Samuel Stern 14 - Simulacra

 



"Simulacra" è il numero 14 di Samuel Stern, scritto dal consueto team formato da Massimiliano Filadoro, Gianmarco Fumasoli e Marco Savegnago. Ai disegni Matteo Mosca, creatore grafico (su testi di Alessandro Bilotta) di uno dei migliori fumetti italiani dell'ultima decade, Mercurio Loi. 

Fin dalla cover si mostra il tema - piuttosto esoterico - che percorre l'albo: quello dei simulacri, creazioni artificiali animate magicamente. Un tema che si interseca qui con quello della creazione artistica, dato che il fumetto è coerentemente ambientato in un'accademia d'arte privata, il luogo ideale per questo tipo di dark magick. 

Da notare una finezza: nella cover dei soliti Piccioni, Di Vincenzo e Tanzillo, i tre personaggi della serie che appaiono, Duncan, Penny e lo stesso Samuel, sono raffigurati piuttosto simili alla loro concezione grafica, ma anche lievemente differenti dalla loro caratterizzazione standard, in modo da suggerire il dubbio (che in Penny è, in questa tavola, una certezza) che si tratti appunto di simulacri sostitutivi degli originari.




L'ambientazione, dal sapore primo-novecentesco, è perfetta per offrire fin da subito a Mosca la possibilità di condurci in ambienti raffinatamente resi nei minimi dettagli, con tavole molto belle che meritano di essere assaporate con calma: le frequenti quadruple, che introducono nuovi ambienti e situazioni, ma spesso anche le vignette ordinarie, dove spesso lo sfondo è arricchito da qualche opera d'arte bizzarra tra le molte che affollano l'inquietante accademia.

Accurato anche lo studio sui personaggi, la loro recitazione, sia nei volti che nei corpi: ma il punto di forza di Mosca ci appare (come già in Mercurio Loi) questa miniaturistica passione per il dettaglio, ideali in albi dall'ambientazione quasi antiquaria, carichi delle "buone cose di pessimo gusto" care a Gozzano, com'era nell'Ottocento "mercuriale" e come avviene qui. 

Similmente, è un autore ideale, per la stessa ragione, quando questo affollamento della tavola (certo anche impegnativo nella resa per il disegnatore) si collega alla suggestione di un gusto esoterico, quasi rimandando analogicamente alle classiche incisioni di manoscritti alchemici, dove ogni elemento aveva un significato, ma non immediatamente svelato al profano.

Chiaramente, questa particolare riuscita artistica dipende dalla bravura di Mosca, ma anche dagli sceneggiatori che sanno offrirgli una storia congegnale alla sua qualità di disegnatore.




Il tema dei simulacri, che entra in scena dopo un quarto circa dell'albo tramite le ricerche di più d'uno dei membri dello staff, offre ulteriori spunti per tavole minuziose e affascinanti, dove si percepisce spesso un influsso degli studi surrealisti e metafisici sul manichino, sulla marionetta, sul robot, su tutte le declinazioni dell'uomo-macchina; intersecati con qualche elemento d'arte più moderna.





Il tema del resto è un grande classico della letteratura gotica, a partire da un testo fondante come il Sandmann (1816) di E.T.A. Hoffmann: e del resto affonda le sue radici nei miti golemici della cabala, che vengono anche accennati nell'opera: non a caso, la scuola è intitolata a Pernath, il protagonista del "Golem" di Meyrink (oltre a ricordare un po' quella di danza del "Suspiria" argentiano).

Non mancano altri rimandi all'arte esoterica, a partire dal riferimento a William Blake, che viene spiegato dallo stesso Samuel infiltratosi come insegnante per indagare sulla vicenda.




La minuzia dei disegni di Mosca, unitamente a una trama giocata su un sottile crescendo dell'inquietudine, creano dunque un clima appropriatamente quasi paranoide, che culmina in un finale ad effetto segnato da una forte componente surreale e onirica.
"Samuel Stern" conferma quindi anche in questo numero la particolare cura profusa nella sua realizzazione, in attesa delle prossime puntate della serie ma anche delle ulteriori novità promesse da Bugs Comics per questo 2021, per cui si annunciano nuovi arrivi in edicola, a tema fantasy.