nuova fantascienza, in modo simile al primo, più noto calco dello "steampunk", con cui nel 1991 Gibson e Sterling proclamavano la morte del cyberpunk, ormai pressoché divenuto reale.

Se lo steampunk si situava a fine '800, il Raypunk rielabora ironicamente la fantascienza d'inizio '900, quella alla Flash Gordon, idealmente intorno agli anni '20-'30. Il Dieselpunk rimanda ad ambientazioni anni '40, con l'esclusione dell'atomica che diventa centrale nel genere di cui abbiamo parlato. C'è ancora il Cassette Futurism, situato tra anni '70 e '90, quelli che vedono il fiorire del cyberpunk storico, situato logicamente nel futuro (dal 2000 in poi, di solito con una proiezione di 20-30 anni rispetto al periodo storico di composizione, mentre la fantascienza classica usualmente gioca su una proiezione di circa cento anni nel futuro).

Ma veniamo al fumetto in questione. La macchina dell'apocalisse si scatena in queste cinque storie collegate tra loro a mettere in scena una drastica trasformazione dello scenario, portando a una permutazione della serie, nei futuri numeri, verso il weird west.

Un presidente che ricorda una versione debole e insicura di Nixon avvia la spirale verso la catastrofe. Dopo aver prodotto disastri in casa, nel secondo episodio fallisce in modo sorprendente (e parodistico) anche nella corsa allo spazio - a differenza del suo equivalente nella nostra dimensione. 

Le cose vanno così decisamente male, con una costante accelerazione degli eventi che porta all'avvio di una classica ucronia di cui non sveliamo i contenuti per non togliere il piacere della lettura dell'albo. Il peggioramento degli eventi risulta costante, fino a produrre una trasformazione radicale sul finale dell'albo, che apre probabilmente a una svolta narrativa nei prossimi numeri della serie, in un segno ormai più post-atomico che atompunk, sembra di poter presumere.

I disegni, in un rigoroso bianco e nero, servono efficacemente la storia, riproducendo accuratamente, nei vari stili, quel gusto da film anni '50 che ben si sposa al genere. Accurato lo studio di espressioni, così come i dettagli tecnologici d'antan che ci catapultano in questa alternativa linea del tempo.

Insomma, un fumetto molto gustoso per gli appassionati di questo genere di fantascienza, magari in attesa che Leviathan Labs - o altri - esplorino anche le altre nicchie meno indagate delle varie derivazioni del cyberpunk.


THE DOOMSDAY MACHINE 6

Scritto da: MAURO DI STEFANO, BARBARA GIORGI, GIACOMO MOGINI, LUCA VANZELLA, ROY

Disegni di: DANIELE CAVIGLIA, ANDREA FORTI, ANGELLO CANNATA, PAOLO ANTIGA, VYLES

Cover di: NICOLA IZZO e MARCO FERRARIS

Numero pagine: 52 in Bianco e nero

16,8×24 cm Brossurato